Travolta e uccisa davanti al Convitto,
il conducente del bus patteggia

MACERATA - Oggi si è svolta l'udienza davanti al gup per la morte di Federica Ciuffetti, la dipendente della Provincia che perse la vita in un incidente stradale nel 2021
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Il luogo dell’incidente

di Gianluca Ginella

Dipendente della Provincia travolta e uccisa da un autobus mentre attraversava la strada, di fronte al Convitto di Macerata, per andare al lavoro: il conducente del bus patteggia 16 mesi davanti al gup del tribunale di Macerata.

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Il bus sequestrato

Il dramma si era consumato la mattina del 20 luglio del 2021. Intorno alle 8, Federica Ciuffetti, 46 anni, si trovava di fronte al Convitto di Macerata. Aveva attraversato e aveva quasi raggiunto i gradini che poi portano al tunnel che conduce al centro storico quando era passato un autobus della Contram con al volante il 43enne Vincenzo Di Stefano, di Castelvetrano, residente a Civitanova.

Il conducente, secondo l’accusa (le indagini sono state coordinate dal sostituto Enrico Riccioni, oggi era presente in udienza il pm Stefania Ciccioli), non aveva arrestato la corsa del bus nonostante ci fosse una persona che stava attraversando. Il mezzo aveva urtato la 46enne con la fiancata centrale sinistra, e lei era caduta a terra ed era stata schiacciata dal treno di gomme posteriore di sinistra del mezzo.

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Federica Ciuffetti

Il conducente non si era accorto di avere investito Federica e aveva proseguito la corsa salendo per via Caduti di Nassiriya. Ore dopo era stato rintracciato grazie alle indagini della polizia locale di Macerata. Il mezzo era stato trovato a Camerino, nel deposito della Contram. Oggi si è svolta l’udienza preliminare davanti al gup Giovanni Manzoni del tribunale di Macerata. Presente all’udienza il marito di Federica e alcuni famigliari (non si sono costituiti parte civile). Il conducente del mezzo, accusato di omicidio stradale, assistito dall’avvocato Giacomo Frazzita, oggi sostituito dall’avvocato Donatello Prete, ha patteggiato un anno e 4 mesi, pena sospesa. Tanto il dolore che aveva suscitato in città la morte di Federica, un dolore che si era allargato anche a Pieve Torina, il comune di cui era originaria, e Corridonia, dove viveva con il marito e la figlia.

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