Lanfranco Minnozzi, presidente dell’Anpi Tolentino
Una storia che riemerge da uno dei momenti più bui della storia italiana. Una storia di collaborazione tra due parti fondamentali nella costruzione dell’Italia post-bellica: i carabinieri e i partigiani. Ha raccontarla è il presidente dell’Anpi Tolentino Lanfranco Minnozzi.
«Ho ricevo una email dall’avvocato Riccardo Chilosi di Roma, che mi narrava di una bellissima storia accaduta nel lontano 8 dicembre 1943 – spiega Minnozzi – mi ha inviato dei racconti ricevuti dal padre Cesare, che fu comandante dei carabinieri di Tolentino tra il 1943 e il 1945 (era un tenente, ndr). La notizia si allaccia ad un evento portato avanti dal tenente partigiano Pacifico Nerpiti con il suo gruppo che si formò a Carpignano, una piccola località nelle vicinanze di Tolentino, ai confini di San Severino. Lo stesso gruppo si diede il nome “La banda di Piccinì”, che poi venne riconosciuto quale primo gruppo partigiano delle Marche dal nome “Gruppo 201” all’indomani dell’8 settembre».
Questa la premessa. Poi ci sono i fatti, che portarono a salvare due soldati inglesi. «Tolentino rimase in mano ai nazifascisti, che consegnarono alla caserma di Tolentino due militari inglesi per custodirli in attesa dell’imminente fucilazione – continua Minnozzi – fu proprio Chilosi che, in segreto, contattò il gruppo di Carpignano del partigiano Nerpiti e tra loro si accordarono così da permettere a quest’ultimo di liberare i due inglesi, destinati alla morte. Chilosi rischiò per sé e la sua famiglia una reazione dei nazifascisti, che tuttavia non vi fu grazie all’inscenato attacco armato da parte dei partigiani che egli non riuscì a fronteggiare poiché colto di sorpresa e con pochi uomini a disposizione. Per tale comportamento, unito al rifiuto di “giurare” per la Repubblica Sociale Italiana, ebbe un encomio dall’Arma. Posso concludere ringraziando Riccardo Chilosi per le utili informazioni relative all’evento di 80 anni fa, che ci aiuta ancora oggi a riconoscere le collaborazioni tra le parti migliori del nostro paese, nei momenti di difficoltà, quando si dovevano salvare delle vite insieme alla democrazia».
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eroi di altri tempi. I tempi più oscuri. che sono tornati ora
Ma di quali ” tempi oscuri ” blaterate ancora ? Ma sempre il clima da guerra civile volete mantenere ? Pure dopo 80 anni ? Ma ancora non basta ?
E’ un bellissimo racconto che coinvolge un ufficiale dei Carabinieri fulgido esempio di elette virtù militari ed attaccamento all’onore che spesso è difettato nelle brigate Garibaldi eppure , nonostante abbiamo vinto DEMOCRATICAMENTE LE ELEZIONI ( quindi se siamo ” in tempi oscuri” lo hanno deciso liberamente gli italiani anche se vi rode immensamente ) non stiamo a ricordare tutti i giorni gli oltre 20.000 morti assassinati a guerra finita tra il 25 aprile 1945 e l’intero 1946….noi ricordiamo i paracadutisti del 182 Reggimento Nembo che – loro si – liberarono coi paracadutisti del generale polacco Anders , Macerata….ci faccia un salto nella stele che li ricorda. E’ in Comnune di Tolentino. Per il resto continuate , continuate così che dal 5 siamo passati al 10 , poi al 15 , infine al 22 ed oggi al 30%…..continuate , continuate.
Era il 182 ° reggimento…un refuso.
Alberto Feliziani…se ti sente La Russa…ti disereda…..
Diciamo pure che in tempi durissimi come quelli della Seconda Guerra Mondiale, in cui i liberatori anglo-americani fecero una guerra terroristica sui civili italiani, rei di avere sostenuto il Fascismo, vi furono pure atti di umanità non richiesti, ma che scaturirono dal sentimento del cuore. In ognuna delle due parti ci furono atti di odio, di indifferenza, di solidarietà, di amore… Perchè a Corridonia il Podestà e contemporaneamente Capo della Milizia Mario Rapanelli, rimasto in paese mentre quasi tutti gli altri “repubblicani” locali erano scappati a nord nella RSI, non fu fucilato dai partigiani quando arrivarono i Polacchi a liberare la città? E perché l’ex-podestà di Corridonia Giuseppe (sor Peppe) Bartolazzi, quindi una fascista, rischiò la vita, o la deportazione in Germania, nascondendo in casa per mesi la famiglia ebrea Sinigaglia?
I tempi a cui stiamo i nostri figli, nipoti e pronipoti stanno andando incontro da tempo si sono oscurati. C’è chi vuole, per antichi odi, coinvolgere tutta l’Europa in una guerra contro la Russia, a coronamento di una guerra procurata fin dal 2014 in Ucraina. Mentre altri cercano, come la Santa Sede, di scongiurarla per non farla esplodere, se non a livello mondiale, almeno a livello europeo, saldandola con quella mediorientale, iniziata con uno sconsiderato atto terroristico da Gaza, che ha giustificato poi la guerra di stermino da parte dell’esercito israeliano.