Le clarisse di Camerino sono tra gli sfollati, dopo le scosse del 26 e del 30 ottobre ora sono ospiti a San Severino. Le religiose hanno bisogno di indumenti invernali dopo essere state costrette a lasciare alla svelta il monastero senza poter prendere le loro cose. Anche loro hanno chiesto un modulo per poter tornare nella città ducale. «Le scosse sono state violentissime, specie la seconda – dicono le Clarisse –. E tutto quello che prima risultava gravemente danneggiato ora è definitivamente crollato. Ci hanno accolto, notte tempo, le nostre sorelle di San Severino, anche loro piuttosto provate e per ora siamo alloggiate nella loro piccola foresteria. Abbiamo già inoltrato la richiesta di un modulo abitativo per poter ritornare a Camerino e seguire tutte le pratiche e i successivi lavori di ricostruzione che richiederanno, senz’altro, tempi lunghissimi. Purtroppo, però, al momento il monastero è inserito nella zona rossa. Il nostro ritorno sarà possibile solo quando sarà ritirata l’ordinanza».
Le suore si sentono camerinesi «a tutti gli effetti e con questo popolo desideriamo condividere la stessa sorte: l’esilio, la distruzione della propria casa, delle amate chiese e delle attività commerciali, con il disagio economico che questo comporta per tutti. Vogliamo viverlo insieme a loro, ai nostri amici che non hanno più niente e che sperimentano la disperazione, cioè la vera e propria mancanza di speranza di risorgere dalle macerie. Lo vivremo con loro, tra le lacrime e in ginocchio, con la consapevolezza che la ricostruzione di un’intera città sarà molto dura e faticosa per tutti. Dobbiamo ringraziare il Signore per essere rimaste illese, perché questi terremoti hanno istrutto gli edifici ma hanno lasciato in vita le persone, le quali hanno sperimentato la nostra medesima tremenda paura e il nostro stesso sgomento». Infine dicono che «A chi ci chiede di cosa abbiamo bisogno, ci sarebbero utili indumenti invernali tipo maglie di lana girocollo, calzamaglie, pigiami taglie comode».
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