La discarica di Mogliano
minaccia la porchetta di Righetto

Discussione in Consiglio comunale e vista del presidente della Provincia Pettinari per uno dei cinque siti individuati. Preoccupazione anche per l'azienda agricola di Simone Forti

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di Alessandra Pierini

La Provincia di Macerata è in piena emergenza rifiuti e non ha al momento una discarica utilizzabile. Il prossimo sito è stato individuato a Cingoli dove però diversi ricorsi bloccano l’iter per la realizzazione della struttura. Intanto negli altri Comuni che hanno dato la loro disponibilità , l’attenzione dei cittadini resta sempre alta. Si è parlato della discarica di Mogliano, ieri sera nel corso di un partecipato consiglio comunale durante il quale componenti della minoranza hanno chiesto all’amministrazione di chiarire la sua posizione in merito alla discarica. Il sindaco Flavio Zura che nel 2009 aveva dato la disponibilità del Comune alla realizzazione di una discarica (leggi l’articolo), durante l’assemblea cittadina di ieri sera si è detto favorevole a partecipare ad un tavolo istituzionale per trovare la sede più opportuna e ha dichiarato di aver indicato alla Provincia di Macerata dei siti alternativi che non sono però stati considerati idonei.
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Nei giorni scorsi il presidente della Provincia Antonio Pettinari ed alcuni tecnici della Provincia si sono recati in Contrada Commenda per prendere visione dell’area e verificare se è effettivamente adeguata a diventare un sito per l’abbancamento dei rifiuti.
La loro visita non è passata affatto inosservata e ha riacceso forti preoccupazioni tra i residenti del piccolo comune. Simone Forti è un giovane imprenditore agricolo che risiede in contrada Commenda, sito scelto, con la sua famiglia. La sua azienda ha una superficie di circa 56 ettari coltivati con le tecniche dell’agricoltura biologica e alleva bovini da carne iscritti alla Bovinmarche.

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L'area in cui dovrebbe sorgere la discarica di Mogliano

 

Simone è subentrato nella conduzione al padre Carlo che comprò l’azienda insieme al fratello negli anni ’70. « Per avere la piena titolarità – ci racconta Simone – ho rilevato la quota di mio zio accendendo nel 2007 un mutuo fondiario ventennale di 300.000 euro per effettuare anche ulteriori investimenti. Oggi la mia azienda ha una valida struttura patrimoniale e produttiva idonea a garantire un futuro a me e alla mia famiglia. La discarica dovrebbe essere realizzata proprio nel cuore della mia azienda sulla quale ho investito tanto quindi c’è poco da stare tranquilli».

L’area indicata per la discarica è in linea d’aria a una distanza inferiore a 500 metri dal laboratorio di Enrico Sebastiani, molto più conosciuto come Righetto, per la sua attività gastronomica, iniziata i primi anni del secolo scorso quando il nonno preparava artigianalmente la porchetta e le tante prelibatezze degli insaccati di maiale, e si muoveva lungo tutto il territorio marchigiano per far conoscere le proprie bontà. Righetto ha continuato la tradizione con una rosticceria itinerante e sempre più moderna. «Il mio laboratorio a marchio CE – spiega – si trova nelle immediate vicinanze del sito e lì c’è anche tutta la mia attività. Tra l’altro stiamo lavorando ad un importante progetto per allestire in quella zona un grosso gazebo che sarebbe servito da ristorante quindi l’evolvere della vicenda mi interessa molto da vicino».

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Nell'area c'è anche un laghetto

Nel 2009, quando il Comune di Mogliano fu inserito tra i 5 siti disponibili, nacque anche il Comitato “Mogliano Ambiente e Salute” che da allora non ha mai staccato la spina dell’attenzione e ha sempre vigilato con attenzione sulla vicenda discarica. «Mogliano – spiega il presidente Romano Nardi – è uno dei comuni di minore estensione della provincia, ci sono case ogni pochi metri e ovunque decideranno di fare una discarica ci saranno sempre dei residenti che dovranno sacrificarsi, tanto più se consideriamo che l’impatto di siti di questo genere ha un raggio di 2 chilometri». In questi anni i componenti del comitato si sono battuti per evitare la discarica e motivano la loro opposizione con diverse osservazioni: «Innanzitutto – spiega l’avvocato Nardi – se c’è un piano provinciale va seguito e la graduatoria che vedeva Mogliano all’ultimo posto deve essere rispettata. C’è poi il problema del traffico: l’area sulla quale dovrebbe sorgere la discarica è al confine con Massa Fermana ed è scomodissima raggiungere, anche se si decidesse di costruire una strada ad hoc questa passerebbe dentro al paese o immediatamente fuori con conseguente aumento esponenziale della circolazione. Molto vicino all’area scelta c’è anche un fiume e una falda acquifera. Infine non possiamo accettare che in alcuni comuni, ancora oggi non si riesca a fare la raccolta differenziata quando noi siamo da questo punto di vista uno dei comuni più virtuosi».



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