Salvini non dice che Macerata la si ricorda per i tragici fatti legati al delitto di Pamela, ma "per i casini, lo spaccio, le sparatorie, gli immigrati...". Una ragazzina violentata, uccisa con due coltellate, disarticolata, depezzata chirurgicamente, esanguata, lavata con la candeggina e abbandonata in due trolley sul ciglio di una strada per mano di un pusher nigeriano, già noto alle forze dell'ordine e irregolare sul territorio italiano, non lo definirei "casini, spaccio, sparatorie, immigrati" o ho mal interpretato io oppure credo sia un po' riduttivo.
La Dia afferma che la criminalità di origine straniera, nel nostro territorio, sarebbe riuscita a ritagliarsi spazi nel settore degli stupefacenti, nel traffico degli esseri umani e dello sfruttamento della prostituzione. E a farla da padrone sono i nigeriani. Nell'operazione "The Travellers" la polizia è riuscita a bloccare un "sodalizio" composto da 9 nigeriani dediti alla tratta degli esseri umani, allo sfruttamento sessuale di connazionali, al riciclaggio e all'autoriciclaggio. Tre delle basi operative erano città marchigiane, una di queste Macerata.
Con l'operazione "Green Bible" è emerso che il "clan Maphite", nello specifico la "famiglia vaticana" è operante anche nelle Marche.
Se consideriamo poi le 27 misure cautelari emesse nei confronti di nigeriani (tra questi Innocent Oseghale, Lucky Awelima e Desmond Lucky), che avevano creato due reti di spacciatori, suddividendosi la città di Macerata in zone distinte, i pressoché quotidiani arresti di pusher nigeriani, che ultimamente arrivano da fuori provincia, persino da Milano, per riconquistare la piazza di spaccio, e infine l'operazione odierna della Polizia di Stato di Teramo e della squadra mobile di Ancona che ha condotto al fermo di 47 persone facenti parte dell'associazione mafiosa nigeriana "Supreme Eiye Confraternity", la cui cellula locale denominata "pesha" ha competenza territoriale tra Teramo ed Ancona, mi viene da concludere che, con molta probabilità, la presenza della mafia nigeriana nel nostro territorio, ipotesi su cui si è tanto battuta la famiglia di Pamela Mastropietro, non è poi un'ipotesi così azzardata. Forse i singoli casi non dovrebbero essere visti come episodi a sé stanti, ma come le maglie di una lunga catena, che deve essere spezzata prima che sia troppo tardi.
La Dia afferma che la criminalità di origine straniera, nel nostro territorio, sarebbe riuscita a ritagliarsi spazi nel settore degli stupefacenti, nel traffico degli esseri umani e dello sfruttamento della prostituzione. E a farla da padrone sono i nigeriani. Nell'operazione "The Travellers" la polizia è riuscita a bloccare un "sodalizio" composto da 9 nigeriani dediti alla tratta degli esseri umani, allo sfruttamento sessuale di connazionali, al riciclaggio e all'autoriciclaggio. Tre delle basi operative erano città marchigiane, una di queste Macerata.
Con l'operazione "Green Bible" è emerso che il "clan Maphite", nello specifico la "famiglia vaticana" è operante anche nelle Marche.
Se consideriamo poi le 27 misure cautelari emesse nei confronti di nigeriani (tra questi Innocent Oseghale, Lucky Awelima e Desmond Lucky), che avevano creato due reti di spacciatori, suddividendosi la città di Macerata in zone distinte, i pressoché quotidiani arresti di pusher nigeriani, che ultimamente arrivano da fuori provincia, persino da Milano, per riconquistare la piazza di spaccio, e infine l'operazione odierna della Polizia di Stato di Teramo e della squadra mobile di Ancona che ha condotto al fermo di 47 persone facenti parte dell'associazione mafiosa nigeriana "Supreme Eiye Confraternity", la cui cellula locale denominata "pesha" ha competenza territoriale tra Teramo ed Ancona, mi viene da concludere che, con molta probabilità, la presenza della mafia nigeriana nel nostro territorio, ipotesi su cui si è tanto battuta la famiglia di Pamela Mastropietro, non è poi un'ipotesi così azzardata. Forse i singoli casi non dovrebbero essere visti come episodi a sé stanti, ma come le maglie di una lunga catena, che deve essere spezzata prima che sia troppo tardi.
Pamela e Cucchi due "disgraziati"? Non utilizzerei questo termine seppur virgolettato. A prescindere da questo, non ricordo sommosse popolari per Pamela, ma al contrario spesso invettive contro lei e la sua famiglia, nonostante la sua tragica fine. L'una è vero uccisa per mano di uno spacciatore nigeriano (questo è quanto sembrerebbe, riduttivamente, essere emerso) e l'altro per mano dello Stato. Ma lo spacciatore era un irregolare sul territorio italiano, noto alle forze dell'ordine per la sua attività criminosa. E chi ha permesso tutto ciò se non lo Stato? Non trovo quindi differenze. Ma ritornando alle manifestazioni pro George Floyd, quello che lì si contesta non è l'uccisione da parte della Polizia, ma di un nero da parte di un bianco. Quanti bianchi vengono uccisi da poliziotti bianchi negli Usa? Stando ai dati del 2019 almeno il 40 % contro il 15% di uomini di colore. Ma di ciò si tace. Si sta solo cavalcando l'onda per il razzismo, che a mio parere nulla c'entra, se non per fini di propaganda politica.
Come mai l'atroce martirio di Pamela Mastropietro non ha generato lo stesso sdegno? Perché la morte di una ragazzina di 18 anni non merita rispetto? Perché per lei in questa città sono addirittura apparse frasi offensive?
Perché se ad essere ucciso è un bianco per mano di un nero bisogna tacere e invece se ad essere ucciso è un nero per mano di un bianco si può inneggiare al razzismo? Ci sono morti di serie A e di serie B?
Al contrario di qualcuno (o forse di molti), io spero vivamente che si affronti la questione di Pamela, soprattutto in relazione alla comunità dove era ospite, considerando che è stata proprio Fratelli d'Italia a proporre un'interrogazione regionale, a cui, ad oggi, non si è avuta alcuna risposta, nonostante sia passato quasi un anno e mezzo
Sono circa 2 anni che i familiari di Pamela insistono sulla questione della mafia nigeriana nelle Marche e, in particolar modo, della sua presenza a Macerata (è del 29 novembre c.a. il comunicato pubblicato da cronache maceratesi nel quale si chiedono, tra l'altro, perché l'interprete nigeriana a cui si era inizialmente rivolta la Procura per la traduzione degli atti processuali su Oseghale avesse abbandonato l'incarico rendendosi irreperibile). Molti sono gli elementi scaturiti dalla drammatica vicenda di Pamela (dallo spaccio a cielo aperto fino ad arrivare alle intercettazioni dalle quali emerge che Oseghale non era nuovo in Nigeria a certe pratiche, solo per fare qualche esempio) e su cui la famiglia si sta battendo. E chissà che proprio questa loro battaglia, presa forse troppo spesso sotto gamba, non abbia contribuito a far affiorare tutto ciò?
Dott. Verdenelli se lei avesse partecipato a tutte le udienze relative al processo di Pamela, avrebbe sentito che, come ha detto il consulente medico-legale della Procura, il suo caso, purtroppo, costituisce un unicum nella storia della criminologia mondiale degli ultimi 50 anni. Ecco, forse, perché ne hanno parlato anche in Cina e in Australia, ma nonostante ciò, ancora qualcuno addita Pamela, quasi non fosse la vittima, e menziona la sua drammatica vicenda per attaccarsi a fantomatiche campagne elettorali
Nella definizione "caso (mondiale) di Macerata", data del tragico martirio subito da Pamela Mastropietro dal dott. Verdenelli leggo una sottile ironia, di cui non capisco il senso e di cui spero di sbagliarmi. Qualcuno ricorda qualcosa di simile? Forse dobbiamo arrivare al XIX secolo con Jack Lo Squartatore. Pamela è un unicum nella storia della criminalogia mondiale degli ultimi 50 anni. Pamela è stata vittima dell'indifferenza e della più inaudita ferocia che potesse incontrare in questa città. E se la famiglia andrà al Parlamento Europeo a parlare di questa drammatica storia, dobbiamo solo portarle rispetto, rispetto per il dolore subito da una ragazzina e per la sua tragica fine, rispetto per il dolore che la mamma, il papà, lo zio, i nonni e i parenti tutti porteranno in sé per il resto della loro vita.
Cristina Moretti
Utente dal
18/11/2019
Totale commenti
13