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Dai turni pesanti a ferie e precariato,
i nodi alla casa di riposo Porcelli:
«A vuoto l’ennesimo tentativo di accordo»

TOLENTINO - Uil Fpl e Rsu all'attacco: «Asp civica alla deriva. Domani riprende il tavolo della contrattazione, finora non hanno nemmeno dedicato 5 minuti alle nostre proposte. Speriamo che ci siano ancora spazi per arrivare a fare scelte condivise»

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Andrea Santavicca, segretario Uil Fpl Macerata

«Asp Civica alla deriva. Naufragato nei giorni scorsi l’ennesimo tentativo di trovare un accordo sulle materie che il contratto demanda alla negoziazione e che stanno a cuore ai lavoratori della Casa di Riposo Porcelli di Tolentino» così il segretario generale territoriale Uil Fpl Macerata, Andrea Santavicca e i delegati Rsu. Domani, dicono i sindacalisti «riprende il tavolo della contrattazione in atto da mesi tra i sindacati e una direzione sempre più sola al comando che nei giorni scorsi si era interrotto bruscamente con l’abbandono della parte sindacale dopo che il nostro ennesimo tentativo di portare dentro la piattaforma proposta dall’ Asp Civica di Tolentino anche le istanze che i lavoratori hanno affidato ai neoeletti Rsu è stato ancora una volta vergognosamente rispedito al mittente. Non hanno avuto neanche la bontà di leggere il testo proposto e men che meno di dedicare 5 minuti a valutare seriamente e prendere in considerazione le proposte presentate da mesi dalla Rsu e che abbiamo cercato di calare con grande sforzo di responsabilità all’interno di una proposta aziendale che doveva essere una base di discussione e non un diktat».

Continuano i sindacalisti, sottolineando che la proposta «se sganciata da tutta una serie di interventi sull’organizzazione e la gestione delle risorse a cominciare da quelle umane, dal personale, appare sempre più solo una scatola vuota. Se non altro perché è la riproposizione sterile, in qualche caso probabilmente anche peggiorativa, di quanto il contratto nazionale dice già da solo e pure meglio. Secondo la direzione, che si ostina a non accogliere le primarie istanze dei lavoratori, una questione di metodo. Una questione invece squisitamente di merito e di contenuti secondo noi. Un atteggiamento che purtroppo in realtà maschera (male) il fatto che non c’è la benché minima volontà dalla parte datoriale di accogliere le istanze proposte e si cerca di slittare in avanti ogni scelta concreta al riguardo quando invece è imprescindibile per un cambiamento che non è più rinviabile. A questo punto della storia del resto però possiamo anche immaginare che questa delegazione aziendale possa sentirsi ormai anche un po’ di fatto delegittimata. Se non altro perché il Cda che dovrebbe rappresentare ancora oggi si è completamente e definitivamente dissolto.

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La casa di riposo di Tolentino

Una delegazione che comunque, al netto di questa e di ogni altra considerazione, è chiaramente responsabile di aver fatto passare invano mesi preziosi che avrebbero già dovuto dare risposte concrete alle molteplici criticità sollevate a cominciare dal rispetto dei carichi di lavoro sempre più pesanti che incidono negativamente sulla qualità dell’assistenza erogata e sul benessere sia degli ospiti che del personale in servizio, dai turni sistematicamente stravolti, dai riposi saltati o slittati e dal diritto alle ferie che non viene sempre assicurato puntualmente oltre che dalla piaga del precariato che riguarda quasi la metà degli addetti.

Tutte queste problematiche, come anche il mancato riconoscimento del diritto alla mensa e dei tempi per indossare la divisa previsti da tempo espressamente dal contratto nazionale, sono vere e proprie ferite aperte per tanti lavoratori che non a caso alla prima occasione cercano di andarsene. Fino ad oggi però non si è stati neanche capaci di ammettere l’esistenza di tanto malessere che serpeggia ovunque e men che meno di cogliere i segnali di questo disagio che però noi proprio per questo abbiamo deciso di certificare. Decine, solo nell’ultimo mese, le segnalazioni che abbiamo raccolto per dare prova di quanto stiamo sostenendo senza mai smettere di credere che la strada maestra non sia il contenzioso ma una soluzione, necessariamente condivisa, che però deve essere trovata in fretta.

Non a caso, dopo che si è consumato lo strappo, proprio quando sembrava che la goccia stesse per far traboccare il vaso e che le parti si fossero ormai irrimediabilmente allontanate, ci è arrivata da questa Direzione, inaspettata, un’altra convocazione che pare lasci trasparire una nuova apertura. Questa volta infatti, per la prima volta, essa contiene anche il riferimento a quelle materie che non abbiamo mai smesso di chiedere con decisione e convinzione che diventassero oggetto di contestuale accordo tra le parti perché comunque tutte materie negoziali.

Se sia questo il frutto di un sincero ravvedimento della direzione e della delegazione aziendale che, seppur fuori tempo massimo, ha deciso di rivedere il proprio rigido approccio o, come qualcuno teme, sia in realtà solo l’ennesimo specchietto per le allodole buttato lì per indurci a più miti consigli, domani lo scopriremo subito. A noi piace sperare fino all’ultimo che ci siano ancora spazi e che si possa ancora arrivare a fare scelte condivise nel vero interesse dei lavoratori e degli ospiti. Siamo aperti ad ogni soluzione che inizi a dare risposte concrete purché di sostanza e non fatta di soli impegni aleatori. Di sicuro il nostro approccio rimarrà convintamente quello che finora abbiamo ribadito e argomentato in ogni occasione.

Questa contrattazione prima di tutto deve essere in grado di reperire nuove risorse, o almeno creare le condizioni perché ciò si realizzi nell’immediato seppur nel rispetto dei vincoli e delle compatibilità. Esse vanno necessariamente ricercate però perché diversamente il contratto integrativo rimarrà ancora a lungo una scatola vuota».

 



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