Il taglio del nastro col prefetto Iolanda Rolli e il rettore Francesco Adornato
di Mauro Giustozzi (foto di Fabio Falcioni)
Due anni di lavori, 700mila euro di spesa complessiva per dare una nuova vita alla biblioteca giuridica del Dipartimento di giurisprudenza di Unimc. E’ stata inaugurata questa mattina a Macerata col taglio del nastro del rettore Francesco Adornato e dal prefetto Iolanda Rolli.
Spazi ampi, luce naturale diffusa dalle ampie vetrate, recuperati i due cortili esterni che saranno fruibili da parte degli studenti, arredamenti moderni con ampio spazio alle nuove tecnologie, wifi compresa. La nuova biblioteca, strutturata su diversi piani, è un luogo ideale dove poter studiare, fare ricerche, incontrarsi per gli universitari dell’ateneo maceratese. Alla inaugurazione della nuova struttura presenti moltissimi studenti e docenti dell’ateneo: hanno preso parte i vertici di Unimc e del Dipartimento di giurisprudenza, ma anche autorità come il prefetto Iolanda Rolli, il comandante della Compagnia dei carabinieri di Macerata, il tenente colonnello Luigi Ingrosso, e la presidente dell’Ordine degli avvocati Maria Cristina Ottavianoni. Notata l’assenza di rappresentanti dell’amministrazione comunale: non c’era il sindaco o un assessore, ma il fatto sembra sia stato dovuto ad un invito pervenuto solo il giorno prima in Comune e che non ha consentito di programmare la presenza di esponenti dell’amministrazione. La nuova biblioteca si estende per 1.000 metri quadrati, dispone di 160 posti a sedere con tavoli che prevedono lampade ed attacchi per corrente e computer. Ci sono 1.200 metri di nuove scaffalature che potranno ospitare un massimo di 70mila libri. Considerando anche l’ulteriore spazio sottostante la struttura inaugurata, al momento la biblioteca giuridica conta su 120mila volumi monografici e 700 riviste scientifiche che sono consultabili.
Francesco Adornato
«E’ una giornata piena di luce questa per l’università di Macerata –ha detto il rettore Francesco Adornato- e vorrei sottolineare come questa inaugurazione avviene nell’anno 2019: rimescolando questi stessi numeri e giocando sul 2 esce fuori anche l’anno 1290 che è quello della fondazione di questo ateneo. Come dire che passato, presente e futuro sono rappresentati. Soprattutto il futuro, una parola d’ordine su cui Unimc lavora molto. L’ateneo è in continuo movimento e questa ne è l’ennesima dimostrazione. Questo lavoro sulla biblioteca giuridica non è solo per gli studenti ma è un valore aggiunto per la città intera e per la comunità. Ora la biblioteca ha spazi necessari per l’apprendimento dei nostri ragazzi. E’ diventato anche un luogo da non vivere passivamente ma da usare che ci fa scoprire ciò che ci apparteneva. Gli edifici ed i luoghi destinati allo studio costruiscono quel senso di comunità perduto e che si sta perdendo ancora di più in questa società individualistica».
Stefano Pollastrelli
Ad aprire gli interventi dopo la benedizione impartita da don Jacopo Foglia dell’ufficio liturgico diocesano è stato il direttore del Dipartimento di giurisprudenza, Stefano Pollastrelli. «Siamo passati da singole biblioteche a raggrupparle tutte insieme in questo ambiente dallo stile europeo, che definirei quasi nordico – ha commentato – Un luogo del sapere giuridico e di studio degli universitari che diventa anche luogo di scambio di idee e conoscenze. Anche la posizione logistica è eccellente, interna alle aule. Non capita in altri atenei». Elisabetta Michetti, delegata dal rettore alle biblioteche, ha ribadito come «questo nuovo ambiente sia dotato di servizi all’avanguardia ed un sistema di automazione che contribuirà a facilitare entrate ed uscite dei libri. Stiamo anche lavorando alla riorganizzazione delle collezioni. Investire nella cultura non è mai improduttivo. Catalogare e archiviare il sapere consente costruzione di nuovi percorsi. E questa nuova biblioteca è una sfida per tutti noi».
Mauro Giustozzi
Dal canto suo il direttore generale di Unimc, Mauro Giustozzi, ha ricordato come «questo sia il risultato di un lavoro di squadra, partito col precedente rettore Lacchè (presente in aula ndr.) e concluso con l’attuale rettore. Un plauso – ha aggiunto – va dato all’architetto Francesco Ascenzi ed ai suoi collaboratori per l’impegno profuso per questo recupero che definisco stupefacente visto che ciò che ci si era proposti è stato fatto. Dopo l’orto dei pensatori e la biblioteca speriamo a breve di ridare alla città alcune realtà perdute a causa del terremoto. Una richiesta che mi sento di fare in questa occasione è quella che noi siamo riusciti a recuperare e rendere fruibili i due cortili esterni alla biblioteca, ma resta il problema della fastidiosa presenza dei piccioni che è indispensabile risolvere per rendere davvero accessibile questi spazi». La cerimonia si è conclusa con l’intervento di Marco Fortuna, uno studente di giurisprudenza che ha ricordato come «siano state accolte le richieste degli universitari nella dotazione tecnologica di questo sito che ora consente di avere spazi di studio più costruttivi che nel passato. Questa biblioteca diventa un luogo comune, punto di riferimento e di aggregazione per gli studenti. Merito di una sinergia ed una collaborazione tra tutte le parti auspicabile anche per il futuro dell’ateneo».
Pamela Lattanzi e Francesca Spigarelli, delegate di ateneo
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DOVE STAVA L’ASSESSORE ALLA CULTURA DEL COMUNE DI MACERATA????
E’ POSSIBILE CHE UN EVENTO DEL GENERE SIA IGNORATO PROPRIO DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE? POSSIBILE CHE IL COMUNE NON SIA STATO INVITATO? NON CI CREDO!
COMUNICAZIONE INTERNA AL COMUNE: L’UNIVERSITA’ DI MACERATA E’ L’UNICA COSA CHE E’ RIMASTA A MACERATA DI CUI ESSERNE ORGOGLIOSI. IN QUESTO ULTIMO ANNO CHE VI E’ RIMASTO CARI AMMINISTRATORI CERCATE DI FARE MENO DANNI POSSIBILI.
Possibile che tra tanti fastidiosi volatili nei cortili della nuova biblioteca non si trovi un piccione viaggiatore che faciliti queste benedette comunicazioni tra comune e università?
Qualche domanda viene spontanea anche a me :
Perchè per una giornata “così piena di luce” ci si ricorda di invitare i rappresentanti dell’amministrazione solo il giorno prima?
Perchè, chi scrive l’articolo, pur conoscendo il motivo, rimarca l’assenza dei rappresentanti del comune e non stigmatizza il ritardo nell’invito?
Perchè non leggiamo meglio gli articoli prima di farci tante domande stupide che denotano un discreto pregiudizio?
Non perdete tempo a rispondere alle mie domande che un’idea già me l’ho fatta.
Il rettore esclama “Questa è una giornata piena di sole per l’università di Macerata!”. Ora Secondo la leggenda, Alessandro Magno rese visita al filosofo Diogene e volendo esaudire un suo desiderio gli chiese che cosa desiderasse. Al che Diogene rispose “Stai fuori dalla mia luce!”.
Ora si capisce perché il rettore può fare quella esclamazione: può farla perché il sindaco non è andato all’inaugurazione!
La guerra continua? Chi perde: Macerata. Il declino della città è sotto gli occhi di tutti. La fuga dalla città delle attività produttive è irreversibile. Sopratutto è la politica ad essere sconfitta che non ha saputo pensare cosa fare per invertire questa decadenza. L’incapacità del sindaco Carancini e della sua giunta è evidente. Cari cittadini svegliatevi, altrimenti ci aspetta il deserto per tutti. Nelle scorse amministrative avevo promesso, se mi davate fiducia, di una rinascita economica e della piena occupazione in 5 anni. Non mi avete creduto o preferito l’immobilismo, ecco cosa ci meritiamo. Questa realtà ci rende tutti sempre più poveri, non si salva nessuno. Quale luce, ormai Macerata è la città delle tenebre.
Il Buon Giuliano, nella sua speranza di trombato in cerca di riscatto, mi ricorda il grande Totò nel suo “Vota Antonio, Vota Antonio La Trippa” e sopratutto mi fa venire in mente “l’onorevole Trombetta” nel treno.
Invece quando nei suoi posts descrive Macerata, addirittura questa volta definita “la nuova città delle tenebre”, nonostante un impianto di illuminazione nuova al led, mi ricorda Troisi e Benigni in “Non ci resta che piangere” e la famosa frase, ripetuta più volte dal frate, “Ricordati che devi morire, ricordati che devi morire”.
Caro Giuliano come direbbe Troisi, ” Ammo ce lo segnamo non ti preoccupare”