Dopo l’intervento di Giorgio Berdini che chiedeva di azzerare il passato della Ceccotti e di indire un concorso pubblico per progetti, l’altro Berdini del Pd, Giancarlo, risponde aprendo il dibattito:
«Caro Giorgio non ci siamo con la Ceccotti da te narrata , come ogni altra zona di Civitanova, essa dovrà far parte di un piano strategico di sviluppo della città, e non si può prescindere dalle scelte che devono essere fatte coinvolgendo gli Stakeholders della città, cioè i portatori di interessi per quell’area. La città ha in sé le risorse al suo interno per essere all’altezza del compito, dobbiamo riflettere che dopo due piani regolatori la città non ha raggiunto il suo equilibrio tra aree di quartiere e aree di periferia, come le più lontane e disagiate di Fontespina, vi sono aree della città non valorizzate antistadio e il tratto di spiaggia sud fino alla foce del Chienti, il tratto di spiaggia che da Broccolo al ponte dell’Asola, l’area Portuale e il Borgo Marinaro attendono da anni una riqualificazione coinvolgendo in questo anche l’area dell’ex Fiera. Manca una visione globale , di città eco sostenibile , una città che valorizzando il suo territorio produca anche reddito per i suoi cittadini, manca altresì la “ Mission ” di una città del futuro che deve competere con il suo territorio e anche in ambiti più lontani come l’Europa . Quella di Giorgio è un modo vecchio di fare politica, la politica dei “pochi eletti” Non più soluzioni secondo concezione dominante della politica e della pubblica amministrazione che spesso è viziata dalla sindrome del “ decisore cieco”, ossia la presunzione che le scelte in materia di piani, politiche di gestione dei servizi, progetti di trasformazione urbana possano essere decisi da un nucleo ristretto di tecnici, senza tenere conto adeguatamente delle opinioni e della percezione diretta del problema da parte dei soggetti destinatari delle scelte» .
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