Il giro delle Alpi in bici,
l’impresa di Stefano Amici

MATELICA - Il 63enne ha percorso oltre 2mila chilometri da Trieste a Ventimiglia, toccando cinque nazioni e molte delle salite rese iconiche da Giro d'Italia e Tour de France. «Sono un amatore, non mi interessa la prestazione sportiva. Credo nella reincarnazione: in un'altra vita devo essere stato un esploratore»

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Stefano Amici

di Monia Orazi

Da Trieste a Ventimiglia in bicicletta: è la straordinaria impresa compiuta da Stefano Amici, 63enne di Matelica, che ha percorso 2mila chilometri attraverso cinque nazioni, realizzando il sogno di una vita. L’appassionato ciclista amatoriale ha esplorato l’intero arco alpino sulle due ruote, concludendo il viaggio due giorni fa e rientrando in treno da Aosta.

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«L’idea è nata da diversi anni, perché con Gianfranco, un amico di Lecco, facevamo sempre dei giri, delle belle escursioni in bicicletta o a piedi – racconta Amici – un bel giorno ci siamo detti: dai, perché non facciamo la traversata delle Alpi? Ok, parte questo progetto da Trieste fino a Nizza, 2 mila chilometri, quindi dal mare Adriatico fino al Tirreno, tutto l’arco alpino». Un progetto ambizioso che ha richiesto una grande pianificazione. «Abbiamo percorso da Trieste fino a Bolzano, passando dalla Slovenia, Austria e poi siamo rientrati in Italia» spiega. «Poi dopo, siamo ripartiti da dove avevamo lasciato, da Bolzano, e siamo arrivati a Zurigo». La tappa Zurigo-Aosta è stata tra le più impegnative. «Abbiamo fatto il passo del Gran San Bernardo, che è un passo di quasi 2.500 metri – racconta – abbiamo tribolato 2.000 metri di dislivello, da Martigny fino al passo proprio». Ma il vero banco di prova è stato affrontare i colli francesi, i più duri del percorso. «Ci aspettavano i passi francesi, sette, è stata una cosa pazzesca – prosegue – ormai avevo la fissa di completare il giro, poi vedere i posti. Era bello, perché lì sono i passi, quelli dove ci passa il Tour de France. Ho fatto il passo più alto, il Col dell’Iseran, il Col dell’Isoard, il Galibier, la Maddalena, tutti i sette passi alpini e il Col di Tenda».

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Per Stefano, il viaggio non è mai stato una gara, ma un’occasione di scoperta. «Non guardo al livello sportivo, ma è stato affrontato tutto proprio da ciclista amatoriale. A livello prestazioni, tempi, non mi interessa. Viaggiamo con il sole. La mattina si parte prestissimo, poco dopo l’alba. Si cerca di arrivare al prossimo camping verso le quattro del pomeriggio. Così si visita un po’ la zona». L’ultima tappa fino a Ventimiglia ha richiesto cinque giorni di pedalata. Non ha dubbi su cosa lo spinga a compiere queste imprese: «Sono sicuro, se esiste la reincarnazione, nell’altra vita ero un esploratore. Mi sale l’adrenalina, andare su un posto dove non sono mai stato, scoprire, vedere: così è il mio hobby preferito». Una filosofia che guida anche le sue uscite locali: «Se rifacciamo gli stessi sentieri, li percorro malvolentieri. Devo fare sempre sentieri nuovi, posti dove non sono mai stato. È proprio una passione».

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E adesso? Dopo aver attraversato tutte le Alpi, Stefano guarda già alla prossima sfida. «Adesso sono, non dico in crisi, però mi devo immaginare un altro posto. Adesso è rimasta la traversata degli Appennini. Attraversare le Alpi è stata un’esperienza bellissima che auguro di fare a tutti coloro che amano l’avventura, la montagna ed il gusto di viaggiare lento alla scoperta ed al contatto con la natura. Vorrei ringraziare la mia famiglia per il supporto». L’esploratore su due ruote è pronto a ripartire, inseguendo ancora una volta quella meraviglia che solo la scoperta può dare.

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