Tragedia della famiglia Canullo:
i parenti chiedono altre indagini

Accertamenti della polizia dopo il rinvenimento dei cadaveri

di Gianluca Ginella

Morte della famiglia Canullo, la procura chiede l’archiviazione per i tre indagati, opposizione della famiglia che chiede ulteriori indagini. Oggi si è svolta l’udienza davanti al gup del tribunale di Macerata con il giudice che si è riservato di decidere.

Madre, padre e figlio erano stati trovati morti nella loro casa di Macerata il 6 settembre 2021. Secondo la ricostruzione fatta dalla procura Eros Canullo, 80 anni, si era sentito male ed era caduto a terra ed era morto. Il figlio Alessandro, 54, e la moglie di Eros, Angela Maria Moretti, 76. erano immobilizzati in casa e sarebbero poi morti di inedia. Alessandro era riuscito a telefonare per chiedere aiuto quando il padre aveva avuto il malore. Poi però, a causa di una disabilità che aveva in seguito ad un grave incidente avuto in gioventù, era caduto a terra e non era più riuscito a muoversi.

Alessandro Canullo

La procura per quei fatti aveva indagato per omicidio colposo un medico e un operatore del 118 e un poliziotto. Dopo la chiamata di soccorso di Alessandro Canullo, avvenuta il 29 giugno del 2021, sul posto erano intervenuti l’automedica e una volante della polizia.

Nessuno rispondeva al citofono di casa né al telefono. La procura contestava loro di non aver eseguito l’accesso forzato all’abitazione, pur potendolo fare, per accertare se ci fossero persone che necessitavano di aiuto.

Dopo le indagini la procura ha deciso di chiedere l’archiviazione non avendo ravvisato condotte penalmente rilevanti.

A questa richiesta hanno fatto opposizione alcuni familiari dei Canullo, assistiti dagli avvocati Maurizio Gabrielli e Gianluca Parracciani.

I legali hanno chiesto l’acquisizione di leggi e regolamenti per dimostrare che gli indagati avrebbero avuto l’onere di disporre l’accesso forzato, e hanno chiesto la trascrizione di tutte le comunicazioni che sono intercorse tra i soccorritori quel 29 giugno. Il giudice Daniela Bellesi si è riservata di decidere.

A questo punto può archiviare l’indagine, può disporre nuovi accertamenti o può chiedere al pm di formulare il capo di imputazione per andare a processo. Gli indagati, assistiti dagli avvocati Gabriele Cofanelli, Giorgio Di Tomassi, Paolo Rossi e Giampaolo Cicconi, respingono le contestazioni ritenendo di aver operato nel modo corretto.

(clicca per ascoltare la notizia in podcast)

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