La lottizzazione Il Bracciale a Piediripa
di Mauro Giustozzi
Completamento de Il Bracciale a Piediripa di Macerata, si vede la luce in fondo al tunnel. Un iter che ha portato al fallimento della lottizzazione Pcl 15 ed ora, tramite la messa all’asta della parte incompiuta delle palazzine e degli annessi appartamenti da completare, si dovrebbe arrivare a terminare quella parte degli edifici che sono finiti nella curatela fallimentare.
C’è stata già una prima asta per l’assegnazione degli alloggi da completare che però è andata deserta, così il curatore fallimentare Alessandro Benigni ne ha indetta una seconda che verrà effettuata nelle prossime settimane. Si sono palesate manifestazioni di interesse verso questa parte della lottizzazione ma, come capita in occasioni di aste fallimentari, i potenziali compratori attendono che il prezzo scenda per poter poi effettuare l’offerta di acquisizione.
L’asta riguarda una ventina di appartamenti, tra quelli terminati e quelli incompiuti. «Nel frattempo sono state risolte molte criticità dell’intera lottizzazione – afferma Benigni – legate in particolare all’inagibilità, sono stati fatti i lavori, tutti i garage sono ora agibili, è stato riallacciato il rapporto con il Comune con il rinnovo della convenzione che ci consente ora di procedere alla messa all’asta e quindi alla vendita degli immobili. Abbiamo anche consentito di svolgere i lavori alle Ferrovie che incidevano in una piccola porzione di terreno ricadente nel fallimento e di questo ne hanno beneficiato sia chi già abita nel condominio che chi verrà in futuro».
Le manifestazioni di interesse verso questa lottizzazione riguardano in particolare alcune aziende edili che, soprattutto per quanto concerne la prima palazzina che è quella più indietro nelle lavorazioni, hanno interesse ad acquisire lo scheletro dell’edificio, completarlo e poi vendere gli appartamenti ricavati.
Però anche alcune famiglie che già risiedono nella parte abitata de Il Bracciale hanno segnalato il loro interesse ad acquisire uno degli appartamenti o i garage che presto saranno messi nuovamente all’asta. La giunta comunale, del resto, ha espresso l’indirizzo favorevole alla rimodulazione della convenzione con l’attuale curatela fallimentare della lottizzazione Pcl 15: l’amministrazione, con questo atto, si propone il triplice scopo di agevolare il completamento dell’intera lottizzazione residenziale, di favorire l’ultimazione dei lavori sugli immobili rimasti incompiuti e di rassicurare i privati che hanno già acquistato alcune unità immobiliari.
«Nel 2009 furono accettate 19 proposte progettuali del Piano Casa ai sensi di un bando pubblico concepito sin dal 2002-2003 per realizzare circa 300mila metri cubi di edilizia residenziale convenzionata che poi divennero circa 600mila in sede di variante definitiva, con tutta una serie di extraoneri che comportavano di fatto il 50% degli utili a favore del Comune – ricorda l’assessore all’Urbanistica Silvano Iommi – di questi 19 piani di lottizzazione solo nove risultano oggi convenzionati mentre gli altri sono rimasti inattivi. Dei nove convenzionati, sei sono stati effettivamente attivati e di questi sei, due non sono mai partiti, due sono faticosamente arrivati a compimento mentre i restanti due sono stati bloccati da problematiche finanziarie. Questo ha segnato il fallimento complessivo di tale operazione urbanistica che ambiva a portare nelle casse comunali un tesoretto di svariati milioni di euro e centinaia di alloggi popolari. In realtà quella estremizzazione ideologica del principio definito “cessazione della gratuità del beneficio urbanistico” attraverso l’introduzione di extraoneri, avendo incrociato anche una delle più impattanti crisi economiche del Paese, non ha prodotto nulla di sostanzialmente positivo, lasciando sul campo altre opere incompiute e pessime immagini urbane difficili da risolvere e gestire».
Il fallimento della società Il Bracciale fu un crac da 15 milioni di euro sancito con una sentenza del tribunale di Macerata. Era nata a Treia 19 anni fa dall’unione di diversi imprenditori locali che già operavano in ambiti aziendali simili o complementari all’attività edile. L’intento era quello di dar vita al complesso residenziale “Città verde” in via Metauro a Piediripa. La proposta era quella di realizzare appartamenti di qualità ad un buon prezzo. Dopo la costruzione della prima palazzina, però, iniziarono i problemi, soprattutto di carattere economico e il progetto si fermò. La società, come molte altre nel campo dell’edilizia, è stata trascinata nel baratro dal crac di Banca Marche che ha fatto partire grosse operazioni immobiliari, con la promessa di sostegno fino alla fine, privandole poi di fatto dei finanziamenti necessari. Ci ha messo del suo anche la crisi dell’edilizia. Attualmente sono una quarantina gli appartamenti regolarmente abitati.
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