Marco Petrelli, capogruppo Mogliano 313
Nuova casa di riposo, scatta il ricorso al Capo dello Stato. A proporlo è il movimento Mogliano 313, che ha deciso di impugnare la delibera del consiglio comunale del 25 luglio scorso, in cui era stata dichiarata l’irrecuperabilità della vecchia casa di riposo a Santa Colomba. Il progetto dell’amministrazione, infatti, è quello di realizzare un’altra struttura nell’area del Santissimo Crocifisso. «In un Paese “normale” ed in un contesto civile – attacca Mogliano 313 – non è possibile sostenere che il complesso di Santa Colomba “non può essere adeguato sismicamente senza interventi invasivi non compatibili con la natura storica dell’opera” (come recita la delibera) quando il Comune non ha disposto neanche una perizia a sostegno di quanto affermato. L’affermazione del Comune non sostenuta da alcuna verifica tecnica costituisce una lesione alla verità, alla conoscenza ed alla legalità che occorre interrompere e sanare senza indugio. L’amministrazione comunale con l’intento di voler attuare la delocalizzazione e l’ampliamento della casa di riposo non soltanto ha rifiutato qualsiasi confronto sul tema, ma ha omesso di informare la cittadinanza». Tre in particolare, secondo il movimento che ha portato due consiglieri tra i banchi dell’opposizione, le omissioni dell’amministrazione. «Attualmente – spiegano – non vi è spazio in provincia per l’ampliamento o la costruzione di nuove case di riposo “convenzionate” perché le convenzioni con la Regione sono già tutte assegnate. Per il futuro ci saranno norme fors’anche più stringenti al riguardo e tese a favorire la permanenza delle persone anziane nella propria famiglia con adeguati sostegni e contributi. Le norme sulla ricostruzione post-sisma assicurano solo la somma necessaria per la riparazione della casa di riposo di Santa Colomba, secondo il principio del “dov’era e com’era”. In caso di nuova costruzione il Comune potrà ricevere a “fondo perduto” solo la somma destinata per Santa Colomba che verosimilmente non sarà sufficiente allo scopo. Pertanto il Comune dovrà gravarsi non solo dei rimanenti costi per la nuova casa di riposo, ma dovrà anche farsi carico del pieno recupero di Santa Colomba con mezzi e fondi propri». Secondo il movimento la casa di riposo dovrebbe essere «una sorta di “famiglia allargata” in cui il cittadino anziano sia veramente il centro e l’obiettivo del servizio di assistenza; la natura della struttura dovrebbe – aggiunge – rimanere pubblica e non volta a finalità lucrative, neanche indirette; per la sua costruzione si dovrebbe ripartire, dove possibile, dal patrimonio edilizio comunale esistente e dovranno essere coinvolti tutti i soggetti sociali della comunità». Per l’opposizione, in definitiva, la realizzazione di una nuova struttura nell’area verde del Santissimo Crocifisso è da bocciare perché «l’area in questione è situata in una sorta di piccola conca poco arieggiata e già fortemente urbanizzata», inoltre «rappresenta e caratterizza, nella sua unicità, un aspetto fondante del paesaggio di Mogliano» e infine perché «da sempre è l’unica “valvola di sfogo” per qualsiasi manifestazione o evento che si tiene in paese». In conclusione il Movimento Mogliano 313 propone in tema di ricostruzione «una visione organica del paese, volta a concepire progetti fattibili coinvolgendo la cittadinanza ed anche tecnici e accademici “esterni” sin dall’analisi dei bisogni e delle risorse».
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Analisi saggia! Sarebbe però anche il caso di valutare le cosiddette”Coabitazioni solidali”, già in fase di attuazione (una prima sede di riferimento è ad Osimo) che consitono nell’utilizzo di abitazioni in grado di accogliere un certo numero di soggetti anziani che convivono nella reciproca solidarietà.
Secondo i ricorsi vanno fatti sempre ‘per via gerarchica’, quindi, in questo caso, al prefetto di Macerata.