La conferenza in questura
di Martina Marinangeli
Un cartello di ditte favorito da un funzionario comunale per l’aggiudicazione di appalti pubblici riguardanti ristrutturazioni o intere opere di riqualificazione, come i laghetti del Passetto. Un vero terremoto quello che questa mattina ha colpito il comune di Ancona. Simone Bonci, un geometra di 40 anni della direzione Manutenzioni, frana e protezione civile è stato arrestato e si trova nel carcere di Montacuto, ad Ancona. A mettergli le manette gli agenti dalla Squadra mobile di Ancona. Quattro imprenditori – due di Ancona, uno del sud delle Marche ed uno dell’Abruzzo – sono finiti anche loro in manette e sono agli arresti domiciliari.
«I quattro imprenditori da anni gravitano nei lavori affidati dal Comune per ristrutturazioni ed altri lavori – ha spiegato Carlo Pinto, capo della Squadra mobile, durante una conferenza stampa -. Il reato contestato a tutti è corruzione aggravata, in violazione dei principi cardine della pubblica amministrazione, quali trasparenza ed economicità e rotazione delle imprese coinvolte negli appalti pubblici. L’attività di indagine è stata molto articolata e complessa, condotta dalla squadra mobile e dalla sezione giudiziaria della polizia municipale, nella specifica sezione reati contro la pubblica amministrazione, ed iniziata a fine 2018, articolata durante tutto l’anno, con ogni tipo di sussidio tecnico. Il geometra aveva costituito un cartello in cui era inserita una ristretta rosa di imprese amiche a cui affidata i lavori direttamente e sistematicamente. Lavori accertati per lo più mai eseguiti o in minima parte, con un valore comunque molto inferiore alla somma pubblica erogata. In cambio, questo dipendente, riceveva ogni forma di utilità: lavori in abitazione privata e regali hi tech, dai telefoni alle telecamere ai droni». Un giro di appalti truccati con aggiudicazioni a ribasso poi integrate attraverso varianti che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sono costate alle casse casse pubbliche decine di migliaia di euro. I pm Valentina D’Agostino e Ruggero Dicuonzo coordinano le indagini. «I lavori interessati nel corso degli ultimi anni in strutture pubbliche – ha proseguito Pinto – hanno riguardato i giardini del Passetto, cimiteri, parcheggi. Sono state quantificate somme distratte da fondi pubblici per decine di migliaia di euro. Ci sono diversi appalti di lavori pubblici, per i quali sono stati fatti correttivi in determine per compensare i ribassi che venivano effettuati per vincere la gara. Un sistema di alterazione delle proposte con ribassi, con l’assegnazione di lavori straordinari per rientrare nelle spese, lavori accettati e non eseguiti per reintegrare le somme del vero appalto e, per il corrotto, per pagare le utilità». Nel corso delle indagini sono emerse anche posizioni investigative per altre 30 persone, a cui vengono contestati i reati di falso in atto pubblico, abuso d’ufficio, truffa ai danni dello Stato, violazione del codice degli appalti e turbativa d’asta. Di questi, quasi tutti appartenenti alla pubblica amministrazione, 10 sono stati sottoposti a perquisizione questa mattina ed alcune sono ancora in corso». Tra gli uffici perquisiti, anche quello dell’assessore ai Lavori Pubblici, Paolo Manarini. L’indagine è partita da attenzioni investigative di operatori di polizia all’interno degli uffici attenzionati e per alcune anomalie su lavori che risultavano eseguiti ma non erano poi stati fatti.
Blitz della polizia a Palazzo del Popolo: funzionario comunale in manette per corruzione aggravata
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Un’azienda comunale per le opere di manutenzione e nuove di piccolo importo, no è. la corruzione costa di meno.
Leggendo notizie come queste si ha quasi l’impressione che quello dell’immigrazione sia un mezzo per distogliere l’attenzione dei cittadini, un falso scopo.
Chi non porta il peccato non costruisce il primo muro. Ma poi si trattava di giocattoli in cambio di piccoli favori. Chi è che non lo farebbe, neanche di soldi si parla di questo signore. Qui l’indagine sta in quel ” fondi distratti da fondi pubblici” Chissà che verrebbe fuori se questa indagine viene fatta lè dove si amministrano e si concedono questi fondi pubblici. Ma non come l’altra volta, quelle spese per cioccolatini e mutandine di pizzo. Ma quelli che si danno da ignare commissioni in buona fede a cani e porci mascherati da angeli ancora più buoni degli stessi,la cui vita è completamente dedicata a chi soffre. In cambio ci si accontenta di rimpinguare abbondantemente conti in banca, case e parchi auto. Ma fatela una inchiesta seria, seria perché non ci sarebbe proprio niente da ridere una volta che vengono a galla certi mostri.