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Sisma e scienza,
Unicam col Cnr

CAMERINO - La sezione di Geologia dell'ateneo è stata associata alla struttura individuata dal commissario Errani nel Centro nazionale delle ricerche per la microzonazione. Tondi: "Studieremo le faglie attive e capaci del cratere delle Marche"

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Piero Farabollini

 

Microzonazione: la sezione di Geologia di Unicam associata al Cnr.  “Il Centro MS – ha dichiarato Piero Farabollini, docente della sezione di Geologia Unicam e coordinatore delle attività legate alla microzonazione sismica – che fa capo al Cnr e al quale partecipano università e enti di ricerca, è la struttura individuata dal Commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani per coordinare le attività di microzonazione sismica della zona del cratere e di conseguenza è anche il punto di riferimento per tutte quelle attività che riguardano la ricostruzione post-sismica. Questo accreditamento all’interno del Centro è quindi molto importante perché riconosce l’impegno di Unicam in questo settore e conferma la qualità del lavoro che l’ateneo svolge da tempo mettendo a disposizione del territorio le proprie competenze e conoscenze”.

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Emanuele Tondi

 

“Il progetto che ci è stato assegnato – ha affermato Emanuele Tondi, responsabile della sezione di Geologia Unicam – riguarda lo studio geologico e morfostrutturale delle faglie attive e capaci del territorio del cratere che insiste nelle Marche.
Lo studio va effettuato seguendo le linee guida che riguardano le faglie attive e capaci del 2015: per attive si intendono quelle faglie che in futuro possono generare dei terremoti, per capaci si intendono quelle che sono in grado di generare fagliazione superficiale e quindi associate a terremoti medi e forti. Lo studio di microzonazione, quindi, oltre a valutare le amplificazioni che vari terreni di fondazione possono avere nel momento in cui si verifica un terremoto, riguarda anche la presenza di faglie, che vanno individuate, caratterizzate e zonate. Conoscere dove sono le faglie e caratterizzarle sarà poi molto importante anche per avere una pianificazione territoriale legata alle infrastrutture, quali strade, dighe, viadotti che attraversano l’Appennino”.



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