Il rettore John Mc Court durante l’inaugurazione dell’Anno accademico
«Il dibattito riguardo Unimc deve essere pubblico». Flc Cgil, Snals Confsal e Usb di Macerata rimproverano gli autori della lettera anonima, firmata “alcuni dipendenti di Unimc” che prende spunto dalla critica all’organizzazione dell’inaugurazione dell’Anno accademico per manifestare un disagio nella comunità universitaria.
«Ogni opinione è legittima e benvenuta – scrivono le sigle sindacali – purché fatta alla luce del sole e non nascondendosi dietro all’anonimato. Pensiamo che il dibattito sulle idee, sull’ambiente di lavoro, sulle prospettive dell’ateneo debba essere pubblico e che le presunte ritorsioni che dovrebbero giustificare l’anonimato consegnano all’opinione pubblica una immagine falsata, a meno di prova contraria, dell’ateneo maceratese. Riteniamo peraltro che sarebbe una buona pratica da riprendere per l’individuazione del rappresentante del personale tecnico amministrativo e dei collaboratori esperti linguistici da fare intervenire all’inaugurazione dell’Anno accademico la concertazione tra il rettore John McCourt e le Rsu. Al tempo stesso esprimiamo massima vicinanza a Carla Bufalini, destinataria di ridicole parole di delegittimazione. La sua storia professionale e umana è molto al di sopra di queste affermazioni».
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condivido le preoccupazioni di coloro che si sentono toccati da scelte (come quella della location) che sembrano essere effettuate in modo causale, perché invece "la forma è sostanza". Cose che accadono non solo nell'ambito universitario a Macerata. A Civitanova per esempio abbiamo visto su CM in una foto scattata nella Sala dell'Amicizia a Palazzo Sforza, in occasione di una visita di cortesia dei parroci al sindaco della città, il sindaco in piedi e i preti nella fila davanti in ginocchio (e non mi risulta abbiano una statura così alta da coprire coloro che erano in piedi). Per non parlare poi della foto scattata dentro la chiesa di San Giuseppe a Civitanova, all'inaugurazione di una mostra d'arte sacra in un luogo consacrato, dove era presente un assessore in rappresentanza del sindaco con tanto di fascia tricolore, mentre taglia il nastro retto a un lembo dal parroco. Una autorità civile in chiesa dobbiamo sempre ricordare essere un ospite e non il padrone di casa, per questo sarebbe stato opportuno fosse il prete (avendone giurisdizione) a inaugurare l'apertura della mostra, con o senza taglio del nastro. Che il potere temporale possa cominciare a insinuarsi negli spazi ecclesiali e viceversa, mi fa tornare alla mente la celebre frase di Cavour "libera Chiesa in libero Stato", o peggio quella del ventennio "Dio, patria e famiglia".....
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Siamo sicuri che serva ancora questa Università in cui bivaccano pure studenti scadenti per un pezzo di carta che non servirà loro, quando mancano agricoltori, artigiani, operai?