“Donne che fanno la differenza”,
il libro di Lella Golfo

MACERATA - L'incontro che si è tenuto nella sala Sbriccoli con la presidente della Fondazione Belisario

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Lella Golfo a Macerata

Nel passato fine settimana è tornata a Macerata la Fondazione Belisario, con la sua presidente Lella Golfo. Dopo il 2016, in aiuto e sostegno per lo sciame sismico iniziato, ricadde sul capoluogo la scelta per la XVII edizione del seminario internazionale “Donne economia e potere” che si svolse alla Filarmonica il 21 e 22 ottobre.

LellaGolfo_FF-1-325x268La nuova occasione si è presentata per il libro della presidente, “Donne che fanno la differenza” (Marsilio 2022). In collaborazione con l’Università di Macerata e la sede locale di Confindustria, un altro momento di dialogo e una messa a punto delle criticità e delle risorse valorizzate per le donne di questo Paese con la moderazione di Barbara Capponi, volto noto di Rai 1. L’onorevole Lella Golfo durante la XVI legislatura fu promotrice e prima firmataria della legge sulle quote di genere nei cda delle società quotate in borsa (L. 120/2011), legge che ha confermato la professoressa Cutrini, economista di Unimc, ha dato importanti frutti misurati da più studi e ricerche, anche internazionali. Dall’esempio di competenza, personalità e determinazione della prima donna manager italiana, Marisa Belisario, la Fondazione ha fatto un modello di operatività ed azione.

LellaGolfo_FF-3-325x217Come sottolineato dalla stessa presidente Golfo, «la promozione femminile e il giusto riconoscimento nella società passa da un lato dalla capacità delle donne di successo, e di “potere”, di sapersi guardare a fianco e dietro, dall’altro dalla decisione di ogni donna di darsi per prima il riconoscimento che si merita, con l’autostima necessaria che, troppo spesso, invece è insufficiente». Il lavoro della Fondazione Belisario va al cuore del problema: il potenziale inespresso del valore economico delle competenze e capacità femminili è una perdita notevole di ricchezza per lo sviluppo del nostro Paese.

LellaGolfo_FF-5-325x217La storia di Lella Golfo ne è una dimostrazione positiva: «dalla formazione giovanile militante al protagonismo operativo capace di intervenire sempre a togliere scrupoli alle donne e a premiare la qualità delle donne. Così i comitati di selezione dei tanti premi, in svariati ambiti, che la fondazione da 35 anni assegna nel mondo della scienza, dell’economia, del giornalismo televisivo, della stampa, della musica ecc., ambienti in cui donne pioniere hanno aperto con tenacia e professionalità una strada per lo spazio che si è conquistato successivamente, negli anni».

«Fondamentale è il sostegno e la rete di solidarietà tra donne – ha sottolineato con la presidente la professoressa Ninfa Contigiani, storica del diritto di Unimc – ma non si può dimenticare quanto su tutto questo gravi una mentalità di lungo periodo, segnata da provvedimenti legislativi precisi del passato, che tende a suggerire scelte formative che non osano uscire dal seminato e confinano numeri troppo alti delle nuove generazioni femminili in mestieri e professioni che non adeguatamente riconosciute dal punto di vista economico e salariale. Un elemento di riflessione non da poco in un cotesto di valori fortemente segnato proprio dal valore economico».

LellaGolfo_FF-4-325x217L’esperienza e gli studi della referente locale della Fondazione nonché direttrice d’orchestra di Cinzia Pennesi hanno descritto come «proprio nell’ambito musicale si sia consumato per anni non un misconoscimento ma un vero e proprio ‘oblio indifferente’ per una produzione musicale notevole che, al contrario, c’è sempre stata e che solo oggi riscopriamo grazie al lavoro tenace di recupero portato avanti».

«Le quote sono una cura, laddove c’è uno squilibrio patologico e nocivo anche per il futuro», come ha rappresentato Alberto Mari, presidente Terziario di Confindustria, che con la formazione mira a portare nelle imprese «la giusta consapevolezza sui benefici della presenza femminile certificata nella misura di almeno del 60% sia nelle gare d’appalto, sia negli sgravi Inps del 10% per ogni dipendente ex L. 125/2022. Innegabile, oltretutto, l’evidenza di un 11% di Pil in più nelle aziende che rispettano la parità di genere».

(foto di Fabio Falcioni)



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