di Maurizio Verdenelli
‘Mattei superstar’ al ‘Piermarini’ di Matelica, il ‘suo’ teatro. Dove nel giugno 1953 ricevette la cittadinanza onoraria a pochi mesi (il 19 febbraio, legge 136) dall’aver fondato l’Eni. Non poteva la piece di Fabio Bonso a metà tra il musical e la fiction, non partire da ‘quel’ discorso nel quale il Grande Enrico, pur nato ad Acqualagna da padre aquilano, faceva completra professione del suo essere completamente ‘matelicese’ e di dover tanto del suo successo al costume di questa gente da sempre ‘al confine’ di due terre -maceratese e fabrianese. Da Fabriano infatti quel giorno dell’estate di 61 anni fa, venne ad celebrarlo l’amico di sempre, Aristide Merloni insieme con il figlio maggiore, l’ingegnere (appena laureato) Francesco. Non fu un caso – come rivelò a chi scrive (cfr ‘La leggenda del santo petroliere’, Ilari editore) se dopo quella cerimonia, pronubo l’incontro fortuito in piazza con Giovanni Ferretti ‘lu malfattu’, si posero di lì ad un anno le fondamenta di un’azienda che avrebbe avuto fortuna: lo stabilimento di bombole. Ecco l’azione! la repentinità delle decisioni che superate di un balzo -spesso nottetempo- le pastoie della burocrazia (Mattei si vantava di aver violato 8 mila ordinanze sindacali nel metanizzare le città italiane) hanno fatto del fondatore dell’ Eni un esempio del dopoguerra.
Un ‘rullo compressore’ ante litteram, senza proclami ed annunci tuttavia: un modello che sembra essere ora fatto proprio da Matteo Renzi, già sindaco di quella Firenze all’ombra della quale e grazie ad un altro grande primo cittadino, Giorgio La Pira, Mattei costituiva le fondamenta per l’espansione internazionale dell’ente nazionali idrocarburi che in modo preveggente lui voleva in realtà denominare Ene (Ente nazionale energia). Su questo il musical/fiction di Bonso, per ‘RuvidoTeatro’, ha molto lavorato: un messaggio pieno d’attualità. Tanto che, alla fine, salito sul palco Paolo Sparvoli, sindaco e presidente della Fondazione Mattei, lo ha fatto ‘proprio’. Riferendosi direttamente, Sparvoli, alle contestazioni per l’insediamento sul territorio di aziende e alla sua volontà di ‘andare avanti’ per il rilancio del paese. A maggio saranno tre le liste per il rinnovo del consiglio comunale: quella del sindaco uscente, del Movimento 5 stelle e dell’opposizione unita guidata da Alessandro Delpriori (“Tutti contro di noi, pazienza, combatteremo all’ombra delle inimiche lance” dice Sparvoli/Leonida). Per chi avrebbe votato a Matelica il 25 maggio, il Grande Enrico, partigiano ‘bianco’ e deputato dc? Difficile rispondere in modo ortodosso, anche perchè …“Pensa che mio zio, nel suo particolare individualismo, sarebbe stato in minoranza, anzi praticamente lo era, nella sezione cittadina della Democrazia Cristiana” rivelò un giorno Paolo Mattei, figlio di Italo, ad un perplesso e strabuzzante Antonio Pettinari, presidente della Provincia ed alchimista principe del Laboratorio Marche.
In un Piermarini strabocchevole (“affollata per la prima volta anche la balconata” ha osservato compiaciuto Sparvoli al regista Benso che gli chiedeva perlomeno una replica) tanti i ‘ragazzi di Mattei’. Tra questi il consigliere comunale di Macerata Ivano Tacconi, gli uomini dell’APVE con il presidente Oscar Ferracuti e l’ex sindaco Gilberto Cruciani, e in rappresentanza dell’archivio storico Eni di Roma, Anna Landolfi. Da parte sua, in prima fila, l’assessore provinciale alla Cultura, Massimiliano Bianchi ha dichiarato: “Siamo tesi alla valorizzazione di protagonisti della nostra Terra, ad ogni livello: Mattei è naturalmente in prima fila. Davvero apprezzabili anche queste iniziative di grande valenza comunicativa e popolare”,
Il riferimento è per l’Ingegnere. Cinquantacinque persone, attori e musicisti impegnati full time un mese intero per l’allestimento con l’organizzazione di Vania Marcato. Comprese ogni fascia d’età: in effetti faceva impressione la vistosissima cresta rossa di un musicista della Banda ‘Veschi’ con le canizie di alcuni dei coristi della Polifonica ‘Antonelli’. L’arraggiamento e la direzione musicale si deve ai maestri Gabriele Bartoloni e Cinzia Pennesi, prima direttrice d’orchestra italiana e da qualche tempo matelicese d’adozione. Il cast: Nadia Biocco, Deborah Biordi, Michele Carta, Massimo Damiani, Davide Errico, Sara Fruganti, Emanuela Gatti, Simone Giannelli, Gerardo Di Giovine, Francesco Mentonelli, Katia Rocchegiani, Anna Sommella. Ovation per quest’ultima che ha vestito sulla scena i panni di Angela Galvani, la madre di Enrico. Brava la ragazzina con la ‘divisa’ dell’Istituto Fidanza. Meno credibile chi ha indossato quelli di Greta Paulas, la bellissima ballerina austraica, moglie di Mattei. Più credibile l’attrice nei panni della popolana che alla festa di Sant’Adriana si affaccia dai palchi del ‘Piermarini’ in una quadro pieno di energia e colori, al modo del Living Theatre. Benissimo la prima parte de ‘L’Ingegnere’, resa in tono minore la seconda -il finale manca forse di un po’ di suggestione. Buona l’idea del giornalista-narratore. Ottima la drammatizzazione delle verità ‘nascoste’. Vive di luce propria (come purtroppo il display di un telefonino nelle primissime file, per quasi tutto il tempo) l’interprete principale, Davide Rioj -”seppure l’avessi preferito talvolta con l’inseparabile cappello” nota Sebastiano Gubinelli, uno dei ragazzi di Mattei, gran custode e rifornitore del tragico bireattore fatto esplodere sul cielo di Bascapè la sera del 27 ottobre 1962. Vive di luce propria, dicevamo anche se Rioj non ha lo slang ‘matelicese’ (pure Massimo Ghini in tv ne ‘L’uomo che vedeva il futuro’ non pronunciava perfettamente Matelica) in una serata dove Mattei dopo 61 anni, è tornato sul ‘suo’ palcoscenico a riprendersi Matelica e Matelica a riprendersi ‘Enrico’. Lui, che appartiene alla città intera, all’Italia e al mondo non a questo o a quella soltanto.
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