L’avvocato Francesco Acquaroli assieme a Francesco Gaoni marito di Lusi Fattori
di Laura Boccanera
Costretta a fare ricorso al Tar per poter accedere alla documentazione necessaria per la propria difesa in tribunale. E’ questo l’esito dell’ennesima battaglia giudiziaria che l’ex dipendente della Civitas, Lusi Fattori, è costretta a fronteggiare dopo la denuncia da parte di un consigliere del Cda dell’azienda di riscossione tributi.
Francesco Gaoni
Il procedimento non è altri che l’ennesimo capitolo di un massiccio contenzioso che vede protagonista Fattori, licenziata dall’azienda e a cui ha fatto causa per far valere le proprie ragioni. Dopo l’assoluzione con formula piena per la vicenda legata al mancato versamento della tassa rifiuti da parte dell’Asur, Fattori si trova attualmente coinvolta in una querela per diffamazione.
Questa mattina però per parlare della vicenda non c’era lei ma il marito Francesco Gaoni che con commozione ha raccontato di un deterioramento fisico della moglie, riconosciuto anche dall’Inail come malattia professionale tanto che Fattori non può reggere lo stress legato ad anni di tribunali e contenziosi legali e non ha potuto presenziare all’ennesima udienza che si è svolta lunedì scorso.
«Ho deciso di espormi dando voce a mia moglie affinché l’opinione pubblica venga informata sugli sviluppi di una vicenda kafkiana che da quasi tre anni e mezzo ha sconvolto la nostra vita – racconta Gaoni – nessuno in questa città si è chiesto perché dopo tredici anni di onesto e duro lavoro la capo ufficio della Civitas sia stata licenziata in tronco». Gaoni ricorda prima la vicenda dell’Asur e il riconoscimento della malattia professionale per la quale, tra l’altro, «la procura di Macerata ha aperto un fascicolo per lesioni gravi e gravissime».
L’ennesimo capitolo di questa storia però è rappresentato da una querela presentata da un consigliere del Cda davanti al Giudice di pace per diffamazione. «L’ultima busta verde che ci è arrivata il 4 marzo 2022 e che ci sta impegnando ultimamente l’ha inviata un consigliere di amministrazione di Civitas, una querela o meglio un ricorso immediato a comparire davanti al giudice di pace, ricorso immediato significa processo penale senza indagine dritti al dibattimento. In pratica secondo il consigliere mia moglie a settembre 2018 lo avrebbe diffamato durante una riunione a cui lui non era presente e di cui non viene indicata la data, in presenza di alcuni colleghi. Ma le querele non si presentano entro tre mesi dall’accaduto? – Chiede Gaoni – sì, ma in realtà in Civitas i rapporti sono talmente formali e strutturati che alcuni colleghi gli avrebbero riferito di questa presunta diffamazione formalmente e con email solo ad ottobre 2021 ed il consigliere chiede 5mila euro. Ad oggi abbiamo speso 76mila euro e preventivati altri 83mila per spese legali».
Lusi Fattori e Francesco Acquaroli durante una precedente conferenza stampa
Ma il problema arriva ora perché per difendersi Fattori ha fatto una richiesta di accesso agli atti alla Civitas e la documentazione è stata negata. «Ha fatto domanda per avere le timbrature dei dipendenti presenti a quella riunione del settembre 2018, ma l’accesso viene negato per “dati personali e sensibili riguardanti gli stessi dipendenti e loro familiari”, sinceramente non capiamo dal momento che mia moglie era anche responsabile del personale. Poi viene chiesta copia dei compensi percepiti da questo consigliere e la corrispondenza intercorsa soprattutto a settembre 2018 dal momento che mia moglie aveva vedute diverse dal consigliere sulla percezione di questi compensi dal momento che lei riteneva che andavano pubblicati sul sito “amministrazione trasparente” ma gli atti sono stati negati per “tutela della libertà e segretezza della corrispondenza”. Ma se quelle mail le ha scritte la Fattori» dice Gaoni. A firmare il diniego all’accesso agli atti il presidente della Civitas e il dirigente. «Come può difendersi mia moglie senza avere accesso agli atti?» conclude il coniuge.
Presente questa mattina per supportare la famiglia nella battaglia legale anche l’avvocato Francesco Acquaroli: «Si è scelto anziché il tribunale ordinario il ricorso al Giudice di pace che non necessita di indagini ma si va subito al dibattimento. E stiamo valutando di andare al Tar per avere i documenti, abbiamo comunque fiducia nella magistratura che farà chiarezza e verità su questa vicenda» ha aggiunto. Lunedì scorso l’udienza davanti al tribunale di Macerata, ma le condizioni della Fattori erano tali che non ha potuto presenziare allegando la certificazione medica: «l’ennesima mancanza di rispetto c’è stata da parte dell’avvocato del consigliere – conclude Gaoni – che ha detto che Lusi avrebbe dovuto prendere un’aspirina e presenziare, ridicolizzando una malattia professionale ed entrando nel merito di una disciplina medica». La nuova udienza prevista è a settembre 2023.
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