Il materiale sequestrato
Sequestrati in un esercizio commerciale della città costiera circa 500 articoli, tra borse e portafogli, in quanto sprovvisti dell’etichettatura recante le informazioni minime da fornire al consumatore, quali previste dal Codice del consumo. E’ il risultato di un’operazione della Guardia di finanza di Civitanova, portata a termine nell’ambito dei servizi di controllo economico del territorio, finalizzati al contrasto dell’abusivismo commerciale nonché alla verifica del rispetto delle prescrizioni in materia di contenimento della diffusione dell’epidemia da coronavirus. Nel mirino delle Fiamme gialle un esercizio della città costiera operante nel settore del commercio di abbigliamento e accessori.
Dall’esame di alcuni articoli di pelletteria esposti per la vendita, in particolare, i finanzieri hanno potuto constatare come gli stessi fossero sprovvisti di qualsivoglia etichettatura che potesse indicarne, in lingua italiana, i materiali impiegati, l’eventuale presenza di sostanze nocive per l’uomo o per l’ambiente e le eventuali limitazioni nella destinazione d’uso, informazioni minime, obbligatoriamente previste dal Codice del consumo, per consentire al cliente di avere informazioni chiare e precise su ciò che compra, utili per poter valutare e scegliere in maniera consapevole. Conseguentemente, anche in considerazione della scarsa qualità delle materie prime utilizzate e comunque non espressamente tracciabili, non potendo escludere che i prodotti rinvenuti possano essere pericolosi e dannosi per la salute dei consumatori, si è proceduto al sequestro amministrativo degli articoli irregolari. Il responsabile dell’esercizio commerciale è stato quindi segnalato alla locale Camera di Commercio per l’adozione dei provvedimenti di competenza: rischia una sanzione fino a oltre 25mila euro. Ulteriori accertamenti verranno esperiti per verificare eventuali profili di irregolarità anche da un punto di vista fiscale. Le operazioni di servizio si inseriscono in un più ampio dispositivo di controllo a tutela dell’economia legale: contrastare la diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza significa contribuire a garantire una protezione efficace dei consumatori e un mercato competitivo, ove gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza.
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ESPULSIONE IMMEDIATA IN CINA.
Leggo sul RdC odierno che, ovviamente, trattasi di un CINESE, notizia trascurata nel presente articolo…
Che la CINA sia la più grande fabbrica di contraffazione al mondo è noto a tutti, ma come inganna i consumatori ed a quali rischi li espone lo sanno in pochi dato che si continua a comprare anche prodotti alimentari pericolosi per la salute come pasta concentrata di pomodoro venduta come conserva, olio d’oliva venduto come extravergine dopo aver aggiunto i conservanti e coloranti oltre a conseguenze indirette negative sull’economia, le nostre imprese danneggiate in modo rilevante e, “dulcis in fundo”, rafforziamo un paese, la CINA, che pur di arrivare ad essere la prima super potenza al mondo adotta qualsiasi mezzo come l’invasione mondiale di suoi prodotti, spesso inutili che vanno ad incrementare le discariche mentre paghiamo con soldi veri non contraffatti…
Altro settore che desta allarme particolarmente forte è quello dei GIOCATTOLI CINESI fabbricati con prodotti chimici dannosi per la salute dei piccoli utilizzatori, per la presenza di CROMO, molto tossico se ingerito ed irritante per gli occhi, la pelle e per le mucose, di CADMIO, contenuto in macchinine metalliche, giochi di plastica o legno verniciati e bigiotteria per bambine che a contatto con la saliva si scioglie provocando diversi effetti dannosi per la salute.
Il 30% dei bambolotti prodotti e commercializzati in CINA CONTIENE DOSI MASSICCE DI METALLI PESANTI CHE RISCHIANO DI DANNEGGIARE GRAVEMENTE LA SALUTE DEI PIU’ PICCOLI: NEGLI ULTIMI TRE ANNI I GIOCATTOLI PERICOLOSI FABBRICATI IN CINA E SEQUESTRATI IN ITALIA SONO STATI OLTRE 560.000 MA SICURAMENTE MOLTI ALTRI SARANNO SFUGGITI AI CONTROLLI….
SU 100 PRODOTTI IMPORTATI LEGALMENTE IN ITALIA 8 PROVENGONO DALLA CINA, MENTRE SU 100 IMPORTATI ILLEGALMENTE 44 SONO CINESI.
UN FENOMENO LE CUI DIMESIONI SONO ESPONENZIALI E DIFFICILMENTE CALCOLABILI E CH4E DANNEGGIA TUTTA LA NOSTRA ECONOMIA LEGALE DAI PRODUTTORI AI COMMERCIANTI ONESTI.
ANCHE NOI CONSUMATORI GIOCHIAMO UN RUOLO IMPORTANTE IN QUESTA PARTITA POICHE’ SONO LE NOSTRE SCELTE AD AVERE IL POTERE DI ALIMENTARE OD AFFOSSARE QUESTO MERCATO PERICOLOSO, IN CHE MODO? PRIMA DI TUTTO GUARDANDO ATTENTAMENTE LE INDICAZIONI IN ETICHETTA. IL MARCHIO CE DEVE ESSERE QUELLO DELLA “COMUNITA’ EUROPEA” MENTRE SPESSO VIENE MASCHERATO DA UN ALTRO SIMILE MA INGANNEVOLE DI “CHINA EXPORT”; L’ETICHETTA DEVE AVERE UNA TRADUZIONE IN ITALIANO FONDAMENTALE PER I GIOCATTOLI E PER GLI ELETTRODOMESTICI.
UNA MAGGIORE ATTENZIONE DA PARTE DEI CONSUMATORI PARTE DAL PREZZO CHE QUANDO TROPPO BASSO DOVREBBE INSOSPETTIRE CHE TRATTASI QUASI SEMPRE DI FREGATURA….CINESE.
….dimenticavo:
NON LASCIATEVI INGANNARE NEANCHE DA PSEUDO MANIFESTAZIONI “CULTURALI” CHE SPESSO HANNO ALTRI SCOPI FAVORITE DA SERVI CHE SI METTONO AGLI ORDINI DEL POTENTE….
CONSIGLIO DI LEGGERE IL LIBRO “LA MANO INVISIBILE, COME IL PARTITO COMUNISTA CINESE STA RIMODELLANDO IL MONDO” scritto da:
CLIVE HAMILTON, accademico australiano e MAREIKE OHLBERG membro del Programma ASIA del GERMAN MARSHALL FUND.
Ne vale la pena.
Chi è sti pazzii, che compra alimenti cinesi ?? Non ci stanno co la testaa !! Si diventa fosforescentii.