Il negozio finito nel mirino dei ladri
Spaccata al negozio di abbigliamento cinese del vialetto sud di Civitanova. Due persone questa notte hanno distrutto la vetrata che dà su viale Vittorio Veneto e si sono introdotte all’interno del negozio di proprietà di Aurora Zhao.
La vetrina distrutta
I ladri si sono diretti subito al registratore di cassa, ma all’interno non hanno trovato nulla. A dare l’allarme è stato il dirimpettaio che ha sentito il rumore del vetro che si infrangeva e ha chiamato i carabinieri. Il testimone ha visto due persone, di cui uno in bicicletta scappare dal negozio. Erano circa le 2,30. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Civitanova diretta dal capitano Amicucci e anche i proprietari che abitano poco distante. «Ormai qui non si vive più – ha detto la titolare Aurora Zhao – 20 anni fa non era così. Avevamo messo anche il sistema di allarme, ma ormai non teniamo più soldi in cassa, neanche il fondo cassa. I ladri se ne sono andati senza toccare nulla». È il terzo colpo nel giro di pochi giorni: spaccate e furti sono stati messi a segno anche nel poliambulatorio del Santo Stefano sempre in viale Vittorio Veneto e ai danni della parrucchieria di Barbara Rossi. Le indagini sono in corso.
Spaccata dalla parrucchiera, locale sottosopra: 30 euro di bottino
Vero 20 anni fa era un'oasi felice
Si è vero 20 anni non era così. Bene, ritorno a Napoli
Certo che c'è qualche banda. qualche anno fa, sfondarono la vetrina di cartechini, dalla parte opposta rispetto a questo negozio
“Venti anni fa non era così" Questo è il progresso dei progressisti.
Ma chi ci tiene più i soldi in cassa
E che ce voi trova' de sti tempi in cassa
I ladri stanno da tutte le parti
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I ladri, professionisti od occasionali, non vanno a caso, ma cercano sempre una vulnerabilità da sfruttare, tanto è vero che il Dottor Francesco Caccetta ha intitolato uno dei suoi libri “L’occasione fa bene al ladro”.
Il Controllo di Vicinato Commerciale è una delle possibilità da utilizzare e che l’attuale amministrazione non ha voluto nemmeno considerare, visto che ha deciso di farsi supportare da associazioni prive di qualsiasi valore aggiunto (Venezia docet, informatevi).
Chi voglia, residente o commerciante, avere supporto per costituire un gruppo di Controllo di Vicinato nell’unica maniera funzionante, può contattarci: https://www.cdv-civitanovamarche.it/
Se la giustizia fosse efficiente il controllo del vicinato non sarebbe necessario.
Condivido in pieno quando scritto da Iacobini e aggiungo che servirebbe la giusta pena oltre che la giusta giustizia (scusate il gioco di parole)… ma di questi tempi, ne l’una ne l’altra, sembrano funzionare bene….
Pene certe e severissime (niente sconti ne premi), lavori durissimi e forzati (altrimenti non si mangia)… vedrete che certa gente, ci pensa e ripensa cento volte….
sono nostri fratelli, ci dice papa Bergoglio. Anche essi hanno diritto di sopravvivere, come quelli che arrivano con i barconi.
Basterebbe espellere ogni extracomunitario che viene in Italia per delinquere.
Con i soli delinquenti italiani tornerebbe tutto nei limiti accettabili,come era appunto 20 anni fa.
Per Principi… se espellessero tutti i delinquenti italiani degli altri stati dove vivono o sono detenuti, ritorneremo punto e a capo…
Il Neighborhood Watch nasce ufficialmente nel 1972 negli Stati Uniti ed arriva in Regno Unito nel 1982. Quarantotto anni di funzionamento, attentamente studiati da moltissimi autori, dimostrano non solo le capacità di riduzione di alcune tipologie di reati, ma anche le positive ricadute sociali. Il problema italiano, che si riscontra in ogni ambito del vivere, è la tendenza a sostituire i fatti con le proprie opinioni. Le decisioni basate sui fatti, oltre ad essere uno dei punti necessari ad ottenere la certificazione ISO 9001, rappresentano la motivazione dietro l’istituzione della rete What Works (ciò che funziona) nel Regno Unito. La rete What Works (ciò che funziona) utilizza prove di ricerca per migliorare la progettazione e la fornitura di servizi pubblici. La rete è composta da 9 Centri What Works indipendenti, 3 membri affiliati e 2 membri associati. Insieme, questi centri coprono settori politici che rappresentano oltre £250 miliardi di spesa pubblica. I Centri What Works sono diversi dagli istituti di ricerca standard. Ogni centro è impegnato ad aumentare sia l’offerta sia la domanda di prove di ricerca nel proprio settore politico e la loro produzione è adattata alle esigenze dei decisori. I centri aiutano a garantire che prove di ricerca solide modellino il processo decisionale a tutti i livelli. Il College of Policing è uno dei 9 Centri ed è stato istituito nel 2012 come organo professionale per tutti coloro che lavorano per il servizio di polizia in Inghilterra e Galles. Lo scopo del College è quello di fornire a coloro che lavorano nella polizia le competenze e le conoscenze necessarie per prevenire il crimine, proteggere il pubblico e garantire la fiducia del pubblico. Ha tre funzioni complementari: 1. Conoscenza: sviluppa ricerche ed infrastrutture per migliorare le prova di ricerca di “ciò che funziona”. Nel tempo, ciò garantirà che le pratiche e gli standard di polizia siano basati sulla conoscenza, piuttosto che su abitudini e convenzioni; 2. Istruzione: sostiene lo sviluppo dei singoli membri della professione. Stabilisce requisiti educativi per assicurare al pubblico la qualità e la coerenza delle capacità di polizia e facilita l’accreditamento accademico ed il riconoscimento delle competenze dei loro membri. 3. Standard: attinge alle migliori prove di ricerca disponibili di “ciò che funziona” per stabilire standard di polizia per forze e individui. Gli esempi includono la APP (Authorised Professional Practice – Pratica Professionale Autorizzata) e le revisioni tra pari. Uno sviluppo fondamentale all’interno del Collegio è l’uso della conoscenza e della ricerca per sviluppare un approccio alla polizia basato sulla prova di ricerca. Ospita il What Works Center for Crime Reduction, che prevede la collaborazione con accademici e un consorzio universitario. Assume anche un ruolo di coordinamento in tutto il Paese, commissionando ricerche e istituendo reti regionali, in modo che università, istituti di istruzione superiore e forze di polizia possano lavorare insieme per apprendere dalle migliori pratiche. Il Crime Reduction Toolkit (kit di strumenti per la riduzione del crimine) sintetizza le migliori prove di ricerca disponibili su ciò che funziona per ridurre il crimine. Chi tra voi vorrà andare a consultarlo a questo indirizzo
https://whatworks.college.police.uk/toolkit/Pages/Welcome.aspx
potrà comprendere cosa funziona e cosa non funziona nella riduzione del crimine.
20 anni fa era meglio? Forse un po’ di fosforo aiuterebbe la memoria..
Domenico Giuseppe Giordano, né 20, né trenta e né quaranta’anni fa era meglio. Sono sicuramenti cambiati gli attori dei quali molti passati a miglior vita e alcune disposizioni di legge hanno previsto interventi per mitigare un certo tipo di microcriminalità. Oggi la vedo peggio , a parte quelli più sgamati che si organizzano in bande, rubano auto e sono alquanto pericolosi se trovano o se già partono premuniti che potrebbero trovare inghippi, per il resto vedo che in giro c’è tanta fame e anche tanta sete che comunque aiuta tanta gente che ne soffre a patire meno certe situazioni e chi non riesce ad organizzarsi tirano a campare tra un fiasco di vino e l’altro, più buste magari che fiaschi e poi fanno spaccate o tentano furti che non fruttano. Forse mi sbaglierò ma non credo di tanto.