Ieri c'ero anche io ai funerali di Roberto. Ho voluto parteciparvi per salutare un caro amico che non ce l'ha fatta ad andare avanti. Ci eravamo conosciuti una decina di anni fa, per lavoro. Ho capito chi avevo davanti quando la notte prima dell'inaugurazione del 'nostro' museo Roberto fece l'alba per portare a termine il suo incarico. Persona affabile, ingegnosa, generosa. Distanti politicamente, non abbiamo mai avuto il minimo dissidio. Il rispetto reciproco era troppo forte per permettere ad ideologie diverse di inficiare seppur velatamente la nostra amicizia. Parlavamo di lavoro, della iniziative da intraprendere, della cultura e di chi l'amava e di chi la offendeva.
Negli ultimi mesi ho raccolto tante sue confidenze sui gravi problemi, personali e professionali, che si trovava ad affrontare. Ieri in chiesa, oltre al dolore della perdita di un caro amico, mi affliggeva il rimorso di non aver capito in pieno la sua situazione e soprattutto di non aver compreso a fondo il bisogno di aiuto che aveva. Sarebbe bello ora non rimanere affossati sulle disquisizioni politiche, ma vedere come mai siamo arrivati a questo punto. Nonostante il mio impegno politico, sono pronto a subire accuse di qualunquismo affermando che oggi purtroppo l'Italia è divisa in gente onesta e ladri, come forse è sempre stato, con la differenza però che i disonesti stanno sempre più accalcandosi dalla parte di chi detiene il potere, mentre gli altri, i padri di famiglia onesti lavoratori, continuano a subire.
Apprezzo l'idea del sig. Spalletti: diamoci da fare per quel poco o tanto che è in nostro potere, per salvare qualche altro amico che sta per cedere. Ciao Roberto!
Mariano Ferrini
Utente dal
6/1/2013
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