«Mithun, per noi è omicidio:
pronta nuova denuncia»

«Presenteremo denuncia per l’omicidio volontario di Mithun». Così l’avvocato Federico Valori nel corso dell’incontro che si è svolto nel pomeriggio a Treia proprio per ripercorrere il caso del 26enne studente dell’università di Camerino e trovato senza vita il 7 agosto del 2016 in un annesso di Villa Castellano a Porto Sant’Elpidio.

La mamma di Mithun, Lorena Poddine

Il legale assiste la famiglia di Mithun insieme agli avvocati Benedetta Tommasoni e Rossano Romagnoli. «Non molliamo, non abbiamo mai creduto al suicidio presenteremo denuncia per omicidio volontario – ha detto l’avvocato Tommasoni -, abbiamo sospetti, formulati in base a indagini difensive condotte in tutti questi anni e che ci portano verso un indirizzo preciso. Speriamo che ci sia una procura che si decida ad aprire le indagini e fare il suo dovere». «Ci accingiamo nei prossimi 15 giorni a denunciare per omicidio volontario. Dovranno iscrivere il procedimento e semmai archiviare ma motivando» ha detto l’avvocato Valori. La procura di Fermo nel maggio dello scorso anno aveva archiviato l’indagine dopo che il gip ne aveva ordinato la riapertura. Per gli inquirenti quello di Mithun Rossetti è un suicidio. Per i famigliari no anche perché non avrebbe avuto motivo di togliersi la vita.

La mamma, Lorena Poddine: «Mithun sarebbe felice di vedervi qui, purtroppo questa vicenda è stata subito dura, oltre ad avere trovato Mithun in quelle condizioni ci siamo trovati con gli inquirenti che avevano una verità già in tasca: per loro mio figlio si era suicidato, secondo loro aveva bevuto e si era drogato, questo hanno pensato subito. Abbiamo fatto tante cose per dire che la conclusione non è questa, e abbiamo trovato riscontri oggettivi, fino a trovare foto nel cellulare di mio figlio che la procura non è stata capace di trovare. Sì tratta di selfie fatti 20 minuti prima che i carabinieri mi chiamassero per dirmi che c’era stato un incidente. Mi chiedo se abbiano visionato chi c’era con lui nei selfie. Abbiamo combattuto anche per l’autopsia, dopo tre giorni gliel’hanno fatta. Perché 3 giorni dopo? Perché il cellulare, trovato dopo un mese all’aperto, era perfettamente funzionante? Tante cose non sono andate ma hanno archiviato tutto». Presente all’incontro anche l’onorevole leghista Tullio Patassini, treiese: «Esprimo solidarietà per la famiglia, è importante tenere alta l’attenzione. Mithun era un ragazzo con tanti sogni e speranze – ha detto Patassini -, la verità è la cosa più importate. Sia per la famiglia ma anche perché se c’è ancora qualcuno fuori è giusto venga assicurato alla giustizia». Il dibattito è stato animato da tre giornalisti che si sono occupati del caso: Marco Gregoretti (Quarto Grado), Gianluca Ginella di Cronache Maceratesi e Fabio Castori del Resto del Carlino che hanno raccontato delle indagini e di come si è sviluppata la vicenda di Mithun. «Noi non molliamo – ha concluso l’avvocato Valori -, vogliamo accendere tutte le luci». L’incontro è stato organizzato dal movimento Uniti per Treia.

(foto di Francesca Marsili)

Al microfono, Gianluca Ginella, giornalista di Cronache Maceratesi

A destra della mamma di Mithun, l’avvocato Benedetta Tomassoni e il deputato Tullio Patassini

Marco Gregoretti, giornalista di Quarto Grado

In piedi, l’avvocato Federico Valori