
Alcune scene dell’allestimento
Come se i dieci anni di stop non ci fossero mai stati. Il Presepe vivente di Pievefavera – frazione di Caldarola – è tornato con più vigore che mai e a confermare il successo del debutto sono i numeri delle presenze: oltre 1.600 i visitatori arrivati domenica scorsa per passeggiare nello storico borgo che per l’occasione si è trasformato nella Betlemme di Gesù bambino.
Un successo che testimonia come le difficoltà attraversate dai centri dell’entroterra dopo il sisma e il Covid non hanno tolto lo smalto alle eccellenze che da sempre li hanno resi punti di riferimento per il territorio e custodi di tradizioni antiche che vengono tramandate di generazione in generazione. Il ritorno del Presepe vivente è stato infatti reso possibile grazie alla volontà e all’impegno di un gruppo di giovani della frazione di Pievefavera. È per questo che hanno coinvolto la Pro Loco di Cessapalombo, in collaborazione con il Comune e la Pro loco di Caldarola, oltre ad altre associazioni locali e ai volontari.

La rappresentazione ha avuto come protagonisti 140 figuranti – a cui sono stati aggiunti anche gli animali – dando vita a scene di vita quotidiana e della natività: dall’annunciazione al mercato e ai mestieri antichi, dall’accampamento dei soldati romani con il tempio di Erode fino alla locanda e alla rappresentazione della natività. Un percorso immersivo arricchito da luci soffuse, musiche, animali da cortile e prodotti tipici del territorio. «Questo evento ha raccontato una comunità viva – ha detto il sindaco Giuseppe Fabbroni -, unita e affezionata alle proprie radici. La grande partecipazione di cittadini e visitatori è il segno di un forte attaccamento a un appuntamento storico che fa parte dell’identità di questi luoghi. Un grazie speciale va ai giovani della frazione di Pievefavera che si sono messi in prima linea per organizzare questo evento e riportare in vita una tradizione così sentita. La loro energia e il loro impegno sono il simbolo di un territorio che guarda al futuro con ottimismo». All’inaugurazione hanno partecipato anche la sottosegretario alla presidenza della giunta regionale, Silvia Luconi, e il presidente dell’Unione montana dei Monti azzurri, Giampiero Feliciotti.

«Pievefavera è già un presepe naturale – le parole di Luconi -, lo testimoniano la conformazione del territorio e gli edifici che lo caratterizzano. Il Presepe Vivente è una tradizione della realtà locale che si è consolidata negli anni e che ha subito uno stop per via del sisma, ma che grazie alla buona volontà dei giovani ha ripreso vita e ha anche ricevuto un importante successo di pubblico. Stiamo facendo dei grandi passi avanti nella ricostruzione degli edifici – ha aggiunto -, ma altrettanti ne stiamo facendo per la ricostruzione immateriale, che è il grande tema su cui le istituzioni e le associazioni devono lavorare in maniera incessante, rappresentando un valore aggiunto su tutti i livelli governativi. Grazie a tutti i figuranti che hanno ricreato il Presepe – ha concluso -, e soprattutto alle Pro loco che hanno ripensato l’evento e all’amministrazione che lo ha appoggiato».

Le ha fatto eco Feliciotti nel ringraziare «tutti i giovani artefici di questa iniziativa e il Comune di Caldarola per averla appoggiata. Vorrei soffermarmi su tre riflessioni – ha detto -, innanzitutto l’emozione nel vedere che questi borghi tornano a nuova vita. Poi il fatto che la rinascita sia possibile anche grazie alla collaborazione tra Pro Loco e tra giovani. E infine l’attenzione al vero significato della natività in un periodo storico segnato da forti cambiamenti e tensioni internazionali: è importante tenere a mente i valori cristiani come riferimento di dialogo, pace e responsabilità più che come elemento di contrapposizione». Il Presepe Vivente di Pievefavera si prepara già a replicare il prossimo 4 gennaio alle 15 per l’ultimo appuntamento di questa edizione.

Da sinistra, Giampiero Feliciotti, Silvia Luconi, il parroco don Leonard e il sindaco Giuseppe Fabbroni
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il servizio delle navette, andrebbe migliorato, non si può fare 2 ore di fila!
Purtroppo l’attesa era necessaria per permettere il deflusso delle persone dal paese e fare tutto in sicurezza!