Lucia Bellaspiga con il professor Enzo Nardi ed alcuni dei docenti di letteratura del liceo “Galilei”
Di Dino Buzzati e dei suoi rapporti con la religione cristiana, lunedì, ospite, nell’aula Giovannetti di Palazzo degli studi, sede succursale della scuola, ha parlato appunto Lucia Bellaspiga, editorialista del quotidiano “ Avvenire” e autrice di fortunati saggi, tra cui l’ultimo dedicato al medico marchigiano Carlo Urbani.
Dino Buzzati, uno dei più grandi esponenti della letteratura fantastica novecentesca, che morì nel 1972 in una clinica di Milano per un cancro che aveva aggredito il suo pancreas. Coerentemente con la sua vita da agnostico, rifiutò l’estrema unzione.
«Eppure la sua opera – si legge in un resoconto dell’incontro – ponendosi agli antipodi tanto del materialismo neorealista, quanto dell’intellettualismo postmoderno, è intrisa di autentico desiderio di Dio.
Il mistero, l’imprevisto, la possibilità di scoprire varchi metafisici nel doloroso groviglio dell’esistenza, sono tematiche costanti nella sua narrativa, dal “ Deserto dei Tartari” alle “ Notti difficili”. Ecco allora personaggi come Giovanni Drogo che dagli spalti della fortezza Bastiani vive nell’attesa di un evento che possa sconvolgere la sua noiosa e ripetitiva esistenza, ecco il “Cane che ha visto Dio” (“La boutique del mistero”), ecco Dio che naviga sulla barchetta alla ricerca delle sue creature (“In quel preciso momento”).
In altri termini le forme fantastiche dell’angoscia, che connotano la narrativa buzzatiana, tendono sempre alla dimensione dell’oltre, ancorché incerto e nebuloso. Se Dio non c’è, “Il cappone che si mangia a Natale è come segatura tra i denti”, dice Buzzati in “Racconto di Natale”.
In realtà il rifiuto dell’estrema unzione non fu proprio l’ultimo atto con cui Buzzati si congedò dalla vita. Ce ne fu un altro, definitivo e ben documentato: prima di spirare, Dino baciò il crocifisso di Suor Beniamina, che l’aveva tanto amorosamente accudito nelle settimane trascorse in clinica. E forse, per dirla con Chesterton, il mondo gli si capovolse apparendogli finalmente dritto».
L’incontro è stato il culmine del percorso didattico e culturale “Il desiderio di Dio e dell’Assoluto nella letteratura italiana del Novecento”, sapientemente organizzato dal professor Enzo Nardi, coordinatore del Dipartimento di Lettere per il corrente anno scolastico.
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