I carabinieri di Appignano
A volte le consegne avvenivano in un casolare di campagna, a volte direttamente a domicilio. Un totale di 2.190 cessioni di cocaina, pari a 1,8 chili, per un controvalore stimato in oltre 160mila euro. E’ il giro di spaccio stroncato dai carabinieri della Compagnia di Macerata. Nelle prime ore di questa mattina, 30 militari a conclusione di un’attività investigativa, finalizzata al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, hanno dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e ad una applicazione della misura dell’obbligo di firma. Gli indagati, Illi Troplimi, 50 anni, albanese, Mariana Strambovschi, 40, moldava, Simone Cippitelli, 55enne, artigiano di Corridonia (tutti e tre ai domiciliari) e M. C., 35, di Appignano (sottoposto a obbligo di firma), dovranno rispondere del reato di spaccio in concorso.
Il materiale sequestrato durante le perquisizioni
L’indagine ha avuto inizio nel febbraio 2020, quando i carabinieri della stazione di Appignano nel corso dei consueti servizi di controllo del territorio, insospettiti da alcuni movimenti insoliti hanno fatto ulteriori approfondimenti, scoprendo un giro di spaccio di cocaina che arrivava fino al capoluogo e ai comuni limitrofi. Alle indagini hanno collaborato anche i militari di Apiro e della sezione Operativa del Nucleo operativo e radiomobile di Macerata: numerosi i servizi di osservazione che hanno permesso di documentare il “modus operandi” degli spacciatori ed i loro rapporti con i consumatori. Individuata la “location” dello spaccio in un’abitazione di campagna tra Macerata ed Appignano, i militari hanno accertato che i clienti arrivavano e, senza neanche scendere dal veicolo, in pochissimi secondi venivano riforniti dagli spacciatori. In diverse altre circostanze, invece, due degli indagati spacciavano “a domicilio”, una volta ricevuta la richiesta dai consumatori.
I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal Gip Claudio Bonifazi su richiesta del sostituto procuratore Enrico Riccioni. E alla loro esecuzione, oltre ai militari della Compagnia Carabinieri di Macerata, hanno collaborato anche i Nas di Ancona, il Nucleo cinofili di Pesaro e il Nucleo ispettorato del lavoro di Macerata. Durante le perquisizioni in un panificio, dove lavora come operaio uno degli indagati, i militari hanno rilevato gravi infrazioni alle normative speciali vigenti. In particolare, è stata accertata l’inadempienza alle prescrizioni in materia di contenimento del Covid 19 nei luoghi del lavoro, nonché l’inosservanza di altre norme: per il panificio è scattata una maxi multa di 15.700 euro e la sospensione solo per l’attività del forno. Sempre nel corso delle perquisizioni inoltre, a casa di uno degli arrestati sono stati rinvenuti bilancini di precisione, materiale per il confezionamento e sostanza da taglio (mannite).
(redazione CM)
(Ultimo aggiornamento alle 18,05)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
E vai!!!! Stroncateli tutti!! Complimenti!!!
Due considerazioni.
La prima è che nelle stesse ore in cui si commemorava la memoria di Pamela Mastropietro, vittima diretta o indiretta della droga, qualcuno si faceva beccare con quantità mostruose di droga. Segno che certe vicende non hanno insegnato nulla a chi vende ed a chi acquista certe sostanze.
Secondo: stavolta non sono degli immigrati, ma degli italiani, oltretutto mi par di capire con un’attività imprenditoriale.
Epperò zero commenti. La droga quindi è bianca, ma anche “nekra” a quanto pare.
E’ stato stroncato un grosso giro di spaccio nella provincia di Macerata.
Magari alcuni di questi prendono anche il reddito di cittadinanza di grilliniana memoria grazie ai servizi del Patronato svolti con tanta faciloneria. Basta leggere il Corriere adriatico di oggi per vedere la serietà, si fa per dire, di qualche Patronato. Eppure questi enti non prendono soldi dallo Stato per ogni pratica che svolgono? Quindi più pratiche più ….