Roberto Garbuglia


«harley»

Utente dal
11/5/2016


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  • Macerata “blindata”
    Quelle verità sepolte
    nelle macerie della guerra

    1 - Mag 11, 2016 - 13:07 Vai al commento »
    Buon giorno oggi 11/05/2016 per me è una data molto importante perchè oggi l'11 maggio del 1945 veniva ucciso barbaramente mio nonno Dante Scorpecci un assassinio rimasto sempre impunito anche se tutti sapevano gli artefici. Vorrei rispondere a due persone che anno mensionato mio nonno. l'amico Giorgio Rapanelli e l'altro sig. Luca Gattafoni. Tutti e due anno detto cose sbagliate perchè è dall'11 maggio del 45 che si sono dette cose sbagliate sull'omicidio di mio nonno. Io posso raccontarle perchè mia madre Scorpecci Elena figlia di Dante era presente al massacro e mi dispiace per Giorgio ma lei non parlava mai di questo fatto perché comunque si riapriva una ferita che poi credo ma rimarginata. Le cose andarono cosi,non è vero che mio nonno si era dato alla macchia o era scappato da macerata ma era andato a Salo e potete controllare dagli archivi mio nonno era li non è vero che faceva lo spazzino non è vero che abitava sulle fosse o meglio la sua famiglia ci ha abitato qualche anno poi la casa crollò e gli fu assegnata la casa popolare in via pace lotti a 12 dove tutti noi nipoti siamo cresciuti mio nonno prima di partire per salo era custode al'impianto sportivo dei pini e prima ancora era guardia comunale solo che fù mandato a fare il custode perchè non faceva le multe ecco quanto era cattivo il fascista Dante ma ritorniamo ai fatti. Dante era di ritorno da Salo e scese con il pullman ai giardini di Macerata (non tornava da Tolentino) mia madre e mio zio Umberto L'altro figlio Mario era a Brindisi militare gli andarono incontro perchè sapevano che lo stavano aspettando quindi la storia della signora è una bugia tirata fuori per coprire la verità non sapendo da dove arrivasse Dante mio zio si mise sotto l'arco di piazza Mazzini e mia madre andò verso i giardini dalle mura di tramontana Dante si fermò per un bisogno fisiologico dentro al vespasiano che stava dall'altra parte del marciapiede quindi mia madre non riusci a vederlo e seguto il suo cammino Dante invece poco dopo continuò per tornare in via pace avati al caffè moretti e non solo lo stavano aspettando i cosiddetti partigiani maceratesi che tutti sapevano chi erano qualche nome lo sò anche io perchè mia madre me li ha detti quando lo anno preso e mio zio si accorse del fatto cerco di intervenire ma gli fu sferrato un pugno o meglio una scarica di pugni allora lui corse in piazza alla questura raccontando il fatto che stavano linciando il padre ma gli fu risposto che non aptevano muoversi perchè gli ordini erano quelli nel frattempo mia madre che era quasi arrivata li al curvone dove c'è l'arco per poi andare in centro senti le urla della gente che diceva anno preso Scorpecci cosi di corsa torno indietro e quando arrivo sul posto una signora che non ricordo il nome la riconobbe e la meno buttadola in mezzo dove c'era il padre che prendeva botte da tutte parti ad un certo punto gli fu rotta una bottiglia in testa provcando un buco sul cranio e facendo perdere i sensi a Dante cosi lo legarono e cominciarono a trascinarlo in terra sempre colpendolo con calci ti tutto il corpo dopo di che si avviarono sempre trascinandolo per le fosse ma dopo un po lo misero dentro il carrettino degli spazzini tutto questo avanti agli occhi di sua figlia mia madre che anch'essa veniva trascinata perchè doveva vedere la fine che stava facendo suo padre quando lo alzarono per metterlo dentro al carretto degli spazzini Dante non aveva più la cartilagine del naso si diressero verso le fosse e arrivati li c'erano tre alberi su uno di questi fù impiccato o meglio appeso per il collo cosi che non morisse subito ma soffrisse ancora di più a quel punto mia madre che non ha mai voluto dire a me e mia sorella se avesse subito violenze sessuali oltre alle violenza subita riusci a svicolarsi e correndo arrivo a casa urlando stanno ammazzando mio padre allora il compagno comunista Renato Eugeni detto fico parti di corsa per andare sul posto e siccome era un omone si fece spazio tra la folla e tiro giù dalla pianta Dante che gli spirò tra le braccia. Ecco questa è la vera storia dell'assassinio di Dante Scorpecci che si aveva quella fede era fascista ma come l'italia intera quando Giorgio dice che conosceva fascisti che poi per comodità sono andati dall'altra parte be quelli li conoscevo anche io e voglio dire a Gattafoni io avevo il bar Venanzetti a Macerata e dopo un po di tempo si sapeva che ero il nipote di Dante Scorpecci e molta gente come la sig. Lazzarini e tanti altri signori e signore anziani venivano a parlare con me e mi raccontavano di mio nonno di Dante che non era poi cosi cattivo anzi tutt'altro forse ha salvato dalle botte dei primi anni del ventennio qualcuno cosi come mi raccontava Renato de fico poi volevo sempre dire a Gattafoni quello che gli raccontava la nonna su mio nonno è bugia come tante altre perchè mio nonno Dante venne ad abitare a Macerata quando gia il Duce era al potere i miei nonni erano originari di Petriolo tanto che il primo figlio Umberto è nato a Petriolo nel 1924 la famiglia Scorpecci si trasferi a Mcerata quindi sono bugie i soprannomi ecc.ecc. e un'altra cosa gattafoni mio nonno ha un nome e un cognome no (scurpicciu)tienile per te certe offese. ecco dopo 71 anni vi ho fatto conoscere come veramente andarono i fatti Onore a te Dante Scorpecci (Ciao Nonno ) Roberto Garbuglia
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