Agostini e Capponi: “Con la sinistra le Province sono diventate un carrozzone”

I consiglieri provinciali criticano l'amministrazione provinciale accusandola di poca efficienza

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Nazareno Agostini e Franco Capponi

Dopo la proposta del governo Monti di abolire le Giunte provinciali e di ridurre a 10 il numero dei consiglieri, il presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari ha criticato la misura contenuta nel decreto “salva Italia” (leggi l’articolo). Nazareno Agostini, presidente del Gruppo consiliare PDL-PPE e Franco Capponi Presidente del gruppo consiliare PPE – Modello Macerata intervengono per criticare la posizione di Pettinari:

«Il Presidente della Provincia di Macerata e segretario regionale dell’UDC, partito che insieme all’IDV, ha sempre sostenuto l’abolizione delle province, bolla come uno spot d’immagine del Governo Monti, la riduzione del ruolo e l’azzeramento degli organi delle province, ipotizzando ripercussioni negative sulla Regione, i Comuni e i cittadini. Al di la della evidente rabbia personale e politica che Pettinari mostra per la conclusione imminente, entro pochi mesi, del suo incarico, vogliamo allargare il ragionamento. Innanzi tutto ribadiamo come, vista la sensibilità del tema, la Provincia avrebbe dovuto dimostrare concretamente, ogni giorno ed in ogni suo atto, la sua utilità. Certamente Pettinari e il centro sinistra non hanno brillato per efficienza, mostrando in ripetute occasioni tutta la deprecabilità dei giochetti di potere e mortificando il ruolo dell’opposizione che non e’ stata degnata neanche della possibilità di svolgere mozioni o interrogazioni sulle scelte effettuate e soprattutto non ha ancora presentato (seppur il tempo e’ scaduto) il programma di mandato ed il Piano generale di Sviluppo Provinciale.
Fatto ancora piu’ grave e’ rappresentato pero’ dalla sottovalutazione del ruolo della Conferenza Provinciale delle Autonomie che gia’ per l’attuale organizzazione legislativa doveva avere un peso determinante nella scelta dei programmi infrastrutturali, l’attivazione di progetti strategici con l’Unione Europea come noi avevamo avviato il progetto “Covenant of Mejors”, il piano per lo sviluppo dei sistemi educativi e dell’organizzazione scolastica provinciale, la revisione del PTC, la maggiore finalizzazione dei fondi comunitari destinati alla formazione, alla creazione d’impresa e alla difesa e allo sviluppo del lavoro . Noi rappresentanti dei moderati avevamo già interpretato il cambiamento dei tempi ed intuito ciò che sarebbe accaduto, tanto che l’abbiamo già scritto nel programma elettorale della primavera del 2009. E’ evidente a tutti che occorre razionalizzare i livelli di governo, escludendo ogni possibile sovrapposizione fra enti e ridurre senza indugi, i costi di gestione. In tal senso il Governo precedente dei moderati di centro destra aveva già avviato l’iter di riforma costituzionale per l’abolizione delle Province con la creazione di un governo di secondo livello organizzato in collaborazione con la Regione ed i Sindaci, senza costi per la cosiddetta “politica”, per cui siamo d’accordo col Governo Monti che, finchè non verrà modificata la costituzione, occorre ricondurre le province ai soli ruoli di indirizzo e coordinamento dell’area vasta.
Il decreto dice anche che la titolarità di qualsiasi carica, ufficio o organo di natura elettiva di un ente territoriale non previsto dalla Costituzione, si intende a titolo esclusivamente onorifico e non può essere fonte di alcuna forma di remunerazione, indennità o gettoni di presenza. Pertanto le province avranno il ruolo di enti di secondo livello, eletti dai comuni, al fine del loro coordinamento territoriale. Saranno i comuni ad eleggere dieci consiglieri loro rappresentanti e tra loro un presidente che disporrà solamente di una segreteria amministrativa e tecnica. Non dimentichiamo inoltre che il numero dei consiglieri provinciali è già stato portato da 24 a 12 dal Governo di centro destra con le recenti Leggi di stabilità della finanza pubblica. Quindi entro i prossimi 4 mesi la Regione, o in subordine il Governo, definirà il trasferimento delle competenze e del personale, ricollocando molte delle funzioni che le province oggi esercitavano per delega regionale e affidando i ruoli di gestione ai comuni che potranno gestirle anche in forma associata. Qui potra’ giocare il ruolo migliore la politica assecondando le scelte degli Enti locali magari ipotizzando proprio una gestione di area vasta simile a quella dell’attuale Provincia ma senza i costi della politica. Costi della politica che non sono, si badi bene, il costo dei Consigli, delle Giunte o quant’altro ma anche nella scelta delle forme di gestione delle funzioni, del numero di dirigenti e delle funzioni aggiuntive attivate, che in questi anni hanno fatto diventare (per il solito giochetto della creazione di consenso da parte della sinistra) un carrozzone le Province».



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