La malattia e il dolore nell’opera di Susan Sontag. Lucrezia Ercoli ospite a Milano dell’undicesima edizione de “Il tempo delle donne”, la festa-festival organizzata dal “Corriere della Sera” (in svolgimento a Milano fino a domenica) con centinaia di ospiti da Ambra Angiolini a Carlo Verdone, da Monica Guerritore a Vincenzo Mollica, Mario Draghi a Gino Cecchettin, da Rose Villain a Valerio Lundini.
La direttrice artistica di Popsophia ha relazionato ieri nel panel dedicato al tema “Il dolore è una questione di genere” con Antonella Viola. L’approccio scientifico della narrazione è stato intervallato dalla riflessione filosofica della scrittrice e docente maceratese che ha proposto una riflessione sull’argomento attraverso l’opera di Susan Sontag e il suo saggio fondamentale “La malattia come metafora”.
«Sontag ci dice che tutti noi abbiamo una doppia cittadinanza – racconta Ercoli – quella del mondo dei sani e quella del mondo dei malati. Vorremmo avere solo il passaporto del mondo dei sani, ma almeno una volta nella vita dobbiamo soggiornare in questo paese. E Sontag affronta gli stereotipi connessi alla malattia, giudicanti, colpevolizzanti che invece di aiutare il malato aumentano la sua sofferenza. Decostruisce quelle metafore belliche connesse alla malattia che già 50 anni fa che metteva il malato in un angolo». Il convegno, dopo l’introduzione di Lucrezia Ercoli ha poi affrontato il tema del dolore cronico nelle donne e gender gap nella medicina con relatori e scienziati illustri da Antonella Viola Maria Di Biase, Paolo Fedeli, Silvia Natoli e Nicoletta Orthmann.
Mille chilometri per cinque minuti di visibilità (onestàmente non ci ho trovato null'altro nella sua riflessione), mi fa pensare sul come e dove vadano spesi molti soldi per organizzare certi eventi sparsi nel Paese.
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