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«Farmacie usate come bancomat:
restano con 757 euro di utile»

POTENZA PICENA - Il Pd locale punta il dito contro le Giunte Acquaroli e Tartabini per i rapporti con la società Aspp: «Come si pensa di aumentare la qualità e la quantità del servizio pubblico dilapidandone il patrimonio? Il sindaco dia risposte»

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Una delle farmacie comunali di Potenza Picena

 

«Mancanza di dialogo tra rappresentanti della Giunta e direttore delle farmacie comunali», «amministrazioni che continuano a usare come bancomat le farmacie» che hanno come utile di esercizio a fine 2018 «solo 757 euro». Questa la denuncia del Pd di Potenza Picena, che punta il dito contro le Giunte di Francesco Acquaroli prima e di Noemi Tartabini adesso. Le farmacie comunali sono gestite tramite la Aspp. «L’amministrazione invece di custodire e valorizzare i beni comuni del nostro paese li lascia deperire – dice il Pd -. La mancanza totale di dialogo tra chi all’interno dell’Aspp rappresenta la Giunta e il direttore responsabile sta creando una situazione imbarazzante, intollerabile e di sicuro danno per l’azienda di cui i cittadini sono proprietari. Danno che sarebbe ancor più grande se fosse lo stesso presidente a delegittimare la figura del direttore. Ma non basta: l’utile d’esercizio al 31 dicembre 2018 risulta di soli 757 euro. Le giunte Acquaroli-Tartabini hanno infatti usato e continuano ad usare come bancomat le farmacie per ogni sorta di sponsorizzazioni e contributi. Non ultimo l’acquisto di un’opera d’arte, attualmente chiusa a doppio mandato nella Pinacoteca, con buona pace della pubblica godibilità. Quale amministratore d’azienda si sognerebbe di lasciare la propria attività con un utile così basso? Chi preferirebbe elargire contributi all’esterno eliminando ogni disponibilità di reinvestimento nel servizio? Come si pensa di aumentare la qualità e la quantità del servizio pubblico se se ne dilapida il patrimonio? Sono tutte domande che attendono risposta ma temiamo otterranno solo lo stesso silenzio riservato a chi chiedeva il “perché” dell’acquisto del sopracitato quadro. Conflittualità interna e risorse sottratte alle finalità aziendali non contribuiscono certo a far crescere l’azienda: a chi giova mantenere le farmacie in queste condizioni? Di certo non all’Aspp né al Comune». Il Pd si aspetta adesso «soluzioni efficaci da parte dell’amministrazione per tutelare e dare una prospettiva di crescita alle farmacie comunali. Il sindaco Tartabini non si nasconda sotto il candido manto delle giornate natalizie e ci dia delle spiegazioni. Vogliamo infine ricordare agli attuali amministratori che esiste un chiaro limite tra il governo della cosa pubblica e il sentirsene padroni. La differenza sta tutta nel servizio che si offre alla comunità, in termini di quantità e qualità, senza assecondare le proprie fantasie o convenienze. Amministrare vuol dire lasciare il Comune in uno stato migliore di come lo si è ricevuto in consegna».



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