Una “Casa di Bethlem” in centro:
«Accogliamo e amiamo
chi è disperato, bisognoso e spaventato»

MACERATA - Taglio del nastro in via Gioberti 6, alle spalle del Duomo. Il palazzo restaurato e riallestito è della Fondazione Carima che lo ha concesso in comodato d’uso gratuito. La struttura è gestita dagli operatori della Caritas diocesana, il vescovo Marconi: «Trattare le persone da persone e non da numeri vuol dire cercare di dare a chi arriva qui il meglio di quello che si può»

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Il taglio del nastro

di Mauro Giustozzi (foto di Fabio Falcioni)

Palazzo Squarcia diventa Casa di Bethlem, nuova struttura di pronta accoglienza, nel centro storico di Macerata, la casa della condivisione coi poveri e gli ultimi, una mano tesa, un punto di ascolto, un luogo dove ottenere un pasto caldo e un letto per la notte.

CasaBethlem_FF-1-325x217Ubicata in via Gioberti 6, alle spalle del Duomo, il palazzo restaurato e riallestito è stato inaugurato stamattina alla presenza del vescovo Nazzareno Marconi che ha accolto il prefetto Flavio Ferdani, il sindaco Sandro Parcaroli, l’assessore alle Politiche sociali Francesca D’Alessandro, tutti i vertici delle forze dell’ordine, la presidente della Fondazione Carima Maria Rosaria Del Balzo Ruiti, che ha dato in comodato d’uso gratuito l’edificio di sua proprietà, Sergio Fattorillo in rappresentanza dell’Ordine dei medici della provincia, il presidente dell’Associazione medici cattolici italiani Andrea Corsalini, Daniela Corsi dell’Av3 e naturalmente i vertici della Caritas diocesana, col direttore Denis Marini e il segretario Andrea Marinozzi.

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Il sindaco Parcaroli e la vice D’Alessandro con il vescovo Marconi

La cerimonia si è aperta con la benedizione impartita dal vescovo Marconi, è stata scoperta una targa all’esterno a cui ha fatto seguito il taglio del nastro per inaugurare Casa di Bethlem. Edificio strutturato con un piano sotto strada dove ci sono due saloni dedicati alla cucina (anche se i pasti arrivano dalla Domus), sala pranzo, biblioteca con sala tv, mentre al piano terra si trova l’ufficio accoglienza rivolto a chi sta attraversando un momento di particolare difficoltà economica, lavorativa, familiare o di solitudine ed anche tre camere che sono pronte ad ospitare situazioni di disagio segnalate all’interno del piano Prins messo in atto dal Comune. Al primo piano c’è un reparto con camere destinato agli uomini ed alle famiglie con figli mentre al secondo piano trovano spazio donne, mamme con figli alcune delle quali provenienti dall’Ucraina. Infine il terzo piano di Palazzo Squarcia è in via di sistemazione. In totale sono 22 le camere disponibili per un potenziale di occupazione di 36 persone: gli ospiti attualmente sono 22.

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L’intervento del sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli

«Un grazie ai tanti che hanno collaborato per arrivare a questo risultato, in particolare alla Fondazione Carima – ha esordito il sindaco Parcaroli -, perché in questo palazzo le parole accoglienza, ascolto, vicinanza, servizio sono fondamentali. E’ un edificio adeguato al compito che dovrà svolgere di essere punto di riferimento per coloro che sono in difficoltà. Anche il fornire sostegno ed indirizzo verso strutture sanitarie con un apposito sportello è l’ulteriore dimostrazione della bontà di chi ha avuto questa idea, Caritas e Diocesi in testa. Il Comune non può che essere al fianco della Casa di Bethlem e di chi è in difficoltà». La casa è gestita dagli operatori della Caritas diocesana ed è animata da volontari che ogni giorno sceglieranno di donare al prossimo un po’ del loro tempo. Fondamentale il contributo della Fondazione Carima che ha messo a disposizione gratuitamente Palazzo Squarcia di sua proprietà.

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Rosaria Del Balzo Ruiti

«Sono davvero molto emozionata – ha ribadito la presidente Rosaria De Balzo Ruiti – perché è un’iniziativa che mi coinvolge a tutto tondo. Questo palazzo è stato sempre un luogo di accoglienza, in precedenza utilizzato da studenti e docenti dell’università di Macerata. Poi è giunta questa proposta da parte del vescovo e non abbiamo esitato neppure un attimo perché avere un luogo in città di riferimento per le persone che vivono condizioni di disagio e difficoltà è fondamentale, ancor più in questo periodo. Famiglie, donne, uomini, pensionati che non arrivano a fine mese che si trovano dall’oggi al domani in mezzo alla strada e che potranno trovare qui un’accoglienza e una vicinanza. E’ un segnale ulteriore di vicinanza della Fondazione al territorio».

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L’intervento del prefetto Ferdani

Da parte sua il prefetto Flavio Ferdani ha tenuto a sottolineare come «le forze dell’ordine nella loro attività di controllo del territorio avranno modo non solo di reprimere comportamenti scorretti ma pure fare gesti di umanità e sapere che sul territorio c’è questa possibilità sarà di grande aiuto. L’altro aspetto etico è vedere un’idea concretizzarsi in questo modo sia un guardare alla città con occhi attenti alle persone più fragili, deboli, in difficoltà e da questo credo che l’intera comunità ne tragga un giovamento».

CasaBethlem_FF-18-325x217Padrone di casa il vescovo Nazzareno Marconi che ha voluto rimarcare la scelta fatta per la Casa di Bethlem che è stato il frutto di un’idea condivisa con tantissime associazioni, istituzioni, persone che hanno portato al risultato finale. «Trattare le persone da persone e non da numeri – ha detto il vescovo Marconi – vuol dire cercare di dare a chi arriva qui il meglio di quello che si può con semplicità, essenzialità, senza sprechi. Ma la dignità e la cura di un luogo che deve essere bello per noi è importante, uno spazio in cui sentirsi tutti, ogni giorno, accolti e fratelli. Accogliere le persone, sentire il loro bisogno, farle sentire amate, inquadrare questo bisogno ed inserirlo in un percorso virtuoso che possa permettere a tutti di dare il meglio. Qui arrivano persone disperate, bisognose, spaventate e prima di tutto devi calmarle ed ascoltarle. Caritas non si sostituisce ai servizi sociali o sanitari ma vuol distinguersi in questa capacità di facilitare la collaborazione di tutti».

CasaBethlem_FF-19-325x217È anche operativo un punto di orientamento e accompagnamento sanitario per chi ha difficoltà a interagire con le strutture, aiutando a richiedere un visita specialistica, a prenotare esami clinici e diagnostici o per ricevere una terapia. L’osservazione e la valutazione delle situazioni è assicurata da medici volontari dell’Associazione medici cattolici italiani. «Siamo partiti da una mappatura degli stati di povertà esistenti anche in considerazione di quanto accaduto negli ultimi anni segnati prima dal covid e poi dalla guerra -ha affermato il direttore Caritas Denis Marini- e ci siamo resi conto che sono aumentati del 52% gli stati di povertà attraverso incontri e ascolti fatti in Caritas. A quel punto sono andato dal nostro vescovo e nel giro di 40 minuti abbiamo preso la decisione di far partire questo progetto perché era urgente farlo. I poveri hanno bisogno di qualcuno che si faccia prossimo di qualcosa, che lenisca le ferite di queste persone.

CasaBethlem_FF-14-325x217E’ il primo mandato della Casa di Bethlem. Qui entreranno persone magari turbate ma non più disperate, sofferenti ma non sino al punto di maledire la vita, persone che ancora si chiedono perché hanno perso l’abitazione o subito violenza: qui ci sono già 22 persone accolte in struttura a cui vogliamo dare le risposte che cercano. Caritas che affianca questo ultimo progetto con tanti altri legati all’accoglienza, al punto che ospitiamo nelle nostre strutture del territorio attualmente 162 persone». La Casa di Bethlem è promossa e sostenuta dalla diocesi, ma per vivere confida in donazioni di istituzioni, enti, privati, che possono essere effettuate attraverso Bonifico bancario intestato a: “Diocesi di Macerata – Caritas”, causale: “Casa di Bethlem”. L’Iban è IT 75 K 06150 13400 CC032 01057 10.

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