di Filippo Davoli
Fa tempo che non sogno più. Peccato. Avrei molti stimoli da trasferire all’onirico, se peraltro fosse possibile addormentarsi dettando al sogno di cosa trattare e non il contrario, cioè svegliarsi cercando di trattenere la trama del racconto notturno. Invece non sogno più. Devo contentarmi della realtà. Che spesso è da incubo. Ma qualche volta da sogno. E che, comunque, rimane la realtà.
*
Di una cosa, nella nostra attualità, stupisco massimamente: l’amore insaziabile dei ragazzi per la scuola. Pofferbacco (si sarebbe detto una volta), ma non si era sempre pronti a marinare le lezioni? Non c’erano, un tempo, bar col retro in cui intavolare splendidi tornei di briscola e tresette nell’attesa che arrivasse l’ora del rientro a casa da scuola? Io ricordo straordinarie partite a tresette, in uno di quei retrobar, con un caro amico attualmente vigile urbano e dalla voce toniturante (a cui ogni volta che lo incontro ripeto che dovrebbe fare radio, con quel talento che ha in gola…). Da quando in qua gli studenti si ammalano di depressione perché non possono varcare la soglia degli Istituti e raggiungere l’amata classe dove di lì a poco verranno interpellati dall’ennesima interrogazione? Trasalisco (e non trasalgo, come molti – tra di loro e talvolta tra i loro insegnanti – sarebbero pronti probabilmente a dire; senza per questo intaccare minimamente l’amore insaziabile di cui ho appena detto).
*
Chiusi come l’anno scorso (con minime varianti) nella turris più o meno eburnea, godendo appieno di un silenzio irreale – rotto qua e là soltanto dagli pneumatici di qualche auto che scivola sui sampietrini delle vie del centro – provo una feroce nostalgia per i baccani del passato, che mai – a differenza dei miei vicini – ebbero su di me l’effetto esaurente di uno scatto di nervi. Al contrario, li ho sempre considerati una testimonianza della vita vissuta, una sorta di fratellanza ideale, una simbolica eversione all’ammorbante vuoto delle voci (e dei pensieri).
*
Che poi mi viene da sorridere a considerare certi capricci del virus: che non entra nei ristoranti degli autogrill, mentre sguazza in quelli cittadini; che minaccia teatri, cinema e musei a mo’ di commando terroristico, ma si astiene aristocraticamente dal salire sugli autobus; che si appassiona di bancarelle di abbigliamento e scarpe, ma disdegna quelle alimentari; che adora vestirsi alla moda (chiusi i negozi di abbigliamento) ma non ama leggere (siamo sicuri che sia cinese e non italiano?); che prende le misure delle abitazioni appostandosi subito dopo il loro perimetro per colpire chi eventualmente osasse passeggiare un po’ più in là, ma si tiene alla larga dalle zone di caccia (avrà paura di venire impallinato?); che circola soltanto di notte ed eventualmente dal tardo pomeriggio, adorando gli aperitivi (e chi non li adora? Buongustaio…). Nella funesta ripetitività della nostra esistenza, almeno lui si dimostra creativo, oserei dire generoso: non tiene tutto per sé, si moltiplica in varianti. Ma con spensierata semplicità, non come nelle matrioske di certe operazioni partitiche e parapolitiche, spesso unica kermesse in un mondo intristito. Chapeau, Monsieur Le virus!
*
Intendiamoci, al fine di non ingenerare pretesti e pregiudizi: tanto di cappello alla fantasia del virus, ma il sottoscritto non è un no-vax. Attendo piuttosto il mio turno, augurandomi che la macchina si rodi al meglio prima della fine del mondo. Sui pericoli collegabili al vaccino, poi, non essendo un medico, mi accomodo serenamente nel pensiero di mia madre quando diceva che “di salute non c’è morto mai nessuno”. O anche che “quando Lassù te stacca la corrente, se parte”. Criteri popolari di giudizio, ma alla fine anche molto saggi. Uno cerca di optare per il meglio, ovviamente; ma anche nella più tranquilla quotidianità ci si può mettere in mezzo una quantità sterminata di possibili imprevisti (incidenti stradali o domestici, allergie anche a un semplice frutto – io l’ananas per esempio, etc.). Ora, dai dati che abbiamo, la proporzione tra benefici e guasti presenta numeri pressoché inattaccabili: 27 casi infausti su 29 milioni di persone vaccinate. Dice: “e se proprio tu capiti tra quei 27”? Rispondo: “si vede che era giunta la mia ora”. Infatti, il risvolto che davvero mi sembra paradossale e folle è la pretesa di non dover morire mai (come se di fronte alla nostra generazione si dovesse inceppare per nostro diritto l’ingranaggio di tutta la storia umana). Trovo che sia un atteggiamento sfinente a prescindere. Preferisco fidarmi.
Monsignor Luigi Conti
*
Mi capita, in giorni come questo, di buttare un pensiero a Mons. Luigi Conti, che so buon lettore di Cronache Maceratesi, anche dopo anni che ha lasciato la sede maceratese per trasferirsi in quella fermana. Ora che è pensionato, vorrei che gli giungesse il mio saluto. Chissà come organizza le sue giornate un arcivescovo in pensione. Se si occupa di giardinaggio, oltre ad esercitare privatamente il suo ministero. Se ascolta la radio o passeggia, o fa la Settimana enigmistica. Ma certamente, concludo tra me e me, fa una vita normale, come me e tutti gli altri. E di lui sono certo, ben sapendo quanto – prima di essere prete e vescovo – egli sia uomo e fino in fondo: un uomo con cui non solo si può parlare, ma si può anche litigare e poi riconciliarsi. Lo ricordo proprio per questo con grande affetto, sempre.
*
Mi ridesta dalle piacevolezze della memoria una noticina che trovo sulla stampa riguardante l’addestramento dei cani in tempo di pandemia e di lockdown. Leggo così che i cani per il salvataggio delle persone non possono essere addestrati, mentre quelli per la caccia sì! Esatto: avete strabuzzato gli occhi proprio come ho fatto io, ma rileggendo avete realizzato di aver capito bene: si può uscire dalle zone rosse per andare a caccia (perché trattasi notoriamente di attività essenziale come il lavoro e la salute…), ma non si possono andare a trovare i nipoti (per esempio) e nemmeno addestrare i cani per effettuare salvataggi di vite umane.
*
Non so: ho come l’impressione (questa dei cani è solo l’ultima sorpresa…) che stiamo incarnando la civiltà dell’elastico. Abbiamo abbandonato progressivamente le nostre belle radici legate al logos (e alla fede, per chi è credente praticante) per passare da un eccesso all’altro, come se fossimo tutti attaccati a un elastico, in preda alle opinioni certificate e non. Lo vedo anche in letteratura, dove – da una cura forse ossessiva (ma ce ne fosse!) del lessico e dello stile – si è scivolati in un bailamme di approssimazioni, sciatterie, ripiegamenti eccessivi sulla lingua della quotidianità (che è già di suo tracollata da tempo). E pensare che un tempo “in medio” stava “virtus”…
*
Mi sa che mi conviene tornare alle nuvole (a tratti così felicemente vaghe, nell’azzurro…); oppure a “stormire” tra i classici della biblioteca (spaginandoli, curiosando come il vento tra le piante di leopardiana memoria): aprile dolce stormire, e non dormire – come vorrebbe il proverbio. I primi riverberi di primavera aprono dentro un desiderio di fare, un gusto di muovere e di con-muoversi che meritano ascolto, intraprendenza. E infine stormire tra i ricordi di un tempo diverso, il tempo in cui siamo cresciuti e ci siamo formati; un tempo forse non migliore né peggiore, ma diverso sì: in cui esistevano ancora dei valori e delle priorità che erano solidi, comuni e condivisi. In cui il senso del limite nasceva in noi dall’educazione ricevuta in casa a suon di sberle, se necessario (era la civiltà dei doveri, prima che dei diritti…). Ma quanto bene, in quei limiti: quanto radicamento, quanta identità… quanta naturalezza anche nel poter dire “ho sbagliato”.
*
Sì, ho nostalgia di quel tempo in cui era tutto più sobrio, più sano, più semplice. E confesso di aver paura che nemmeno il black out pandemico riuscirà a scuoterci e a restituirci a noi stessi. Auspico invece che ci possa accadere quanto il grande poeta Attilio Bertolucci scriveva nella sua poesia “Vento” del 1929:
Come un lupo è il vento / che cala dai monti al piano, / corica nei campi il grano / ovunque passa è sgomento. // Fischia nei mattini chiari / illuminando case e orizzonti, / sconvolge l’acqua nelle fonti / caccia gli uomini ai ripari. // Poi stanco s’addormenta e uno stupore / prende le cose, come dopo l’amore.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Belle parole Filippo. Tutte da sottoscrivere.
Visto cosa può causare un microscopico virus!
Prima di fidarsi degli apostoli di Bill Gates forse sarebbe il caso di informarsi un po’ meglio…
https://www.secondopianonews.it/news/cronaca/2021/04/05/vaccini-in-aumento-le-reazioni-avverse-in-ue-migliaia-di-casi-gravi.html
Secondo il database Eudravigilance dell’Ema, Astrazeneca con oltre 133mila reazioni avverse segnalate (oltre 8mila in Italia) ha superato Pfizer, che ha fatto registrare al 3 Aprile 2021 oltre 127 mila casi (primo tra i paesi Ue, l’Italia con oltre 37mila casi). Dal “Comirnaty” vi sono molti decessi sospetti tra i sanitari, i primi ad essersi sottoposti alla vaccinazione tra fine dicembre e i primi mesi del 2021.
Sebbene finora tutto il mainstream e i “grandi esperti” ospitati nei talk parlano di non correlazione tra vaccini e decessi appare curioso che il governo si sia affrettato a varare un salvacondotto per i sanitari che inoculano il vaccino nel caso in cui dovessero sorgere eventuali reazioni avverse o sopraggiungere decessi. Se non c’è mai nesso, come viene narrato, che bisogno c’era?
Hai ragione anche tu, Franco Pavoni.
x Pavoni: ci spiega il significato di reazioni avverse? anche un giorno di febbre e’ una reazione avversa; anche un’emicrania e’ una reazione avversa.
La controinformazione e’ sempre vaga e sottintendente.
Ammesso e non concesso che le sue reazioni avverse corrispondano tutte a decessi, rappresenterebbero comunque lo 0,004%
E che palle con Bill Gates, ma con tutti i soldi che ha a che gli servirebbe dominare il mondo? x fare che? x schiavizzare qualche milione di idioti? ma xche’ non vi fate tutti una bella passeggiata x le mura e prendete un po di aria fresca…. senza guardare in alto ovviamente, visto mai che qualche scia chimica lasciata da Jocker……..
Ciarulli, per documentarsi sulle reazioni avverse, i cui effetti possono manifestarsi a distanza di mesi, la rinvio all’ottima dottoressa Bolgan, incomparabilmente più brava di me
https://numero6.org/…/forze-dellordine-in-pericolo…/
sulla filantropia di Bill Gates ci sarebbe questo illuminante filmatino
https://www.facebook.com/watch/?v=370588536383010
https://numero6.org/intervista/forze-dellordine-in-pericolo-nuove-rivelazioni-dalla-dottoressa-bolgan/?fbclid=IwAR2CAUBhAw_6ZoA53aYRDM_V-LzMafinMet5_4FWiEgLNH9JUcY6JyVKUbY
vediamo se viene censurato anche questo…
ho svegliato la belva……….
Su mille medici uno “strano” ogni tanto ci vuole……
Ribadisco il consiglio di una boccata d’aria.
il video su Bill Gates e’ demenziale…. a una premessa di tipo generale di Bill Gates fa seguito una spiegazione inventata da parte di chi mette in rete queste puttanate… la verita’ nuda e cruda (e triste x lei) e’ che prima di internet le vostre farneticazioni restavano confinate dentro quattro mura o in un bar (con risata generale dei presenti), adesso riuscite, purtroppo, a raggiungere menti deboli o disturbate……..
A Bill Gates di Franco Pavoni o di Italo Ciarulli frega meno di un Kaiser.
la Bolgan: potrebbe… sarebbe …… c’e’ il rischio…….
sempre valido l’invito del giro delle mura
mi scuso con Davoli x l’invasione di campo.
Ah, Ciarulli, se si chiamasse Felicita lei sarebbe perfetto…
”Tu ignori questo male che s’apprende
in noi. Tu vivi i tuoi giorni modesti,
tutta beata nelle tue faccende.
Mi piace. Penso che leggendo questi
miei versi tuoi, non mi comprenderesti,
ed a me piace chi non mi comprende.”
Il dibattito stimolato da Franco Pavoni non è di piccolo conto. Vorrei aggiungere, ma non riesco tecnicamente (cfr. internet) a farlo, che il “discorso” di Bill Gates è anticipato da un “fondo” di investimento americano dove si “investe” nella direzione vaccini. Interessante, poi, segnalare il fondo di investimenti Blackrok. Nel fondo sono segnalati gli investitori decisivi: Amazon, Microsoft, Facebook. Io non sono un complottista, mi limito a segnalare.
p.s. investitori della Pfizer di Moderna e Astrazenica.Un tempo si credeva che la guerra di Troia dipendesse da Elena, fuggita per “amore”. Un tempo si credeva che Costantino ( l’Imperatore) avesse donato alla Chiesa un grande “patrimonio”. Lorenzo Valla scoprì che era un falso.
Infatti, Garufi, si nasconde alla gente, terrorizzata e stremata, il piccolo dettaglio che dietro il sacramento obbligatorio del vaccino, segno della fede nella invincibile religione della Scienza, non c’è soltanto il gigantesco profitto di decine di miliardi delle big pharma, ma soprattutto la possibilità per le banche centrali di stampare migliaia di miliardi destinati in massima parte alla finanza.
I cattivi non sono i poveri, inermi complottisti ma i mostruosi, spietati complottatori…
Ciarulli, non si scusi. Anzi: ogni stimolo che produce discussione e confronto è a me gradito. Quindi, se il mio corsivetto ha prodotto una discussione civile ma forte, ben venga.
Ringrazio Davoli x la comprensione e Garufi x gli appunti. Ovvio che dietro un vaccino ci sia un’azienda e degli investitori, se aspettassimo lo Stato, in Italia non avremmo nemmeno il bicarbonato. Cio’ non significa che il vaccino sia un male anziche’ un bene, come vorrebbe farci credere Pavoni, lo dicono i numeri non le chiacchiere. La statistica, con numeri di questa portata, e’ una scienza esatta e non tiene conto ne’ dei come ne’ dei perche’.
ed a me piace chi non mi comprende… Ciarulli, le chiacchiere sono quelle di coloro che ci hanno raccontato che la pandemia sarebbe stata eterna senza il vaccino, facendo finta di non sapere che tutte le pandemie finiscono spontaneamente xche’ il virus tende naturalmente ad attenuarsi e a convivere con l’ospite. Hanno mentito sapendo di mentire. Come hanno mentito sapendo di mentire definendo il covid incurabile, per poi scoprire adesso dopo l’avvento del vaccino che sarebbe bastato dare un po’ di aulin o di aspirina per abbattere la mortalità dell’80 per cento. I numeri che inducono all’iperdulia del vaccino immagino siano quelli del crollo della mortalità da covid in Inghilterra col quale però ha coinciso uno strano aumento della mortalità totale nella classe d’età sotto i 45 annihttps://www.facebook.com/photo?fbid=4068619843189304&set=a.147055052012489. Per valutare i benefici del vaccino bisognerebbe poter valutare i rischi, ma questo è impossibile, nessuno potrà mai stabilire se i futuri tumori, le future malattie degenerative o autoimmuni nei vaccinati possano essere riconducibili al vaccino. Il vaccino è un atto di fede, lei ha fede in Bassetti, Burioni e Pregliasco, io per niente.
https://www.facebook.com/photo?fbid=4068619843189304&set=a.147055052012489
Oh Pavoni abbattere la mortalita’ dell’80%? e’ comunque una carneficina, senza tener conto degli effetti permanenti sui guariti, ne’ di chi sta in ospedale un mese o due.
Capisco che se uno e’ suonato non ne e’ consapevole, pero’ avra’ qualcuno vicino no? si faccia aiutare.
Che tenerezza, signorino Felicito… abbattere la mortalità significa far scendere, ridurre la mortalità… le persone normali queste cose le dicono, le persone normali queste cose le capiscono… lei è la testimonianza dei drammatici effetti del lockdown.
si curi
Guardi che interpretare ”abbattere la mortalità dell’80 per cento” come se avessi scritto ”abbattere la mortalità che è dell’80 per cento”, riferendo l’80 per cento a mortalità e non ad abbattere è una grave forma di analfabetismo funzionale.
Vorrei chiedere al prof Garufi se nella sua lunga esperienza d’insegnamento abbia mai incrociato altri intelletti in così penose difficoltà di captazione.
Ho capito bene, in un anno e mezzo ne sono morti 100mila solo in Italia, ancora ieri quasi 500; ridurre dell’80% significherebbe che ne muiono SOLO 100 al giorno, che vuoi che sia, oltre ai danni permanenti x alcuni e lunghi ricoveri x altri. Tutto questo nonostante lockdown, distanziamenti, mascherine, igiene esasperata…..
Scusi ma lei che mestiere fa o faceva? solo x mia morbosa curiosita’.
Ribadisco l’invito: si curi.
Per Pavoni e Ciarulli. Occorre adoperarsi affinché non si muoia più di Covid, così si può fare anche a meno della statistica.
Parole sante. Anche se un po’ pilatesche. Bisogna fare delle scelte fidandosi della competenza di chi ci ha permesso di vivere piu a lungo e meglio. La statistica dice solo questo ed i numeri, che non mentono, non dicono forse…. potrebbe….. chissa’ domani….. o dopodomani……
Iacobini, confido che tu, a differenza di Ciarulli, abbia conoscenza di Bacone e del suo ”alla natura si comanda solo ubbidendole”. Scaz.zottarsi col virus, pretendere di sterminarlo, mettendo a soqquadro i delicati equilibri del nostro corpo con un vaccino sperimentale, è un progetto assai temerario e poco intelligente. La fine della pandemia dipenderà dal naturale attenuarsi del virus, non dal vaccino, anche se prevedibilmente, quando accadrà, i media parleranno di strepitoso trionfo della Scienza, di magnifiche sorti e progressive…
Amen