Borse di Valentino, di Gucci o di Chanel vendute a prezzi stracciati in un negozio cinese di Civitanova. Prodotti che richiamavano note griffe grazie a marchi applicati sui prodotti esposti sugli scaffali. I finanzieri della Compagnia di Civitanova (diretta dal capitano Tiziano Padua), hanno sequestrato più di 200 articoli di pelletteria, tra borse e zaini, che avevano applicati marchi di importanti case di moda contraffatti ed emblemi falsi. La responsabile del negozio, che vende sia al dettaglio che all’ingrosso, è stata denunciata. I militari delle Fiamme gialle hanno scoperto i prodotti in vendita sugli scaffali nel corso di controlli sia di carattere economico, sia, in questo periodo, legati al rispetto delle norme per la prevenzione del Covid. Sugli scaffali del negozio erano esposti borse e zaini con marchi riconducibili a Gucci, Yves Saint Laurent, Valentino, Chanel e Louis Vuitton. E i prezzi erano molto bassi. Per fare un esempio, una borsa Valentino veniva venduta ad un prezzo di 30 euro. A trarre in inganno i clienti, secondo quanto accertato dalla Guardia di finanza, erano i marchi applicati sui prodotti che “nobilitavano” borse e zaini. I finanzieri nel corso di un accertamento, svolto a inizio settimana, hanno controllato gli oggetti di pelletteria esposti e tra i materiali impiegati, il confezionamento ed il prezzo hanno capito che poteva trattarsi di merce falsa. I militari hanno deciso di svolgere un minuzioso controllo nel negozio, rilevando l’assenza della documentazione che legittimasse l’uso dei marchi applicati ai prodotti. A quel punto sono stati sequestrati 205 articoli di pelletteria. La responsabile del negozio, una donna cinese, è stata denunciata per ricettazione, introduzione e commercio di prodotti con segni falsi. Saranno svolti anche accertamenti fiscali.
(Ultimo aggiornamento alle 13,30)
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……dove si trova questo negozio cinese?
Con l’ultimo aggiornamento, e dopo il commento ironico di CLAUDIO COTTONE, viene confermata che la titolare denunciata è una CINESE, che strano…!!!
Forse si riforniva di prodotti taroccati in provincia di ANCONA dove la GUARDIA DI FINANZA due giorni fa ha denunciato 68 CINESI per evasione per 23 milioni di euro e riciclaggio, sequestrato 5 fabbriche e 342 macchinari, scoperti 24 evasori totali CINESI e 26 lavoratori in nero.
Le 57 aziende CINESI avevano una programmata ed anomala “BREVE VITA” in modo da accumulare debiti erariali, contributivi ed IVA che non sarebbero stati mai pagati per cambio della titolarità aziendale che a rotazione erano gli stessi che si invertivano i ruoli con cadenza biennale.
I CINESI sono talmente bravi a taroccare tutto che perfino i loro nomi sono diventati “italiani”….
Lavoratori in nero venivano fatti dormire negli stessi luoghi di lavoro in aree non idonee, allestite come veri e propri dormitori, prive di vie di fuga di sicurezza e con la presenza di materiali ad elevato rischio di incendio e precarie condizioni igieniche.
I proventi riciclati dopo un’attenta ripulitura venivano trasferiti in CINA, utilizzati per acquisto di altre attività commerciali in ITALIA, di beni di lusso (VERI) in note boutique di via Montenapoleone a MILANO, ovvero utilizzati in case da gioco online.
ANCHE QUESTO E’ IL VIRUS CINESE CHE ALTERA LA LIBERA CONCORRENZA DISTRUGGENDO LE NOSTRE IMPRESE, MA NON IL SOLO PERCHE’ CI SONO ALTRE FORME SUBDOLE COME LE “OPERAZIONI CULTURALI”, CON ELARGIZIONI FINANZIARIE APPARENTEMENTE GENEROSE, PER ESPANDERE IL PREDOMINIO….