Giancarlo Liuti


Utente dal
26/1/2010


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  • Papa Francesco prima di Roma
    ha fatto un salto a Montefano?

    1 - Mar 7, 2016 - 14:51 Vai al commento »
    Non sono solito replicare ai commentatori di Cm ma stavolta lo ritengo necessario perché le “grandi inesattezze” attribuitemi dal signor Marco Petracci le ha invece commesse lui. Dall’edizione ufficiale della “Sacra Bibbia” varata dalla Conferenza Episcopale Italiana risulta infatti quanto segue. 1) Il Vangelo di Matteo fu pubblicato tra gli anni 40 e 50, ed è il primo (quello di Marco, il secondo, vide la luce fra il 65 e il 70); 2) In base al plurisecolare calendario tuttora vigente, Gesù nacque nell’anno zero e morì nell’anno 33. Le considerazioni del signor Marco Petracci sono quindi interessanti ma assai meno fondate delle mie e oltretutto le anima un’arroganza che sarebbe auspicabile non ci fosse in un rapporto fra persone civili.
  • “La resa dell’usignolo” e i suoi presagi

    2 - Mar 10, 2013 - 19:53 Vai al commento »

    Non posso non restare ammirato e anche imbarazzato di fronte alle belle parole – limpida bellezza, sì – di una persona come Francesco Adornato, che al prestigio culturale di docente e preside universitario unisce una sua naturale e sensibilissima vena poetica e che leggendo il mio libro ha saputo cogliervi, più lucidamente di quanto non sia riuscito a me stesso, le ansie, le inquietudini, gli inganni di un’epoca, la nostra, che ha perduto certezze, orizzonti, verità. Ignoravo la fulminante parabola islamica con cui Adornato conclude le sue considerazioni: “Circondato dai suoi discepoli, il maestro stava per parlare: tra le fronde dell’albero sotto cui stavano, un usignolo iniziò a gorgheggiare. Quel canto durò e poi cessò. Il discepoli si rivolsero allora al maestro che disse: il sermone è finito, andate in pace”. Il mio libro s’intitola “La resa dell’usignolo” e questa eco che proviene dal profondo dei secoli mi lascia sgomento: il cammino dell’umanità è dunque un infinito rosario di rese?

    Giancarlo Liuti

  • I LUNGHI GIORNI DELLA VERIFICA
    Garufi, Mandrelli e Ricotta:
    “I cittadini non possono aspettare”

    3 - Set 14, 2011 - 17:45 Vai al commento »
    Non sono solito intervenire fra coloro che commentano gli articoli apparsi su Cm, ma stavolta farò un’eccezione. E per due motivi. Il primo riguarda l’analfabetismo, un tema che negli ultimi anni è venuto acquistando una grande, generale e drammatica importanza anche a causa del declino qualitativo della scuola italiana in ogni ordine e grado. Il secondo, invece, riguarda la delibera dell’assessore Ubaldo Urbani sulla sosta delle auto nelle strisce blu senza l’esposizione del tagliando che attesti l’avvenuto pagamento della sosta stessa. Le due cose, una di enorme rilievo per il livello culturale della nostra società e l’altra relativa a una questione certo secondaria e tuttavia collegata al tanto sbandierato – ipocritamente sbandierato – principio di legalità, si collegano fra di loro. Comincio dalla seconda. Per saperne di più su questa storia delle multe da 39 euro, mi son fatto spiegare da Urbani quali ne fossero le motivazioni e lui, tranquillamente, senza mostrare alcun sintomo di balbettante analfabetismo, mi ha citato l’articolo 157 del codice della strada, il quale, nel comma 6, recita testualmente: “Nei luoghi ove la sosta è permessa per un tempo limitato è fatto obbligo ai conducenti di segnalare, in modo chiaramente visibile, l’orario in cui la sosta ha avuto inizio. E, ove esiste il dispositivo di controllo della durata della sosta, è fatto obbligo di porlo in funzione”. Dopodiché, al comma 8, recita ancora: “Chiunque viola le disposizioni di cui al presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 38 ad euro 155”. A questo punto, temendo di essere caduto in un equivoco forse dovuto all’analfabetismo del mio interlocutore, sono andato a leggermi il codice della strada e ho scoperto che l’articolo 157 dice proprio così. Ma ieri il leader locale dell’Idv Guido Garufi, che per ragioni a me ignote ce l’ha a morte con l’assessore Ubaldo Urbani anche lui dell’Idv, se n’è uscito con un paio di affermazioni sulle quali vale la pena riflettere. La prima, a sostegno della sua volontà di un rimpasto di giunta che dovrebbe riguardare anzitutto Urbani e, quindi, riferibile proprio a Urbani, è la seguente: “Nella giunta attuale c’è qualche assessore non voglio dire analfabeta ma giù di lì”. La seconda, forse più interessante sotto il profilo dell’alfabeto delle istituzioni democratiche, è questa: “La giunta si chiama esecutivo perché esegue le cose che dice il consiglio”. Il che, purtroppo per lui, non è vero. Infatti la legge del 1990, poi confermata e rafforzata da successive modifiche, afferma con lapidaria chiarezza che il sindaco eletto direttamente dal popolo e la giunta scelta da lui debbono sì conformarsi agli “indirizzi generali” fissati dall’assemblea consiliare ma senza che ciò comporti l’obbligo di sottostare per ogni singola delibera al parere preventivo del consiglio, la qual cosa, se fosse vera, ridurrebbe il sindaco – ripeto: eletto direttamente dai cittadini – a un mero esecutore di volontà altrui e quindi privo di sostanziali poteri. Urbani, dunque, sarebbe un analfabeta perché applica le norme vigenti, mentre Garufi non lo sarebbe, anche se, per un suo clamoroso difetto di cultura istituzionale, le leggi le ignora o non le capisce? Ora, fraintendendomi, si dirà che io sto dalla parte del sindaco e della sua giunta. Falso. Più semplicemente m’era parso che prima di sputtanare qualcuno sul piano personale dandogli dell’analfabeta sarebbe più decente misurarsi con la massima evangelica della pagliuzza, che in questo caso non c’è, e della trave, che invece c’è. Ed è grossa.
  • Giuseppe Garibaldi torna a Macerata
    per una spedizione …in solitaria

    4 - Gen 26, 2010 - 18:19 Vai al commento »
    Lungi da me - ma credevo di essere stato chiaro - l'intenzione di mancare di rispetto e di civile gratitudine al Lions Club. Conosco i suoi nobili scopi e lo spirito di solidarietà che lo anima. Il mio Garibaldi si riferiva esclusivamente alla scritta che è stata apposta alla base del monumento. Lui l'avrebbe preferita più sobria (non sarebbe bastata una targa, come si usa per altre iniziative del genere?), meno autocelebrativa e meno simile alla segnaletica stradale.
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