E’ Bruno Arpaia il terzo finalista del premio Annibal Caro, traduttore del libro “Anni Lenti” dello scrittore spagnolo Fernando Aramburu. Bruno Arpaia, giornalista, scrittore e traduttore di letteratura ispano americana e spagnola è l’ultimo candidato per il premio alla traduzione dedicato all’illustre civitanovese. Dopo Silvia Pareschi con Jesus’ son e Luca Fusari con Ossa di Sole, il romanzo dello scrittore basco, tradotto per Guanda da Arpaia entra nella triade di autori che si contenderanno il premio. Dopo le atmosfere irlandesi di McCormand e l’America di Denis Johnson, sarà la Spagna degli anni 60 ad accompagnare la lettura dei 100 giurati popolari. “Anni lenti” è la storia di un ragazzino di 8 anni che cresce con gli zii, un romanzo di formazione, ma anche un metaracconto dove l’autore con “39 appunti” disvela un romanzo secondario dove lo sguardo dell’adulto accompagna la narrazione dell’io bambino e allarga l’obiettivo.
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“ECCELLENZE CIVITANOVESI” E ASSESSORA INADEGUATA
Non c’è male per un’assessora alla Cultura (delega da molti ribattezzata “Minculpopsophia”) che si era presentata con l’intento di “valorizzare le eccellenze” civitanovesi. Il premio alla traduzione intitolato al concittadino più illustre, Annibal Caro, del cui svolgimento Gabellieri si vantava, salvato da studiosi e volenterosi. Una vendetta verso Futura Festival, soppresso (nonostante le assicurazioni) per rinverdire i fasti di Popsophia, trasformatasi – nella successione familiare – nel ripetitivo Philoshow. Per non parlare delle celebrazioni del Centenario del baritono Sesto Bruscantini (che Josè Carreras chiama con il nome di battesimo) ridotte al minimo essenziale. Una stagione lirica, diretta dal “Toscanini locale”, semplicemente dedicata a Bruscantini, l’intitolazione degli spazi di Lido Cluana e poco altro. La Fondazione “Bruscantini”, la cui nascita era stata salutata con favore da Ciarapica-Gabellieri, ignorata insieme al suo progetto. Il “concorso lirico” finito a Macerata, città dello Sferisterio e altre proposte (documentario, libro, convegno) non prese in considerazione. C’è il vago tentativo di recuperare il “museo Bruscantini”, senza un’idea della Giunta sulla collocazione. A proposito di musei, si è parlato di riavere quello “Polare” (uno dei pochi al mondo), finito decenni fa a Fermo e ora in una collocazione non idonea. Anche qui poca sensibilità dell’Amministrazione ad agire concretamente. Ultimi, in ordine di tempo, il convegno e l’intitolazione della piazza di Via Conchiglia a Franco Fortini. Il grande intellettuale del Novecento, docente al locale ITC “Corridoni” nel 1939 (espulso poichè ebreo, a seguito delle leggi razziali). Approvato dal Consiglio di Biblioteca un progetto (di cui aveva la completa gestione), l’assessora Gabellieri – all’oscuro del valore di Franco Fortini (che subisce così la seconda umiliazione) – per “valutazioni politiche” s’è opposta. Divulgata tale posizione, l’assessora resasi conto della sua insostenibilità (il sindaco Ciarapica su Fortini si era sin troppo esposto), ha dichiarato, con l’aiuto di una fidata “spalla”, di essere all’oscuro di tutto e di non essersi mai espressa. Arrivando ad accusare di falsità e minacciando le vie legali! I civitanovesi però (a parte qualche “tirapiedi” sui social), come dimostrano gli attestati di stima e solidarietà (di opposizione e maggioranza) hanno ben compreso come si sono svolti i fatti. Tutte questioni che è bene divengano “politiche”, per richiamare nelle sedi istituzionali l’assessora Gabellieri alle proprie responsabilità. Se ovviamente l’opposizione svolgesse il proprio ruolo, impegnandosi su questioni essenziali.
Eppure qualcosa mi dice che Minculpopsophia ( non conoscevo questo suo nomignolo ) non si sia opposta a Franco Fortini perché di sinistra ma bensì perché ebreo.
…mah..popfollia!!?? Arimah!! gv