Corre per 4 giorni senza dormire,
l’impresa di un 60enne geometra:
«E’ stata la gara della mia vita»

HIGHLANDER - Il maceratese Giuseppe Pianesi, titolare con il fratello di un’impresa edile a Villa Potenza, e la sua passione per le ultramaratone in montagna. Racconta l'esperienza nella Tor des géants (giro dei giganti) in Val d’Aosta, la competizione più estrema del mondo, che prevede sei tappe, 60 chilometri al giorno con 8000 metri di dislivello, da completare in massimo 150 ore: sono partiti in 1200, ne sono arrivati 408 e si è classificato 126esimo, secondo nella sua categoria degli over 60

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Giuseppe Pianesi durante la gara Tor des géants (giro dei giganti) in Val d’Aosta

di Mauro Giustozzi

Sfidare le vette alpine e soprattutto andare oltre i propri limiti. E’ l’esperienza vissuta da Giuseppe Pianesi, 60enne appassionato di corsa in montagna, che dopo dieci anni di attività si è regalato la competizione più dura e difficile per coloro che si appassionano al Torx, questo il nome della specialità, cioè il Tor des géants (giro dei giganti) in Val d’Aosta, gara di corsa in montagna fra le più impegnative al mondo, che riscuote un grande successo di partecipazione e di gradimento fra gli atleti ed è seguita da un pubblico numeroso che supporta i concorrenti lungo tutto il percorso.

Giuseppe-Pianesi-il-runner-4-e1673867398989-325x393Una corsa estrema visto che si disputa su un percorso di 360 km di sviluppo orizzontale, 30.000 metri di dislivello verticale con 27 colli al sopra dei 2.000 metri con lo sfondo di monte Bianco, monte Rosa, Cervino e Gran Paradiso. Basti pensare che in questa ultima edizione dei 1200 concorrenti partiti ne sono arrivati 408 con il nostro Giuseppe Pianesi che si è classificato 126esimo e secondo nella sua categoria degli over 60. Ma chi è questo atleta ‘highlander’ delle vette appenniniche prima e alpine poi? «Nella vita di tutti i giorni ho un’impresa edile a Villa Potenza con mio fratello, sono geometra – ci dice Giuseppe Pianesi -, mentre lo sport mi ha sempre appassionato, tanto che ho giocato a calcio con la squadra dell’Helvia Recina in Seconda categoria fino a 42 anni poi mi sono messo a correre.

Giuseppe-Pianesi-il-runner-1-300x400Ho iniziato con la podistica nel 2009 a Loreto grazie ad un amico facendo prima marce lunghe a partire dai dieci chilometri, per poi arrivare ai 100 chilometri del Passatore, fino a che, dato che mi piace il collinare, sono approdato alla gara di corsa in montagna, la prima l’ho svolta a Colle San Marco di Ascoli nel 2015. Ho sempre cercato di andare avanti e di superare i miei stessi limiti e provare quella corsa tra i sentieri, in salita e in discesa mi ha catturato subito rispetto alle corse pianeggianti o semicollinari sull’asfalto. Da quel momento mi sono dedicato a queste gare sull’appennino, in Umbria, Toscana, Emilia Romagna, degli sky rice con dislivelli anche importanti. Mi sono trovato bene in queste competizioni il che mi ha spinto ad andare avanti e cercare sempre gare più difficili e impegnative sulle Alpi. Ho fatto la Tre Cime di Lavaredo di 120 km con 7 mila di dislivello, ed ho visto che il mio fisico non solo reggeva ma dopo metà gara andava perfino meglio. Poi sono arrivate altre gare dure, estreme, sempre sulle Alpi, nelle quali mi sono trovato sempre di più a mio agio migliorando le prestazioni».

Giuseppe-Pianesi-il-runner-9-180x400Così dalle gare regionali a quelle nazionali ecco giungere l’opportunità di una competizione mondiale per Giuseppe Pianesi che, proprio in occasione del suo compleanno dei 60 anni, si è regalato la partecipazione al Tor des géants, una di quelle competizioni dove tentare l’impossibile è all’ordine del giorno. «Ho avuto l’ok da parte della mia famiglia, di mia moglie e mio figlio per partecipare a questa competizione in Val d’Aosta – racconta ancora il runner maceratese – ed ho deciso di fare questa impresa, che avevo in mente da due anni perché questo progetto ha bisogno di una certa programmazione. Ho completato una preparazione accurata prima partecipando a cinque ultra maratone (60 chilometri e 8200 di dislivello in montagna) consecutive. Il giro dei giganti è la gara più estrema del mondo, dovevo farla anche perché è perfetta per me che sono abituato a percorsi lunghi e mi diverto, la discesa è la mia specialità.

Si tratta di sei tappe, sono circa 60 chilometri al giorno con 8000 metri di dislivello. Partenza e arrivo da Courmayeur, un’esperienza davvero al limite delle possibilità umane che mette alla prova le capacità e la resistenza anche dei più tosti che devi completare in un tempo max 150 ore. Io l’ho fatta in 117 ore di corsa consecutiva, che si riassumono in 4 giorni, 20 ore, 48 minuti senza dormire mai. Io ho dormito un’ora in cinque notti. Il livello di sopportazione deve essere altissimo. I problemi sono meteo e sonno. La prima notte la salti e poi non riesci più a dormire. La parte neurologica non era proprio il massimo ma la gamba c’era.

Giuseppe-Pianesi-il-runner-8-180x400La fase più brutta è stata senz’altro il recupero, con due giorni in cui avevo un grande dolore ai piedi ed anche allucinazioni nei pochi momenti di riposo dove vedevo le pietre che si animavano e mi parlavano, situazione che anche altri corridori mi hanno detto di aver provato. Io sono arrivato fisicamente comunque in buone condizioni e ritengo questa gara l’apice della mia carriera di corridore di ultramaratone in montagna. E’ chiaro che per me questa è stata la competizione della vita da atleta, una corsa che puoi fare una sola volta nella vita da runner».

Non si ferma comunque Giuseppe Pianesi che è pronto a continuare la sua corsa in montagna con gare certamente meno impegnative di quella disputata in Val d’Aosta. «La corsa in montagna è bellissima ma bisogna iniziare gradualmente, altrimenti si rischia di farsi molto male – continua Giuseppe Pianesi – . Io sono attualmente iscritto al club Supermarathon dell’Emilia Romagna che comprende tanti atleti che disputano maratone e ultra maratone. Sul finire dello scorso anno ho fatto la mia 98esima gara e lo scorso 8 gennaio una ultra di 45 km in provincia di Ravenna. Adesso per la centesima gara dei miei dieci anni di attività sportiva estrema mi sono regalato la partecipazione ad una 80 km nell’aretino, a Castiglion Fiorentino il prossimo 29 gennaio, un trial dell’Appennino in cui mi accompagnerà mio figlio che pure si è appassionato a queste gare. Tale padre tale figlio…».

 

 

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