Nel silenzio di piazza Giacomo Leopardi, in questo pomeriggio di novembre, è scesa la nebbia ad aggravare un’atmosfera sospesa. Montecassiano è deserta, i negozi sono chiusi e i bar vuoti. Tutti sono nella chiesa di Santa Maria Assunta che pur nella sua magnificenza non riesce ad accogliere tutti e molti sono rimasti fuori. Sicuramente Ramona Carbonari, la ventiseienne morta per un’embolia dopo due giorni di coma (leggi l’articolo), è passata tante volte per quella piazza nella sua pur breve vita: durante il Palio dei Terzieri dove partecipava con la sua contrada San Nicolò, con la banda musicale e nelle feste di paese.
Il Palazzo dei Priori avrà fatto da scenografia a tanti momenti importanti ma in tutti questi il paese era in festa, non come oggi pomeriggio quando tutti si sono riuniti per darle un ultimo saluto, quando il clima di festa, le note musicali e l’allegria sembrano così lontane che quasi il ricordo se ne perde nella memoria. Il silenzio è irreale e solo i rintocchi della campana scandiscono gravosamente ogni attimo. Troppo presto e troppo vivo il dolore per poter pensare ai bei momenti vissuti da Ramona, strappata alla vita in una maniera così subdola e incomprensibile, mentre sembrava nel pieno delle sue forze.
Due ali compatte di gente hanno accolto la sua bara bianca e l’hanno poi accompagnata in un corteo guidato da Don Pierandrea Giochi che ha celebrato l’omelia al cimitero del paese. Il fratello Marco, il fidanzato Federico e tanti amici hanno preso in spalla il feretro al termine della celebrazione, all’uscita dalla chiesa, e l’hanno tenuto stretto, quasi per non lasciarla andare. Dietro a lei papà Maurizio, idraulico e la mamma Anna Flamini, distrutti dal dolore.
Nella commozione profonda di tutti, a salutarla gli applausi della sua gente, dei suoi amici che in questi giorni hanno riempito di messaggi la sua bacheca di Facebook e hanno ricordato la sua gioia, il suo sorriso e le sue battute che tanto contrastano con la tristezza del saluto di questo pomeriggio quando tra la nebbia, in tanti hanno sperato, come alla fine di un incubo, di vederla ad un tratto arrivare in piazza, come aveva fatto tante altre volte.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati