di Alessandra Pierini
“E’ un cotillon, è il cioccolatino sul comodino dei turisti”: così Evio Hermas Ercoli ha definito “Sferisterio” la guida breve da lui curata e realizzata dalla Camera di Commercio di Macerata, il cui presidente Giuliano Bianchi, come ha sottolineato Ercoli, è “il consorte di una erede dei cento consorti” visto che la famiglia Tambroni-Armaroli alla quale appartiene sua moglie è tra i firmatari per la costruzione del monumento.
“Sferisterio” è un elegante pubblicazione in un formato originale e con la copertina rossa sulla quale il monumento appare in una bella immaginde del passato: “In un periodo di crisi come questo – ha detto Ercoli – se non sappiamo dove andare, dobbiamo guardare da dove veniamo. Se dalle statistiche fatte, abbiamo avuto la spiacevole sorpresa che Macerata è poco conosciuta fuori dalla cinta muraria, compensa il marchio Sferisterio che invece è ormai riconoscibile e subito ricollegato a Macerata.”
Le prime pagine della guida sono dedicate a Macerata, alla sua provincia, alle sue ricchezze e ai suoi teatri. Lo Sferisterio appare in una mappa catastale del 1873 e sembra quasi appoggiato alle mura cittadine: “La posizione dello Sferisterio – aggiunge Ercoli – fa capire la ritrosia ad essere demolitori.” Nelle pagine successive lo Sferisterio diventa protagonista e viene raccontato in tutte le sue dimensioni. La prima è quella di architettura originale e assolutamente unica, come emerge dalla sezione, dalla dettagliata assonometria pittorica e dalle tavole originali, macchiate e ingiallite dallo scorrere del tempo, del progetto di Ireneo Aleandri, celebre architetto del monumento. Di Sferisterio non si può parlare senza far riferimento al gioco della palla al bracciale per il quale è nato: “Il gioco era talmente famoso – racconta Ercoli – che nello Sferisterio romano di Palazzo Barberini si giocava tutti i pomeriggi e il gioco aveva un seguito notevole di scommesse, lo stesso accadeva a Macerata.” Quello che invece molti non sanno è che all’interno dello Sferisterio si giocava la giostra dei tori: “Le gradinate dello Sferisterio precisa Ercoli – sono così alte proprio perchè il pubblico non fosse colpito dalle cornate, al di sotto delle gradinate si trovavano le stalle.” il racconto prosegue con l’Aida organizzata nel 1921 dal Conte Pieralberto Conti, con il concerto di Beniamino Gigli. La storia, oltre ad essere narrata a parole, è illustrata di pagina in pagina da bellissime immagini, tra queste celebre è quella dell’imponente muro del monumento ricoperto di striscioni pubblicitari.
La storia riprende dal 1967 con la riapertura voluta da Carlo Perucci. Da quel momento numerosi sono stati i momenti memorabili e le immagini passano in rassegna le scenografie più particolari e di successo. Un capitolo a parte meritano La Boheme di Ken Russel, al termine della quale la Mimì pucciniana moriva di overdose, che segna secondo Ercoli il passaggio all’internazionalizzazione dello Sferisterio e la Traviata di Svoboda con uno specchio inclinato che rifletteva ciò che accadeva sul palco fino a dare l’immagine kafkiana del pubblico che entra nella scena. Si passa poi agli eventi musicali diversi dall’Opera quali il Festival Jazz e Musicultura. “Il viaggio continua” si intitola l’ultima pagina che latro non è che un’immagine, quasi orbicolare, dell’allestimento del Flauto Magico curato nel 2006 da Pier Luigi Pizzi.
Secondo Giuliano Bianchi, Presidente della Camera di Commercio, la guida è “una sintesi maneggevole che sostituisce i volumi più grandi scritti in questi anni, in sintesi ma c’è tutto.” Saranno stampate 8.000 copie, di cui 5.000 in italiano e 3.000 in inglese e in futuro sono previste anche altre lingue.
“E’ un sogno che si realizza” secondo Pierino Bellesi, editore della pubblicazione che ha proposto una edizione di lusso, completa in occasione della 50ma stagione.”
Arriva trafelato alla presentazione anche Pier Luigi Pizzi: “Come potete immaginare ho una giornata frenetica. Lo Sferisterio, come descritto, è bellissimo ma un palco di 100 metri è difficile per quanto affascinante. In questi giorni non ci siamo fatti mancare nè il freddo, nè le tempeste di sabbia, nè il fuoco, ci stiamo battendo contro tutto e tutti coloro che vorrebbero che lo Sferisterio non avesse una storia e con risorse sempre più ridotte.” Mentre scappa alle prove del Vespro conclude: “Siamo assediati di gente che vorrebbe venire ma purtroppo il San Paolo non riesce a contenere tante persone.” E lo Sferisterio Opera Festival continua…
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Il Vespro era in programma in Arena. Come mai si farà al San Paolo?
La trafelazione del maestro Pizzi mi ricorda tanto i Blues Brother
“….In questi giorni non ci siamo fatti mancare nè il freddo, nè le tempeste di sabbia, nè il fuoco, ci stiamo battendo contro tutto e tutti coloro che vorrebbero che lo Sferisterio non avesse una storia e con risorse sempre più ridotte….”
“…….Ero… rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C’era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C’è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia! Lo giuro su Dio!….”
Lei Cerasi non conosce i motivi del cambio sede?
@Tagliabue
L’unico rapporto che ho è quando vado al botteghino a comprare i biglietti.
L’unica ipotesi è che ci siano state delle scelte tecniche (e sarebbe ertanto giusto sapere quali); oppure in subordine che forse non si sarebbe riempita l’Arena e si voleva evitare di far vedere troppe sedie vuote
L’unica cosa che noto è che vi è un profiquo scambio di informazioni tra il SOF ed il Comune di Macera.
Infatti sul sito del Comune (http://www.comune.macerata.it/Engine/RAServePG.php/P/131601CMC0400/M/33292CMC0417) ameno fino ad oggi 29/072010 ale ore 16.25 il Vespro viene indicato come da svolgersi all’Arena e non al San Paolo.
Eppure mi sembra che tra Comune e SOF vi siano degli addetti stampa e che, pertanto, se ci sono delle variazioni dovrebbero essere immediatamete segnalate: così sembra invece che tutto venga fatto con pressappochismo e superficialità.
Il primo ad uscire con un comunicato ufficiale deve essere il teatro stesso, con tanto di motivazioni. Sono certa che il problema è legato alla bassa vendita di biglietti. Se avessero venduto i 2000 biglietti per l’Arena non avrebbero sicuramente sistemato 2000 spettatori al San Paolo. Chissà a quanto ammonta il mancato incasso dovuto al cambio sede ( al netto degli inviti)?
Oppure Pizzi che si sente così assediato ha pensato bene di rifugiarsi in ritirata nella prima chiesa che ha trovato nel suo cammino….
Certo è che anche quest’anno LO SFERISTERIO si aprirà FUORI DALLO SFERISTERIO.
Mi pare di aver sentito qualche giorno fa al TG Marche che lo spostamento al chiuso si è reso necessario perché non sarebbe stato possibile garantire la qualità dei suoni all’aperto, dato che si useranno strumenti d’epoca.
Sul sito del Comune, non aggiornato, compare il salva-anime:
“La Direzione si riserva di apportare modifiche al presente programma”
quindi possono disinteressarsi ad aggiornarlo….. Anche se NOn aggiornandolo non è che fanno una bella figura.
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Sulla motivazione che lo danno al chiuso per garantire la qualità del suono mi pare incredibile ed impossibile che SOLO a pochi giorni dallo spettacolo ci si accorga che all’aperto sarebbe venuto fuori una schifezza.
Ma come del Vespro se ne è parlato così tanto e così molto e così a lungo che soltanto nell’imminenza ci si accorge che, per gli strumenti usati, un locale aperto avrebbe disperso il suono???
Francamente mi pare una patetica scusa, soprattutto se una delle funzioni del sovraintendente è quella di evitare simili errori di location
Scusate l’impertinenza: ma… quanti biglietti sono stati venduti?
Sembrerebbe 600-700 biglietti, ma il dato va preso con il beneficio d’inventario perchè a momento non è ancora ufficiale