«Mio figlio picchiato per 30 euro
tra l’indifferenza dei passanti
lungo il corso»

CIVITANOVA - Il racconto di Alberto Mobili, padre del 16enne Giacomo, finito al pronto soccorso dopo che lui e i suoi amici sono stati accerchiati da un decina di coetanei intorno alle 21 di ieri. «Ha riportato contusioni alla mandibola e al costato, graffi ed escoriazioni, l'episodio è stato denunciato»

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L’intervento dei carabinieri lungo Corso Umberto I a Civitanova

 

«Con la scusa di cambiare delle monete hanno accerchiato mio figlio e due suoi amici, erano una decina. Il tutto per rubare 30 euro. Lo hanno così picchiato, colpito con pugni e calci. Fortunatamente, non ha riportato gravi lesioni. Ma la cosa più brutta è che tutto è avvenuto in pieno centro, poco dopo le 21, e nessuno è intervenuto». Sono parole pronunciate con dolore e amarezza quelle di Alberto Mobili, padre di Giacomo, un giovane civitanovese di 16 anni che è stato dimesso dal pronto soccorso con una prognosi di tre giorni dopo i fatti accaduti ieri sera in corso Umberto I.

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Alberto Mobili

Il genitore racconta l’accaduto. «Giacomo si trovava vicino alla pensilina di fronte alla banca, quando sono arrivati in gruppo. Una decina di ragazzi, all’apparenza di origine straniera e più o meno coetanei, che hanno chiesto a mio figlio e ai suoi due amici se avessero da cambiare delle monete. Come lui ha tirato fuori il portafoglio uno ha cercato di prendere le banconote, circa 30 euro, e lui l’ha fermato. Per tutta risposta è stato colpito da un pugno al volto, poi da un altro ancora. Mio figlio ha quindi cercato di trattenerlo e così sono gli saltati addosso in sei colpendolo con calci e pugni, mentre gli altri bloccavano i suoi amici. Poi si sono dileguati, i ragazzi hanno chiamato i carabinieri, sono intervenuti gli operatori dell’emergenza che hanno accompagnato Giacomo in ospedale. Ha riportato contusioni alla mandibola e al costato, graffi ed escoriazioni, fortunatamente nessuna frattura. L’episodio è stato denunciato, spero che dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza possano venire fuori elementi utili alle indagini e rintracciare i responsabili». Alberto Mobili invita ad una riflessione i civitanovesi: «Queste cose stanno accadendo sempre più spesso, invito tutti a denunciarle, a fare qualcosa. L’unico che è intervenuto è stato il titolare del Mughal Kekab che si trova nelle vicinanze, quanto meno ha aiutato mio figlio dopo l’aggressione, offrendogli una bottiglietta d’acqua. Nessuno, alle 21 in corso Umberto I a Civitanova, ha pensato di fermarsi, poteva essere chiunque ad essere al posto di Giacomo, una ragazza, un anziano: ed è una delusione immane fare i conti con questa indifferenza».

(redazione Cm)

 



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