Spazio pubblicitario elettorale

Giuseppe Testa,
l’ultimo dei vasai

- caricamento letture

testa1

di Alessandra Pierini

Entrare in un caleidoscopio: è questa la sensazione che si ha entrando nella bottega di ceramiche Testa. Porte, pareti e persino il soffitto è ricoperto di pezzettini di ceramica colorati e dalle mille sfaccettaure. In questo piccolo e sperduto angolo di mondo è piacevole farsi cullare dall’andamento lento e incessante del tornio e guardare i materiali che prendono forma e si trasformano in vasi, lisci e levigati, posti con attenzione ad ascgiugare. L’artefice di questa piccola magia è Giuseppe Testa, ultimo dei coccià appignanesi: “Mi fanno scrivere dal 1860 – ci mostra orgoglioso l’abile artigiano – perchè mio nonno Giuseppe e mio padre Giacinto erano anche loro vasai… certo, questi li conoscevano tutti, ma chissà magari prima di loro c’erano altri miei antenati coccià ormai dimenticati.”

testa2

Ovunque vasi colorati, piatti e vecchissime foto danno alla bottega un qualcosa di familiare e fanno sentire i clienti a proprio agio, lo sanno bene gli appignanesi che spesso la sera si ritrovano qui per scambiare due chiacchiere. “E’ da quando avevo 8 anni – ci racconta Giuseppe – che faccio il vasaio. Prima ho iniziato con mio padre, poi ad Appignano è arrivato l’acquedotto e se prima i vasi erano necessari in ogni casa poi hanno perso la loro funzione indispensabile ed il settore è entrato in crisi lasciando strada ai falegnami. Ad Appignano eravamo in tantissimi ma presto molti scomparvero. Io stesso per un periodo lavorai nel mobilificio Accorsi, ma poi tornai al primo amore. Un lavoro duro, difficile che richiede grande maestria ma che faccio con passione.”

testa3

La passione che si legge negli occhi vispi, nelle mani rugose e segnate dal lavoro e nelle sue parole emozionate al solo pensiero di raccontare. “Nessuno vuole più fare questo lavoro – ci dice Testa – non si adatta ai tempi moderni, serve tempo, pazienza, attesa. Ogni tanto viene qualcuno ad imparare ma se ne vanno dopo qualche giorno. Mio figlio Mauro è architetto e ha preso tutta un’altra strada. In questo periodo sto insegnando alla scuola di ceramica organizzata dal Comune. E’ bello, mi piace molto.” Così la ricchezza di un antico mestiere continua a vivere ogni giorno nella bottega Testa e  in ogni pezzettino di ceramica c’è un po’ della nostra tradizione che, come il tempo che scorre sempre più veloce, si perde e se ne va.

testa4



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page

Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Gianluca Ginella. Direttore editoriale: Matteo Zallocco
Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X