di Maurizio Verdenelli (foto di Fabio Falcioni)
Il primo “Scopatore Segreto” fu Bartolomeo Mozzi, radici bergamasche, soldi fatti con il commercio, amante del bello. C’è una piccola, ma raffinata stampa del Ferrari che ‘vede’ Bartolomeo nell’atto di scopare con un’invisibile ramazza in mano. Mozzi senior, lo zio era venuto a Macerata per affari acquistando nell’attuale via Matteotti tre/quattro edifici, volendone poi uno alla moda dei ferraresi del tempo: il celebre Palazzo dei Diamanti. Manie da mercatante ricco del nord.
Il dono di Bartolomeo: una rendita di 300 scudi all’anno e tremila volumi, per cominciare. A patto che il comune ci mettesse gli stessi soldi ed assumesse un direttore. Che esattamente 232 anni fa, il 31 marzo 1787, procedette al ‘solenne aprimento’ alla pubblica lettura dell’ex collegio dei gesuiti -nel 1709 c’era stata una tragedia ‘dimenticata’ di 14 studenti morti nel crollo dovuto al terremoto, come ha rivelato Luciano Magnalbò in un recente libro-inchiesta.
Lo ha ricordato la vicesindaca Stefania Monteverde al compleanno della Biblioteca comunale Mozzi-Borgetti, quattrocentomila volumi (quattromila le cinquecentine). Al genetliaco dell’augusta ‘Signora’ che s’identifica con la stessa Città, ex ‘Atene delle Marche’, sono intervenuti in centinaia nonostante il pomeriggio domenicale da scampagnate fuoriporta. Molte autorità nelle prime fila, ma un posto particolare l’avrebbe meritato Dalia, una dipendente da libro ‘Cuore’ che si è portata a casa tutte le tendine della prestigiosa istituzione culturale, lavandole accuratamente. Poi, con infinito amore e premura, ‘le aveva messe al loro posto, tanto da darci a tutti noi un’emozione profonda, unica” ha rivelato il sindaco.
Un pubblico, dicevamo, tanto numeroso e pure stremato perché molti in piedi per tutto l’arco della non breve sequela delle relazioni, da far esclamare al successore di Alessandra Sfrappini, il nuovo dirigente del settore Cultura, il pur tetragono Gianluca Puliti: “Tanta gente! Un giorno di festa”. La Biblioteca è da tempo cantiere ‘in progress’ nel quadro di un progetto da ‘pubblic library’, studiato ed in via d’attuazione da parte dell’arch. Marco Scrivani, da circa un anno. Un progetto che disegna nuovi spazi per ‘tutti i gusti’ –bambini, studenti, ricercatori- e dove finalmente risorgerà dopo attesa poliennale e il grido di dolore degli studiosi lo straordinario museo garibaldino. E ci sarà un focus anche per gli orientalisti nel nome di padre Matteo Ricci, ora dimenticato dal presidente cinese Xi (leggi l’articolo) e di Giuseppe Tucci. Orari di apertura? Massimi, ha assicurato Puliti.
Tuttavia nel ‘pentolone’ del centro storico ieri ammirato dal grande oncologo Paolo Veronesi a passeggio con Carancini che ha rivelato: “Era estasiato, davvero, ammirando la bellezza incredibile della nostra città”. Il sindaco ha rivelato l’intero asset dopo che sorridendo Puliti aveva assicurato che i lavori in cantiere avrebbero trovato rapida realizzazione “sicuramente entro le elezioni”. Un ghigno era trasvolato alto in una Sala Castiglioni ai limiti massimi della capienza. “Lavoriamo senza doverci porre un traguardo” ha detto il sindaco. E citando, in conclusione Lucio Dalla e il bambino dell’Ultima Luna che afferrandola diventa l’uomo (leggi:maceratese) di domandi, ecco in breve la ‘may way’ di Romano Carancini in direzione del centro storico, per un quartiere ‘di tutti’, il cuore intimo del capoluogo nel “silenzio che si ascolta” e la bellezza e la memoria dietro l’angolo. “Un percorso difficile che supereremo senz’altro, anche grazie ad assessori che vedo in sala (con la Monteverde, Narciso Ricotta ndr) che non si nascondono certo le problematicità”.
1) In collaborazione con Abamc, prima della stagione lirica, l’illuminazione (luci architetturali) in modo permanente dello Sferisterio che rappresenta il primo passo per un nuovo light design di Macerata. Poi sarà la volta di piazza della libertà, delle Mura e via via con un nuovo arredo ed una migliore segnaletica.
2) Piazza della Libertà con una nuova pavimentazione.
3) L’area dell’ex farmacia Pigliapoco diventerà un punto d’accoglienza: un autentico check in per i visitatori.
4) Museo dello Sferisterio, recuperando memorie finora a grave rischio di dispersione, all’interno dell’ex sala cinema delll’Arena.
5) Ristrutturazione del Mercato delle Erbe, carissimo alla tradizione popolare ed un po’ dimenticato nella ‘soffitta’ del garage Rampa Zara.
6) Giardini Diaz. Trasformazione della casa del custode, il mitico Otello, in museo di Scienze naturalistiche.
Magnifiche sorti e progressive per la ‘Mozzi-Borgetti’, cittadella della cultura “come il prospiciente Palazzo Ricci ricco, questo, di quadri pagati con i risparmi dei maceratesi” ha sottolineato Carancini che ha chiamato tutti alla condivisione, a far squadra e sinergia “anche se non è un concetto di moda, ma noi di questo ce ne freghiamo!”. E ha dato atto nel finale a Puliti che se porta a compimento il lavoro di altri, si è impegnato particolarmente per l’apertura della galleria sud deLla Biblioteca, un altro dei gioielli segreti dell’ex Collegio gesuitico che contiene le tracce ricciane.
L’apertura alla pubblica lettura, così denominata la cerimonia di questo pomeriggio, ha previsto altre relazioni: quella dell’ex dirigente Alessandra Sfrappini la quale, ha sottolineato Puliti, tenendo fronte ai coriacei ‘ingegneri’ e tecnici, contemperando tecnica e cultura, ha dato avvio al ‘gran Fabbrica della Biblioteca, del presidente dell’Istituzione, Gildo Pannocchia e del segretario dell’Accademia dei Catenati, Nazzareno Gaspari. Poi con i lieti calici, l’inaugurazione al primo piano della rinnovata Sala al primo piano, dove in tanti negli anni degli studi si erano preparati (che vide l’attuale, potente dirigente alla Cultura, candidato alla Maturità); del Fondo per la Storia Locale, quattro rinnovate Sale nella Antica Biblioteca e un’altra per l’Accademia dei Catenati. “Che nacque proprio in questo nobile edificio il 2 luglio 1574 –ha ricordato nel suo intervento il prof. Gaspari, sostituendo il Principe Angiola Maria Napolioni- avendo poi come sede Palazzo Ciccolini e Palazzo Buonaccorsi. L’Accademia maceratese è una delle otto italiane, nate nel ‘500, ancora attive”.
La Sala principale di Lettura è stata intitolata, presente la cognata, a Libero Paci. “E’ una grande soddisfazione –ha detto Carancini- perché Paci oltre che scrittore, storico, è stato un dipendente comunale, addetto proprio alla Biblioteca della quale rappresentava una risorsa formidabile”. Fu anche segretario particolare, Libero, del ‘sindaco delle fontane’, Otello Perugini che lo chiamo pur vincendo alcune evidenti resistenze interiori: “mi pare un po’ ‘mpupito, ma vediamo un po’” disse a chi lo sollecitava. E fu una grande scelta in direzione dell’autore de ‘La Storia di Macerata”. Paci scrisse anche per ‘Il Messaggero’, e fu la prima volta che la cronaca trovò spiegazione e retroterra nella storia in uno stile unico, irripetibile. Fu un grande laboratorio, poi seguito con lo stesso Libero che volle lasciare la testata, quando chi scrive se ne andò. Ed allora appare ovvio la richiesta, personalissima (s’intende), perché venga recuperata e messa a disposizione della pubblica fruizione la collezione della cronaca maceratese della storica (fu la prima sulla piazza) testata. Che donata dalla redazione del giornale romano alla ‘Mozzi Borgetti’ è stata rinserrata in un magazzino di Villa Potenza, all’avvio dei lavori coordinati dall’ing. Andrea Fornarelli, senza più tornare, come si dice, ‘a nuova vita’.
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Sempre bello sentire che dei progetti vengano realizzati. Complimenti.
Sul crono programma per il futuro sono però un po’ perplesso.
-Dell’ex palazzo delle terme? che ne è stato? non stavano ristrutturando anche quello?
-Progetti concreti per (ri)portare persone a vivere in centro? Facciamo finta che il terremoto non abbia prodotto uno spopolamento della città ma in particolare del centro storico?
. un’illuminazione artistica in centro?
. telecamere per ridurre il degrado?
. PERMETTERE A COLORO CHE SVOLGONO Attività LAVORATIVE (dal portare la spesa agli abitanti a fare servizi di ristrutturazione/idraulica e simili/fornitori) un transito e sosta senza pagare ogni volta?
. studiare la possibilià di incentivare una diversificazione delle attività in centro storico/creare le condizioni per attirare qualche grossa catena?
Abbiamo in provincia le facoltà di economia/architettura-restauro/beni culturali e turismo… considerato questo potenziale culturale penso proprio che in città si possa, migliorando i rapporti con il territorio e le sue istituzioni, fare davvero tanto di più.
Ottimo restauro ma ancora più in particolare “recupero” di una memoria antica e romantica.
Il giornalista con il termine di scopatori segreti vuole ‘épater le bourgeois’ ma poi dimentica di dire chi sono:
https://it.wikipedia.org/wiki/Scopatori_segreti .
Ho citato lo ‘Scopatore Segreto’ per tre motivi:
1) Perché la storica figura era stata in primis introdotta dalla vicesindaca prof. Stefania Monteverde nel suo intervento, domenica.
2) Perché ben sottolineava nella metafora (scopare, riassettare, dare nuovo ordine all’ambiente) e nel principio d’identificazione Bartolomeo Mozi che offri’ generosamente nuova vita ad un’istituzione primaria che languiva. Ci voleva un bergamasco come Lui per fare pulizia a Macerata!
3) Per ricordare ancora il Bibliotecario Perfetto: Libero Paci e il prezioso dono che mi fece con un affettuoso sogghigno. Una copia della stampa del Ferrari: lo Scopatore Segreto alias Bartolomeo Mozzi. Una stampa con il sigillo della sua Olivetti nera 22 a mo’ di moderna epigrafe firmata : Epi-scopus Babyloniensis.
Una laica preziosa reliquia che poi incorniciata da ‘Briscoletta’ conservo tra le cose mie più care in memoria della Macerata granne (e affedianamente cocca) che non c’e’ più.
Verdenelli, grazie delle precisazioni perché con tutta probabilità su Internet non si trovano: sono troppo ‘di nicchia’.