Non posso non restare ammirato e anche imbarazzato di fronte alle belle parole – limpida bellezza, sì – di una persona come Francesco Adornato, che al prestigio culturale di docente e preside universitario unisce una sua naturale e sensibilissima vena poetica e che leggendo il mio libro ha saputo cogliervi, più lucidamente di quanto non sia riuscito a me stesso, le ansie, le inquietudini, gli inganni di un’epoca, la nostra, che ha perduto certezze, orizzonti, verità. Ignoravo la fulminante parabola islamica con cui Adornato conclude le sue considerazioni: “Circondato dai suoi discepoli, il maestro stava per parlare: tra le fronde dell’albero sotto cui stavano, un usignolo iniziò a gorgheggiare. Quel canto durò e poi cessò. Il discepoli si rivolsero allora al maestro che disse: il sermone è finito, andate in pace”. Il mio libro s’intitola “La resa dell’usignolo” e questa eco che proviene dal profondo dei secoli mi lascia sgomento: il cammino dell’umanità è dunque un infinito rosario di rese?
Giancarlo Liuti
Giancarlo Liuti
Utente dal
26/1/2010
Totale commenti
4