di Maurizio Verdenelli
“Sempre caro mi fu quest’ermo colle…”: il più celebre idillio leopardiano, forse la piu’amata lirica della letteratura italiana ed europea, compie il settembre prossimo venturo duecento anni da quando il grande Giacomo lo scrisse a 22 anni di età, nel 1819, nel mese di settembre (suggestiva l’interpretazione, de quo. di Elio Germano ne ‘Il giovane favoloso’ per la regia di Mario Martone). A presiedere l’apposito comitato nazionale per il bicentenario de ‘L Infinito’ e’ stato chiamato il marchigiano di Osimo Giuseppe Balboni Acqua, ambasciatore d’Italia, premiato ieri a Porto Recanati con ‘La Ginestra’ 2018.
La manifestazione, presieduta dal professore Alessandro Meluzzi (volto noto televisivo: numerosi i suoi interventi sul caso Pamela) si e’ tenuta nella sala della pinacoteca ‘Moroni’ al castello svevo della cittadina rivierasca con una serie d’interventi di elevato spessore (a cura di Salvatore Piscitelli, Donatella Donati, Riccardo Strano, Antonino Maggiore, voce recitante Giuseppe Russo) presentati da Morena Francioni per il coordinamento di Carlo Trevisani. Saluti istituzionali affidati al sindaco Mozzicafreddo, all’assessore regionale Pieroni e al presidente del centro studi portorecanatesi, Perfetti. Un pomeriggio all’insegna del Giovane Favoloso: negli archivi di famiglia dell’ambasciatore Balboni Acqua si conserva infatti la lettera con la quale il conte Monaldo, l’ultimo spadifero d’Italia, annunciava la nascita, il 29 giugno 1798, alla nobile famiglia osimana.
Non a caso i rapporti tra Osimo e Recanati nel nome di Giacomo Leopardi, intensi e frequenti, hanno avuto nel film di Martone uno ‘spaccato’ particolarissimo con riprese di grande suggestione notturna a Palazzo Campana, gia’ sede di salvazione dei Capolavori Sibillini sottratti dalle rovine del terremoto del 2016. Un pomeriggio ‘poetico’ sull’onda de L’Infinito (già conservato a Visso e dunque altissimo riferimento che ci riconduce alla grandezza ed insieme al dramma di una terra maceratese che ciclicamente ‘trema’) concluso dall’intervento del premiato: Balboni Acqua. L’Infinito, la Ginestra, pensiero e poesia, filosofia e sopratutto tanto amore ed orgoglio (nella relazione dell’ambasciatore/presidente) per un genio totalmente marchigiano che ha tratto dalla sua terra martoriata l’ ispirazione per un’espressione lirica che rimane altissima nella letteratura mondiale, d’ogni tempo.
(Foto di Carlo Gentili)
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