Michele Serafini


Utente dal
17/3/2013


Totale commenti
11

  • Raid col trattore in centro,
    denunciati 4 studenti

    1 - Mag 20, 2017 - 14:17 Vai al commento »
    ZTL: Zona Trattore Libero
  • Giuseppe Tucci rivive
    con le pitture tibetane

    2 - Nov 30, 2015 - 16:06 Vai al commento »
    Caro Liuti, Le scrivo solamente per il fatto di aver passato le ultime due settimane a parlare di Tucci tra le colline nepalesi, ed il suo articolo mi sembra una curiosa coincidenza. La invito a rivedere alcune posizioni e qualche dettaglio nel Suo articolo: 1) Tucci si è spento a San Polo dei Cavalieri (non a San Paolo) 2) lo "sbagliato" con cui commenta la presunta tesi del libro della Garzilli ("L'Esploratore del Duce", appunto) tradisce una lettura forse non così profonda dello stesso. 3) Tucci si è raramente espresso a riguardo dell'India, non essendo questo (se non di passaggio) proprio territorio d'interesse. E le cifre con cui Lei elogia ciò che Tucci NON ha elogiato andrebbero perlomeno controllate, particolarmente alla luce di certe tendenze politiche del PM Narendra Modi - se si guarda fuori dai propri confini di competenza, ci si guardasse bene, insomma. Ma soprattutto 4) Per quanto sia senz'altro fondamentale riconoscere il luogo dove Tucci blaterò le prime parole (forse in sanscrito) e dove fu immerso nelle acque che avrebbe da lì a qualche anno rinnegato, la memoria maceratese del Nostro non è germinata solamente grazie alle ricerche della Trosciè. Mi tacci pure di favoritismo parentale, ma vorrei solamente sottolineare come mio padre Maurizio, ed ArteNomade tutta, siano stati impegnati nell'ultimo decennio nell'umile riconoscimento di una grande mente. Se proprio ci si deve incaponire nella riappropriazione comunale di un uomo libero, che lo si faccia senza ulteriori amnesie. Detto ciò, Tucci avrebbe odiato il mio messaggio di risposta tanto quanto avrebbe mal sopportato di comparire in un articolo che elogia lo sviluppo neo-liberale dell'India contemporanea. Saluti, Michele
  • Droga, le testimonianze di due teenager:
    “Così 10 ragazzi sono finiti in coma etilico”
    “Offrono stupefacenti nella ricreazione”

    3 - Nov 18, 2014 - 14:00 Vai al commento »
    Per Gaetano: per favore non cada nell'errore di pensare che il mio commento fosse fatto dall'alto della "grande cultura". Personalmente non mi piace neanche dividere tra alta cultura e "cultura di ogni sera", non sapendo a cosa questi termini vorrebbero riferirsi. Sorvolo sulla retorica del matto lavoratore, che implicherebbe una visione degli studenti negativa abbastanza per farmi convincere delle dubbie qualita' d'approccio ai soggetti in questione. Io sto semplicemente cercando di comprendere, come lei, la situazione di cui state continuando a parlare attraverso il mezzo pubblico fornito da CM. Nel momento in cui entrate nel pubblico, le reazioni sono dovute, anzi auspicabili. Ancora piu' importante, nel momento in cui, oltre al supporto, entra in gioco l'intervento a monte ed il giudizio morale su persone, locali, manifestazioni (vd. Bommarito), la comprensione delle complessita' diviene necessaria. Con sincera simpatia verso le vicissitudini personali, spero di incontrarla presto. Michele
    4 - Nov 17, 2014 - 23:56 Vai al commento »
    Cari Bommarito e Angeletti, comprendo bene che nel portare avanti una campagna di sensibilizzazione a volte i ruoli di analista e sentenziatore debbano essere confusi e che la spinta per continuare con decisione provenga in gran parte dalla consapevolezza di canalizzare le paure collettive di una societa'. Questo spesso e' il ruolo affidato al politico di professione. Tuttavia, per deformazione metodologica professionale (antropologo dice la carta d'identita'), vorrei che voi che siete al centro dell'a(tten)zione nella lotta contro la droga vi interrogaste maggiormente sulle vostre assuefazioni ideologiche. Andiamo per ordine: - spesso quello che si evince dai vostri articoli e' l'immagine di giovani generazioni spaccate in due tra bravi ragazzi che rifiutano la droga ed avidi consumatori di vite, spacciatori, incalliti collezionatori di beni secondari, nichilisti senza un futuro trascinati dai vortici del piu' becero edonismo del momento. Se la cosa fosse cosi' semplice, non credo ci sia neanche bisogno di un'analisi informata. Basterebbe marchiare le mele marce, come molti hanno fatto prima di noi (con quali risultati? Rabbrividisco al pensiero...) - i drogati e le droghe sono tutti uguali: anche qui l'appiattimento sociale e, oserei dire, sostanziale, e' notevole. Voi potete essere presidenti di tutte le associazioni del mondo, fondatori di ogni Onlus globale, portatori sani di ogni piu' terribile esperienza traumatica, ma questo non fa di voi degli esperti, nel senso che cio' non colma automaticamente lo iato che esiste tra voi che parlate e gli altri che fanno, parlano, si confrontano, ridono, piangono. Anziche' aspettare che qualche buon ragazzo venga a trovarvi, "di sua personale iniziativa" , andate voi a sporcarvi le mani. Altrimenti le prospettive che riceverete non faranno altro che confermare i vostri pregiudizi, non vi pare? Questo e' alla base di ogni ricerca seria, in qualsiasi campo. Direte voi: "come potremmo andare noi tra i giovani drogati senza sembrare dei celerini in cerca di informazioni o dei padri pronti per sentenze e scappellotti?" Questo e' un bel problema. In effeti, credo non possiate. Ed e' tutto qui il punto, non siete attrezzati per comprendere appieno, avreste bisogno di gente che conosca l'ambiente, che possa avere dei punti di referenza comune con i ragazzi. Guardatevi intorno, son sicuro che troverete qualcuno. O forse e' meglio non farlo? - dov'e' lo stato? Qui il contenzioso ideologico si fa piu' subdolo. Voi parlate in termini di interventismo, controllo statale, revoca delle licenze a gestori ed eventi. Allo stesso tempo spiegate univocalmente ogni perdizione come reazione ad un deficit politco-economico. Seguendo il vostro ragionamento mi dovrei chiedere: come puo' la causa del male essere anche la soluzione? Se queste "pecore smarrite" sono in fuga dai lupi statali o dai mostri che questi creano, perche' si dovrebbero riportarle all'ovile invocando piu' lupi? Personalmente non credo lo stato dello stato sia tutto il problema, e sinceramente sono ancora meno convinto che un suo cambiamento possa rappresentare l'intera soluzione. Il vostro controllo e' politicamente schierato, fatto di gruppi Facebook e future liste civiche, ma non bastano post e localismi per essere giovani. Scegliere di farsi una canna e' una decisione che gioca su complesse dinamiche sociali, in se' stesse non cosi dissimili da quelle che determinano, ad esempio, la decisione d'iscriversi ad una squadra di calcio. Poi subentra il piacere, ma da qui alla dipendenza ce ne passa ancora. E nel mezzo, tante persone prima dello stato possono fare molto per giocare tra queste linee. Con speranza, Michele Serafini
  • Controlli antidroga a “Montelago”:
    30 giovani denunciati

    5 - Ago 3, 2014 - 21:03 Vai al commento »
    Caro Bommarito, come le avevo gia' scrtto l'anno scorso, Lei si sta prendendo la briga di sentenziare dal tavolinetto di casa, basandosi su numeri (150 grammi tra marijuana ed hasish su 20.000 presenze ha piu' le sembianze di un raduno di boy scout che non di rave legalizzato) e su di un risibile bigottismo da commento giornalistico. Non che non l'avessi pubblicamente invitata, tra l'altro. Ma forse e' piu' semplice ammantare le menti altrui con un antropologia spicciola della droga piuttosto che mischiarsi con tutti questi ravers in kilt! E avesse visto quei bambini giocare nel fango.... roba da servizi sociali!!! Con disappunto, MS
  • Settimana Russa a Macerata
    Cultura, cinema e personaggi di spicco

    6 - Mag 1, 2014 - 11:02 Vai al commento »
    Se uno fosse malizioso potrebbe pensare ad una tempistica studiata. Ma perche' esserlo? D'altronde, chi potrebbe confondere i promessi turisti russi per novelli Solzenicyn in visita a Leopardi? Ah... l'immaginazione e' il lacche' della servitu'.       
  • Resort extralusso al Burchio,
    la Coneroblu schiera
    una squadra di archeologi

    7 - Apr 11, 2014 - 22:50 Vai al commento »
    Mi sembra proprio sia in atto un fin troppo comune processo di mistificazione della situazione. Poco importa se molti stiano dimostrando le proprie perplessita' a riguardo, presentando dubbi di varia natura; la ConeroBlu ha sapientemente colto dal mazzo delle possibili reazioni quella su cui ci si era soffermati solo di passaggio: il dilemma archeologico. Se alle ostilita' emotive di coloro che hanno vissuto quella collina sin da piccini non si puo' dar considerazione; se agli interrogativi riguardanti l'utilita' economico-sociale della struttura stessa non si puo' dar risposta se non con discutibili previsioni di mercato; ad uno sciagurato improvviso interesse per i 'reperti' nascosti dai solchi si puo' facilmente ribattere invitando, ancor meglio finanziando, uno scavo che OVVIAMENTE non produrra' alcunche' di sorprendente. Per di piu', cosi' facendo, il cittadino e' stato posto in una posizione in cui non potra' far altro che rimettersi all'insindacabile giudizio di un istituto che non avra' la forza di contestare, perche' il problema archeologico e' gia' stato fatto passare per un problema da egli stesso sollevato. Ma e' cosi?  
  • Case coloniche e marchigianità

    8 - Gen 25, 2014 - 12:02 Vai al commento »
    Grazie Davide per la risposta! mi trovi pienamente d'accordo nell'approccio al turismo che proponi. E purtroppo mi rattrista pensare che ogni giorno decine di visitatori vengano introdotti visivamente alle Marche tramite le lenti di fatine animate. Ma l'importante e' dissipare le illusioni una volta arrivati, giusto? Grazie ancora e buona giornata, Michele
    9 - Gen 23, 2014 - 15:21 Vai al commento »
    Caro Davide, grazie per quest'articolo che non puo' che stimolare, attraverso la storia culturale di un elemento architettonico, una riflessione sul presente. La domanda che ti pongo e' semplice ma necessita (perdonami) di una breve considerazione iniziale. Invertendo il motto di Guido Piovene riguardante le Marche come 'unica Regione al plurale' - tanto sentito oggigiorno nei circoli politici - hai cercato di creare un filo conduttore attraverso la casa colonica. Sebbene non sia molto convinto del passaggio diretto da architettura a identita', mi trovi d'accordo nel sottolineare il carattere principalmente funzionale del casolare, con le sue stanze, la sua posizionalita', le sue scorciatoie estetiche. Tramite imitazioni, prove e fallimenti, di certo si e' storicamente arrivati ad un grado di standardizzazione che puo' facilmente essere scambiato per identita' architettonica. Cosa ne pensi dunque, non dei centri commerciali (mi e' piaciuta molto la tua analisi su questo punto), ma dei restauri delle case coloniche stesse a fini turistici o agrituristici? Si ha qui lo stesso grado di standardizzazione votata a soddisfare bisogno necessari di un'umanita' a contatto con l'ambiente che la circonda (da cui si potrebbe derivare una nuova identita' marchigiana all'interno di investimenti che molto spesso provengono da oltremanica)? O forse ci si e' mossi in direzione di una conscia mercificazione della casa coloniale, motivata dal bisogno di soddisfare gli immaginari globali del 'countryside'? Lo stesso si potrebbe chiedere a proposito delle varie 'eccellenze' gastronomiche a cui il nostro orecchio (piu' che il palato) si sta sempre piu' abituando... dov'e' quest'identita' della cucina tradizionale marchigiana se non nel marchio che le stiamo attribuendo a fini commerciali? Perdonami ti prego per il lungo commento, e se trovi due minuti per una risposta te ne sarei grato. Buon lavoro! Michele 
  • Il dramma di Diego, non ci sono giustificazioni per i rave party

    10 - Set 17, 2013 - 4:48 Vai al commento »
    Caro Avv. Bommarito, anch'io La ringrazio per la risposta e sarei davvero felice se Lei potesse assistere all'evento, in modo da poter condividere o meno la nostra sensazione (e qui rispondo anche all'intervento del Sig. Giorgi) che in realta' questa festa stia, attraverso un riferimento al Celtico mai troppo rigido, tenendo insieme persone attraverso dei lacci ideali che vanno dalla passione per la montagna al rugby, dal poter stare tre giorni in tenda al fuoco della braciolata tra amici, dalla musica da ogni dove alla buona birra. Credo che per Tolkien la Contea sia stata proprio questo: non un entita' politica o ideologica, ne' tantomeno un regno geografico, ma un luogo denso di significati, attivati attraverso la pratica quotidiana, compresa quella che lega padre e figlio, ma anche amico ad amico, zio e nipote (Frodo e Bilbo) generazione a generazione. Non dico sia facile arrivarci in tale luogo, ma almeno mettersi cammino non e' forse sbagliato.  Saluti, ad entrambi
    11 - Set 16, 2013 - 12:54 Vai al commento »
    Avv. Bommarito buongiorno! Sono estremamente dispiaciuto di dover inaugurare la mia carriera 'commentistica' proprio in una tale dolorosa circostanza, ma come parte attiva nell'organizzazione di quello che Lei definisce "un raduno ufficiale mascherato da festa Celtica" (puo' tranquillamente dire il nome, dato che siamo gli unici nella zona), non posso far altro che risponderLe. Resto allibito di fronte alla Sua sfrontatezza nel collegare gratuitamente un evento che richiede lavoro ed idee da parte di molti, con tale drammatica vicenda. Lei parla di motivazioni, giustamente. D'altra parte, forse, dovrebbe provare a venire alla festa e chiedere ai diretti interessati quali siano le motivazioni della loro partecipazione, prima di elargire conclusioni. Ne resterebbe sorpreso. D'altronde, mi par di capire, Lei sta trattando dei MIEI coetanei, non dei suoi, e chissa' se non mi possa vantare di un punto di vista leggermente piu' aggiornato. La nomea che circonda Montelago (l'ho detto io prima di Lei...) e' frutto di un rave che soleva approfittare della festa ufficiale, come un fungo attaccato ad una pianta, nei primi anni della sua esistenza. Quel fungo e' stato combattuto con persistenza, ed ora ne restano le spore nell'aria. Col tempo ci si liberera' anche di quelle, ma non sputando giudizi dalla scrivania. Venga, La prego, ci osservi (organizzazione e pubblico, molto uniti tra loro) buttare le cicche nei posaceneri portabili, ascolti le conferenze su Tolkien, Yeats e i Mazzamurelli, guardi le facce di chi le segue, immaginando per un secondo le Marche come una Contea da proteggere, conosca gente da ogni borgo marchigiano, tende piazzate l'una al fianco dell'altra, ascolti musica cosi' diversa dalla techno che lei, qui ci troviamo d'accordo, non comprende, e POI scriva il suo articolo. E che contenga anche i quantitativi della droga sequestrata, ovviamente. Perche' ce ne sara', la Finanza ed i Carabinieri son li' per quello, con tutto il nostro appoggio. Glielo chieda. Ma La invito anche, particolarmente in questo momento, a non cadere nei vortici dell'ignoranza, imperdonabile a chi si elegge giudice pur essendo Avvocato. 
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