di Alessandra Pierini
“Questa piscina s’ha da fare”. E’ questo il messaggio che emerge dalla riunione di maggioranza di ieri sera e l’obiettivo sul quale tutti concordano è realizzare finalmente il tanto discusso impianto natatorio. A segnare la svolta nell’iter per la realizzazione del polo di Fontescodella potrebbe essere niente meno che il presidente del Consiglio Mario Monti. Il nuovo decreto sviluppo contiene una norma che dà la possibilità di riconoscere il diritto di superficie ai privati, diritto che era stato reclamato dagli appaltatori e che fino a qualche giorno fa non era applicabile. Gli uffici comunali, nei prossimi 15 giorni, verificheranno l’applicabilità della norma al caso specifico. Se l’esito sarà positivo, il Comune di Macerata potrà realizzare la tanto sospirata piscina, come da progetto della cordata di ditte che si è aggiudicata l’appalto, senza sborsare un euro in più. Bisognerà quindi attendere anche qualche giorno e seguire l’evoluzione della questione. Nel caso in cui il decreto sviluppo non fosse applicabile, bisognerà capire la disponibilità dei contraenti a rivedere gli accordi perchè il progetto sia comunque realizzabile. Restano dei dubbi, sollevati da alcuni partiti di maggioranza, sulla sostenibilità economica e sui costi di gestione dell’opera.
Nel corso della discussione sono state passate in rassegna le varie ipotesi, tra le quali anche quella di realizzare una seconda piscina nello spazio adiacente all’impianto attualmente esistente, sempre affidando i lavori all’impresa appaltante. Su questa opzione, considerata come “di salvataggio”, sono state sollevate diverse criticità, già emerse in passato, quali la viabilità e la mancanza di parcheggio, problematiche che potrebbero essere in qualche modo ovviate.
I punti fermi, comunque sono due: il primo è che non ci devono essere aggravi economici per l’amministrazione, il secondo è che la piscina deve essere fatta e nel minor tempo possibile. Nonostante qualche divergenza nell’interpretazione delle differenti soluzioni, su queste due esigenze, c’è l’accordo di massima di tutti i partiti.
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