Fonte storica nella recinzione di una abitazione privata, il Comune di Macerata dà 15 giorni per sanare la situazione.
Nei giorni scorsi i vigili urbani di Macerata hanno controllato, su segnalazione di alcuni cittadini, la costruzione di proprietà dei genitori di Deborah Pantana, consigliere comunale, che si trova in via Fontemaggiore. Immediatamente adiacente alla costruzione c’è fonte Ciambrione o “delle trippe” risalente alla fine del Quattrocento. «La fonte storica – spiega l’assessore all’Urbanistica Paola Casoni – si trova esattamente al confine della proprietà privata e, addirittura, la cisterna, è all’interno. Per questo nel permesso a costruire rilasciato dal Comune, è previsto che il proprietario dell’immobile renda pubblica la fontana». Così però non è stato visto che la fonte è stata inglobata all’interno della recinzione che la rende non fruibile. I vigili hanno quindi comunicato alla famiglia la prescrizione di adeguarsi entro 15 giorni a quanto previsto dal permesso a costruire.
La scorsa estate, era finita nel mirino la villa dell’ex rettore Unicam Flavio Corradini: in quel caso l’abitazione è a ridosso della fonte “Pozzo del mercato” in prossimità dello Sferisterio.
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Dunque alcuni cittadini hanno segnalato ai Vigili Urbani che la fonte pubblica, recentemente restaurata a carico del privato e resa visibile a tutti, è rimasta all’interno di una rete di protezione privata; infatti, chiunque può capire che non si tratta di una recinzione definitiva ma di un dispositivo protettivo previsto dalle norme per la sicurezza nei cantieri (la retrostante casa è ancora in corso di completamento). Tuttavia questa cosa impedirebbe la fruizione pubblica e quindi i Vigili che, appunto, hanno il compito di vigilare, hanno o stanno vigilando e vedremo fra 15 giorni l’esito. Ma intanto, di quale fruizione stiamo parlando? Dovrebbe essere noto anche alla pur giovane Assessora che ad impedire l’avvicinamento in sicurezza alla fonte (non si sa poi per fare cosa visto che l’acqua non scorre più da anni e non era potabile già da decenni), non è la rete ma la grande tubazione fognaria che gli corre a vista sul davanti, lasciata li sin dai tempi dell’incompiuta strada nord e del connesso scandalo Longarini. In sostanza siamo di fronte ad un frustolo di terreno pubblico abbandonato e pericoloso posto tra la strada e la fonte che oggi, ripulita, si può già ammirare in tutto il suo testo storico-artistico-documentale, ma si possono ammirare anche i rifiuti che giacciono sul suddetto frustolo di terra. Non voglio fare paragoni fin troppo facili con la situazione della fonte di Pozzo del Mercato di cui si è discusso molto nei mesi scorsi, ma vale la pena ricordare che la vigilanza sulle fonti e sui frustoli di terreno pubblico abbandonati va fatta ovunque. Un esempio eclatante è l’ottocentesca fonte scodella, opera pubblica storicamente pregevole oggi abbandonata e occupata privatamente da un micro insediamento “urbano-rurale” costruito recentemente (a secco secondo le prime ordinanze di Errani) da ignote famiglie certamente non locali.
La ripicca delle fonti….
Questi comportamenti forse spiegano perché i politici in genere sono così tanto restii a colpire le illegalità. Il loro ragionamento sarebbe questo: noi vi lasciamo fare quello che volete e voi ci lasciate fare quello che vogliamo. Do ut des. No?
mettece sopra una bella bandiera francese…
…tutto ciò capita sempre perché non si vanno a risolvere i problemi alla..fonte..eh..!? gv