Alberto Cicarè
«La decisione di tagliare i 600 euro dell’iscrizione è stata una scelta politica, e politica è stata la nostra e la vostra risposta. La colletta ha raccolto 1250 euro in 36 ore e ha messo a nudo l’ipocrisia della scelta della Giunta». A dirlo Alberto Cicarè, consigliere comunale di Macerata di Strada comune-Potere al popolo. Che sottolinea: «alla fine, il sindaco Sandro Parcaroli i soldi che abbiamo raccolto non li ha voluti. Abbiamo fatto una interrogazione in Consiglio e un accesso agli atti: il Comune non era in alcun modo obbligato a spese faraoniche in conseguenza dell’iscrizione al Coordinamento nazionale enti locali per la pace e i diritti umani. Tanto è vero che negli ultimi 5 anni la spesa è stata solo di 600 euro. Quindi i riferimenti del sindaco allo spreco di denaro pubblico sono ingannevoli».
Tutto nasce dalla decisione della Giunta Parcaroli di non rinnovare l’iscrizione al Coordinamento nazionale enti locali per la pace, con la giustificazione principale – agli atti – di risparmiare la quota di iscrizione: 600 euro annui. Da qui l’iniziativa di Cicarè per raccogliere i soldi e mantenere comunque l’iscrizione. Solo che l’amministrazione li ha rifiutati.
«Ora – prosegue Cicarè -, dobbiamo decidere come spendere questi soldi che il sindaco ha rifiutato. La nostra idea è quella di investire sulla pace, rimanendo fedeli allo spirito con il quale i soldi sono stati raccolti. La nostra idea di pace è questa: solidarietà, mutualismo, educazione delle giovani generazioni. Da qui la proposta di ripartire in tre parti uguali la somma».
La casa del popolo di Macerata
I soldi verranno assegnati come segue: «400 euro per la colletta alimentare che la Casa del Popolo sta portando avanti ormai da mesi e che riprenderà a breve nella nostra nuova sede. Perché la pace è qui da noi, portando sollievo alle persone in difficoltà; 400 euro ai profughi costretti a condizioni di vita infernali in Bosnia, tramite un conto corrente dell’associazione Linea d’Ombra di Trieste. Perché la pace è lì dove gli ultimi della terra sono respinti dalla nostra società egoista; 400 euro al Coordinamento nazionale enti locali per la pace e i diritti umani, che si è impegnato a svolgere attività di educazione civica nelle scuole della nostra città. Perché la pace è un frutto che si raccoglie dopo aver seminato e curato le piantine fragili delle giovani generazioni. Non saranno certo questi soldi a risolvere i problemi che affrontiamo, ma proprio perché pochi e frutto di uno slancio generoso, di fronte agli enormi sprechi di denaro a cui assistiamo ogni giorno, sono il segno di una società attenta e che non si arrende. Uniti – conclude Cicarè -, siamo tutto».
«Spesi 82mila euro in 6 anni e del coordinamento per la Pace non si hanno tracce»
Enti locali per la pace, «Al Comune mancano 600 euro? I soldi li raccogliamo noi»
Benfatto Sindaco non si presti a queste strumentalizzazioni
La cosa che andrebbe sottolineata di più è che il sindaco ha detto che negli anni erano state spese decine di migliaia di euro quando, atti alla mano, erano stati spesi 600 in 5 anni per attività nelle scuole. Perché inventarsi questa cifra? Come ci si può fidare di un'amministrazione che mente sui bilanci?
Lorenzo Di Tommaso ben detto!
Ha fatto bene il sindaco. Macerata con la Lega alla guida, non può e non deve essere la città della Pace. Almeno ora sappiamo le intenzioni che aveva fin dallinizio questa Giunta comunale.
La buffonata del risparmio di 600 euro è venuta a galla. L'amministrazione si prenda la responsabilità delle proprie scelte politiche invece di nascondersi dietro scuse traballanti
Tra l'altro modificare tutti i cartelli costerà ben più di 600 euro
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Se c’era un dubbio sul fatto che fosse una scelta politica il rifiuto è stato la cartina di tornasole
Macerata è “Città della Pace” – lo scrivo per la centesima volta – non perché aveva aderito al Coordinamento degli Enti Locali per la Pace ma perché aveva celebrato il bicentenario della pubblicazione dell’opera di Kant “Per la pace perpetua”. E’ un tributo allo scritto di un grande filosofo che, nel 1995, venne onorato con una serie di iniziative culturali organizzate a seguito di una mozione promossa dal sottoscritto e approvata dal Consiglio Comunale. Dunque il Coordinamento non c’entra assolutamente nulla. Ed è da idioti legare questa intitolazione a questioni meramente politiche. Detto questo, l’idiozia amministrativa è motivare l’uscita dal coordinamento a questioni economiche proprio per la cifra irrisoria che la stessa adesione comporta. Si tratta di una scelta politica che, in quanto tale, è rispettabilissima a patto che non venga mistificata come ha fatto l’attuale amministrazione. Complimenti, dunque, a Cicarè ed al suo gruppo per aver smascherato un inganno. Gli slogan fanno colpo su chi è disinformato ed irritano chi, invece, conosce la realtà dei fatti.