Fabio Giulianelli ieri a Palazzo Chigi con i due trofei appena vinti, premiato dal sottosegretario Giorgetti
di Mauro Giustozzi
Entusiasmo e soddisfazione per come si è chiusa la stagione. Il passaggio di consegne generazionale con i figli che avranno più responsabilità in futuro.
Civitanova che ha amato subito e sostenuto sempre la società dal suo arrivo sulla costa. La prospettiva di costruire una formazione puntando anche su giovani talenti emergenti per rendere la squadra competitiva anche nei prossimi anni. E’ un Fabio Giulianelli a 360° gradi quello che inquadra il grande momento che la sua Lube volley sta vivendo da una settimana a questa parte quando nel volgere di pochi giorni ha conquistato prima scudetto poi Champions League.
A distanza di alcuni giorni che sensazioni si provano per questi trionfi?
«Emozioni che sono più intense nei momenti immediati della partita. Adesso cominciamo a renderci conto per davvero di quello che abbiamo fatto. Tirando le somme porti a casa questi risultati e la soddisfazione è enorme. Ciò che mi piace sottolineare di più, però, di questa settimana indimenticabile è che è stata inaspettata nell’entusiasmo che c’è stato da tutta Italia. Vincere trascina sempre entusiasmo, ma non ho mai visto negli ultimi 4 anni quando abbiamo vinto lo scudetto questa grande partecipazione e coinvolgimento dei tifosi verso i ragazzi, verso la Lube. Direi una Lube per davvero stavolta di tutti. Questo ci ha molto gratificato. La conferma di un lavoro fatto negli anni».
De Giorgi sul balcone del Comune di Civitanova assieme ad Albino Massaccesi, Simona Sileoni e Beppe Cormio
La scelta di Fefè De Giorgi, che ha fortemente voluto, si è rivelata azzeccata e vincente alla fine.
«Noi di certo eravamo coscienti di avere dei campioni, dei giocatori forti. Li avevamo anche l’anno scorso, però stavolta abbiamo puntato sui giocatori di carattere. Nei primi mesi mancava questa coralità di squadra, c’era una personalizzazione troppo forte dei giocatori. De Giorgi è stato in grado di riportare tutti alla pallavolo di squadra e questo è stato un merito importante. Non si vince, lo abbiamo visto a Perugia, col giocatore singolo. Puoi avere il campione ma poi è la squadra che vince le partite. E noi lo abbiamo fatto. Per ottenere questo c’è bisogno di un direttore, di una persona che doveva dare un segnale forte in questa direzione. E questo ha fatto Fefè».
Fabio Giulianelli prepara il passaggio di consegne ai propri figli nella Lube che verrà?
«Non è un passaggio vero e proprio immediato. Sta già avvenendo con la partecipazione dei figli alla vita del club. In realtà è iniziato tutto 30 anni fa quando sin da quando erano piccoli hanno sempre partecipato e respirato questo ambiente: adesso stanno diventando protagonisti anche loro e dovranno prendersi sempre più responsabilità. Daremo loro delle deleghe in modo che possano inserirsi sempre più nel volley e nell’azienda. E’ bello vederli partecipare con entusiasmo a queste scelte che abbiamo fatto».
Quando la Lube vince qualcosa di importante perde sempre il suo opposto: lo è stato con Omrcen, poi con Zaytsev e ora con Sokolov.
«Sono scelte di vita: quando si raggiungono dei successi che appagano con soddisfazioni sportive poi vengono fatte delle scelte di opportunità da parte dei giocatori. Che magari al momento amareggiano, però vanno poi comprese e capite perché arrivano delle tentazioni e opportunità talmente importanti per la loro vita che è difficile dire di no. Ed è anche comprensibile che queste offerte strepitose che ricevono atleti di questo livello non possano essere rifiutate. Oramai non ci meravigliamo più di niente».
A proposito di meraviglia, come giudica il caso Zaytsev-Lube e l’arrivo di Kamil Rychlicki?
«Io ho parlato con il ragazzo, era molto interessato al fatto di venire a giocare in questa squadra nella prossima stagione. Ma non sono riuscito a capire perché adesso ha questo forte ripensamento e non ha portato avanti il suo proposito, direi quasi una certezza, di vestire ancora la maglia della Lube. Noi cerchiamo solo giocatori che hanno la voglia e la carica giusta per venire a giocare a Civitanova. La scelta di Kamil Rychlicki è una certezza per il presente, ma anche una forza per mettere basi solide per il progetto futuro».
E’ stato più difficile vincere lo scudetto o la Champions League?
«Direi che la vittoria a Perugia è da incorniciare per come è arrivata: sotto 2-0, in trasferta, la forte rivalità tra i due club, è un qualcosa di eclatante. Poi sapevamo bene che ripetersi dopo pochi giorni era difficile: riportare la concentrazione dopo l’euforia, in una finale secca e rigiocarcela in questa maniera è stato davvero bellissimo. La preoccupazione era come affrontare questa gara dopo quell’impresa: direi che bisogna dare un merito particolare ad allenatore e società. Dopo una sola serata di festa siamo tornati piedi a terra per catturare questo storico obiettivo».
Le vittorie della Lube hanno riaperto a Macerata, anche a livello politico, la ferita per il trasloco a Civitanova: cosa ha trovato di più in riva all’Adriatico la società in questi anni?
«Posso dirlo in una parola: amore. Noi appena arrivati a Civitanova siamo stati accolti non come un ostacolo ma un tesoro. Un qualcosa di importante e prezioso che dava lustro alla città. Siamo stati tutelati e coccolati in una maniera tale che hanno visto in noi un veicolo importante per una città turistica che ha bisogno della notorietà. A Macerata ha prevalso l’aspetto politico: la città ci seguiva ma con la responsabilità di dover fare questo benedetto palazzetto la sensazione era che la Lube fosse un ospite, ogni anno sempre la polemica del palas. Io ebbi delle critiche quando affermai che la Lube aveva vinto poco perché non aveva un impianto all’altezza: dovevamo sempre emigrare nella fase dei playoff peregrinando tra Osimo, Jesi, Ancona e concedendo questo vantaggio agli avversari. Sta di fatto che a Civitanova in 3 anni abbiamo vinto 2 scudetti anche grazie all’apporto di un palazzetto, di un pubblico che trascina i nostri giocatori e crea problemi agli avversari. Le squadre le avevo forti anche a Macerata ma poi nella fase decisiva eravamo nomadi costretti a cercare una nuova casa per giocarci lo scudetto».
Fabio Giulianelli qual è l’obiettivo principale della Lube nella prossima stagione?
«Intanto godiamoci ancora questo bellissimo momento. Non dobbiamo commettere poi l’errore di non guardare al futuro. Abbiamo atleti molto forti che però hanno una età sportiva avanzata. Dobbiamo entrare nell’ordine di idee di programmare una squadra che sia forte non solo il prossimo anno ma anche tra 2/3 anni. Vogliamo restare protagonisti nel tempo. Cercheremo di fare innesti in un contesto di squadra molto matura e forte, guardando anche a dei ragazzi molto promettenti che hanno il dna giusto per giocare ad alti livelli. Lo stiamo valutando e cercheremo di mettere attenzione a questo aspetto qua. Gli obiettivi oggi non ce li poniamo, li affronteremo una alla volta quando arriveranno. L’importante sarà, come quest’anno, farsi trovare pronti ai grandi appuntamenti nella migliore condizione di forma possibile».
Per due trofei così importanti vinti una grande festa è prevista per questa Lube?
«Vedremo. Stavolta, in base alle esigenze aziendali che ci sono, coniugando la festa del volley con iniziative dell’azienda: non c’è ancora una data precisa. Potrebbe essere in estate o anche ad ottobre quando potranno partecipare pure i giocatori che altrimenti sono in nazionale durante l’estate. E festeggiare senza i protagonisti non mi pare giusto».
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Chi ama lo sport non fa distinzione, chi non lo ama si! Forse era meglio trovare una via di mezzo e far splendere la Lube Trodica!
Tra quel pubblico ci sono tantissimi maceratesi, che per amore della lube sono stati costretti ad andare a Civitanova
Citano è citanò e basta
la Lube voleva Civitanova per motivi di visibilità,la Maggior parte dei civitanovesi si è accorta solo quando sono arrivati i risultati,grande parte dei tifosi viene dall'entroterra,comunque ,noi maceratesi,abbiamo ciò che ci siamo meritati!
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Fin da quando Albino non vi ha messo di fronte ad una rete che divideva un campo, che non era quello da arare (come lo immaginava Lei) e vi ha dato la possibilità di investire tanto in poco tempo, l’ospitalità maceratese le faceva comodo.” LE COCCOLE CIVITANOVESE” ma mi faccia il piacere!!!! Se non mettevate pacchi di soldoni sa quando poteva contare il calore umano del Palasuole?
….a Civitanova abbiamo trovato l’amore…. Qua ci sentiamo coccolati e in 3 anni abbiamo vinto 2 scudetti anche grazie all’apporto di un pubblico che crea problemi agli avversari» ….. Le squadre le avevo forti anche a Macerata ma poi nella fase decisiva eravamo nomadi costretti a cercare una nuova casa per giocarci lo scudetto [… ]Osimo, Jesi, ed Ancona erano talmente distanti da non permettere che tutto il Fontescodella si riversasse nelle lontanissime località menzionate? Così venendo a mancare il settimo uomo quanti scudetti hanno perso, dieci, venti? Strano che le ultime due vittorie importanti siano Perugia e Berlino. Insomma mancava solo dare a Macerata la colpa di tutti gli insuccessi e finalmente possiamo chiudere il cerchio. La vita da nomadi chissà a quale stress terribile sottoponeva quei poveri omaccioni da 1,90 metri in su’?!? Civitanova un paese di coccoloni? Ma nemmeno tra i tralicci di Orione e tutto quel che segue si è mai sentita una diceria del genere. Ha ragione Poloni: «Il professionismo non è sport!»
Inutile polemiche. Il risultato e i fatti sono quelli che contano. Tocca andare a Civitanova per vedere la Lube. L’Amministrazione a Macerata non è riuscita a fare ciò che ha fatto Civitanova. Ci consoleremo con la piscina olimpionica….?
Ma che problema c’è venire a Civitanova!
Le dicerie dicono che il sindaco di Macerata non voleva spendere x il palazzetto, erano più urgenti altri interventi….
Basta campalinismi come dice Cacciari, siamo europei.
Polemiche inutili??. Le polemiche sono inutili quando non servono più, quando qualcosa che succede si sa il perché è successa. Cado su una buccia di banana buttata per terra da quello che mi cammina davanti e dico “ Bene , sono caduto in terra e questo è il fatto, i motivi sono superflui”. Dopo aver letto questo articolo, considerando l’abbondanza” d’argent “da parte della Lube, ( quando costà in media un pallavolista acquistato dalla Lube?) gli interessi d’immagine o di indotto che pure ci saranno stati visto che i cantori dell’indotto dicono che La Lube abbia trasformato Civitanova in una delle economie emergenti in linea con Bulgaria, Romania ,India ecc. , il ritorno d’immagine politico ,almeno che non sia un caso disperato dove chi amministrava non si sarebbero salvati nemmeno con intervento di tutti gli Dei dell’Olimpo e né il trasloco di uno sport poco influente a Civitanova che come diceva ieri un commentatore ci si è cominciati ad accorgersi quando sono arrivati i risultati e che comunque ha ancora gran parte dei suoi sostenitori dove li aveva prima, dunque detto questo cos’è mancato tra Carancini e La lube? Perché, Carancini non si è sdraiato davanti all’uscita del Fontescodella sfidando La lube ( la dirigenza ) che avrebbe dovuto passare sul suo cadavere se volevano lasciare Macerata? Perché Carancini litigò con Silenzi che gli soffiò La Lube costruendo in “sette giorni “ e ad un milione con qualche rotto, sempre al giorno il Palasmerluzzi? Perché Carancini e chi prima di lui aveva dormito su questi forse imprevedibili scenari, impensabili ce non ci fosse stato di mezzo Silenzi che invece di dare una mano di vernice al Polisportivo di Civitanova dove era assiduo frequentatore e cacciatore prese i sette milioni e costruì quella che La Lube non ha nessun pudore a definire casa sua? Ma soprattutto se si sentivano tanto sbattuti e nomadi, perché La Lube non se l’ha costruito lei il Palas e perché tra Carancini e la dirigenza non si è trovato un accordo? Di articoli su questa storia di “amore e di coltello “ ne son stati scritti tanti, e chi si li ricorda anche se la narrativa sia oltremodo meritevole di ricordi compresa la machiavellica e forse prevista mossa di Silenzi a cui Carancini forse finse di non accorgersi prendendolo abbondantemente per i fondelli. Si dice che qualcuno, a Civitanova stia scrivendo un libro a cui ha già trovato il titolo: “ Tutta la verità, solo la verità, nient’altro che la verità, sì, ma dove, quando e perché ?” libro come si capisce “Verità” che verrà dato alle stampe appena non riuscirà ad essere eletto nemmeno in minoranza in un qualsiasi consiglio comunale, quindi non prima di tre anni anche se volendo Domenica già dismesso, claudicante e perplesso poteva presentarsi in un dei 3000 e passa comuni che si “ rinnovano”. Dalla canzone” Storia d’amore e di coltello “ qualche riga dedicata a tutti gli interessati a questa meravigliosa avventura di natura cavalleresca :
Tornerò
non me ne andrò mai più
e co te der monno sarò e re
ma se tu nun me vedrai tornà
sappi che l’ho fatto pure pe te.
Tocca andare,siamo costretti,ciò che ci siamo meritati!Altrochè! dovreste ringraziare Carancini che vi ha catapultati nella città dell’amore!Cari concittadini dopo lo sgarro di aver traslocato in casa dei pesciaroli,dopo queste parole di stima,continuare a tifare Lube non sarebbe amore ma masochismo.Totò diceva”signori si nasce”,caro Gilianelli lei non ha avuto questa fortuna,spero per lei lo possa diventare in futuro anche se nutro moltissimi dubbi.
Lube profondamente ingrata verso Macerata che per prima l’ha coccolata e cresciuta per essere oggi quello che giustamente è. Pretendere un palazzetto a spese della comunità era un po’ esagerato. Le strade di Lube e Macerata si sono divise e sarebbe bello rimanere amici, cosa che Macerata fa sicuramente sostenendola sempre anche se in trasferta.
Avete trovato amore? Avete trovato i coglioni che vi hanno fatto il palas in un terreno destinato area commerciale,con i soldi dei contribuenti civitanovesi,a Macerata non vi rimpiangiamo,in due anni avete più perso finali che vinte, state tranquilli al palamerluzzi