di Laura Boccanera
Rischio chiusura scongiurato per lo chalet Calamaretto di Civitanova dopo il controllo della Guardia di finanza che lunedì sera durante un blitz nel locale ha trovato alcuni camerieri assunti senza regolare contratto di lavoro. Questa mattina con il consulente finanziario dell’azienda è risultato che in realtà le maestranze impiegate irregolarmente sarebbero 5 e non 8, su 35 lavoratori assunti regolarmente per la serata del lunedì, quella di maggior richiamo del locale.
«I lavoratori irregolari erano 5 e non 8 – ha puntualizzato la proprietà – e in realtà abbiamo sempre assunto tutti regolarmente. Il problema ci si è presentato perché i camerieri di un catering di Pescara lunedì sera con l’autostrada A14 bloccata ci hanno disdetto la disponibilità e ci siamo ritrovati a far fronte alla serata, a poche ore dall’inizio, con 5 uomini in meno e senza strumenti normativi che consentano un’assunzione rapida e veloce come erano i voucher. Non c’era assolutamente nessuna volontà di violare la legge e spiace leggere commenti di chi ci mette alla gogna come schiavisti senza conoscere la complessità e le dinamiche di questo mestiere. Diamo lavoro a oltre 70 persone con lo chalet, tutte assunte e ad almeno altre 30 con il Bar Maretto, offriamo opportunità, dire che siamo schiavisti che sfruttano i lavoratori è fuori luogo e assolutamente lontano dalla realtà. Chiaramente pagheremo per l’errore fatto, ma da qui a gridare allo scandalo credo ce ne passi».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Precisazione…
nel mio intervento precedente non mi riferivo a questo chalet di cui adesso si parla.
Purtroppo quello che dice il titolare di questo chalet e’ vero per certe attività non ci sono contatti adeguati e anche la Legge sulla sicurezza è troppo pensante…piena solidarietà
Ditelo agli scienziati della CGIL se I voucher sono utili o e’ meglio lavorare in nero…
ma d’altronde loro che ne sanno,quando mai hanno lavorato…
La semplicità della vecchia normativa, che permetteva di acquistare anche in tabaccheria vouchers comprensivi di oneri previdenziali, assistenziali e fiscali ed il netto immediatamente incassabile dal lavoratore occasionale, sarebbe stata utile in questo caso di forza maggiore dell’azienda coinvolta ma sopratutto per privati committenti di lavori saltuari che oggi, data la complessità della nuova normativa, sono incentivati a far lavorare in nero: evidente autogol per i cittadini ma non per certi sindacati!!!
Nell articolo precedente è partita l eccitazione dei commentatori seriali,qui invece sono scomparsi com è? chiedere scusa per le str….te dette no è? Per quanto pieno di lacune il sistema voucher era un ottima soluzioni in questi casi. Proponete soluzioni invece di attaccare sempre.
I voucher ??? Orroreeeee
Dove sono adesso i tenaci oppositori dei voucher?????
Fontana: eccone una! I voucher , così come venivano utilizzati, non servivano ad eliminare il nero ma all’opposto erano la copertura perfetta , a prova di controllo, per il lavoro nero!!! Naturalmente , non tutti i datori di lavoro ne approfittavano, non bisogna mai generalizzare, ma nella maggior parte dei casi sì perchè il sistema introdotto conveniva; per chi non sapesse come funzionava ve lo spiego in due parole. Al lavoratore assunto in modo occasionale gli veniva detto ” ti pagherò coi voucher”, quindi il titolare d’impresa si recava ad acquistare per ogni assunto un tot di voucher per ognuno spendendo anche poco per ciascuno, 50 /100 euro di voucher, tanto per stare al riparo di legge , poi però e al dunque , questi restavano in tasca al datore di lavoro per essere prontamente esibiti qualora fosse avvenuto un controllo; se un controllo non veniva mai ricevuto tanto meglio e tanto più restavano in sicurezza nelle loro tasche. Ma come è potuto succedere quest’uso distorto di uno strumento che nelle intenzioni del legislatore serviva proprio a proteggere il lavoratore e a ridurre il lavoro in nero? Avveniva così. Al lavoratore una volta assunto, gli veniva poi detto a quattr’occhi e nell’orecchio ” i voucher li ho presi per te, ma sai come funzionano no, se ti pago coi voucher tu vieni a prendere meno per le trattenute ,mentre se ti pago in nero di volta in volta prendi di più a parità di ore lavorative. Quindi se ci stai, basta che nel caso di un controllo tu dichiari che oggi è il primo giorno che lavori qui”.
Ovviamente, con la scarsità di lavoro che c’è ,trovatone uno qualsiasi, chi, non accettava l’uovo oggi per la gallina domani? E così che hanno (mal)funzionato i voucher. Quindi ,per tanti e tanti lavoratori , con o senza voucher, non è cambiato nulla.
Giustissimo Tamara,non fa una piega,ma una soluzione ce l hai? Meglio così allora che questo stabilimento stava per chiudere per una pu…nata?? Ha 70 lavoratori in regola ne metteva dentro solo 5/8 a nero per rischiare così tanto? Cominciamo ad essere più uniti e costruttivi,proponete soluzioni Tamara Sergio Ricci..ecc..sono d’accordo,il problema è stato inquadrato,ma proponete soluzioni
Il problema è che se uno strumento si può prestare ad abusi, si corregge lo strumento, non lo si elimina tout court. Altrimenti dovremmo chiudere le strade per evitare incidenti, chiudere le fabbriche perché inquinano, abolire le chiese perché ci sono preti pedofili, ecc ecc.
Marco Ranieri, mi viene spontaneo risponderti che per trovare le soluzioni avremmo “anche” i nostri rappresentanti e organismi per farlo, ma su tuo gentile invito provo a dirne un paio. Con un’avvertenza: correttivi a questo pur utile strumento non sono di facile soluzione , ché oltretutto a sua volta è investito di problemi più complessi del mercato del lavoro, e in più, non è che ci abbia pensato tanto sopra, per cui potrebbe essere benissimo una min.chiata quella che sto per dire. Allora. La prima , e come prima cosa, sottrarre le imprese dall’acquisto preventivo dei voucher nelle forme che finora si sono avute, sostituito da una semplice comunicazione con posta certificata agli Uffici INPS ,o del lavoro, nel momento stesso in cui intendono servirsi di personale temporaneo per un tempo X, anche fatto all’ultimo minuto e per una sola serata per stare sul pezzo in articolo, corredata di ogni dato d’ identità e codice fiscale del lavoratore occasionale. Dopodiché, fatta la regolare dichiarazione registrata dagli uffici, il datore di lavoro provvederà entro un tempo stabilito all’acquisto diretto del voucher da consegnare al lavoratore interessato e a lui intestato, e con idonea ricevuta da conservare per eventuali controlli della finanza tale da dimostrare in qualsiasi momento l’avvenuta denuncia di regolare assunzione e poi di pagamento. Passo alla seconda proposta, che ritengo meno risolutiva. Per eliminare la speculazione da parte del committente data dal divario tra il valore nominale del buono lavoro , poniamo quello minimo di 10 euro, e il suo valore netto a favore del lavoratore pari al compenso di 7,50 euro per ogni ora lavorativa , basterebbe che, valore nominale e valore netto del voucher divenga lo stesso. E mi spiego. Ogni voucher riportava oltre al valore netto anche i dati relativi a quelli fiscali sia del committente che del lavoratore col proprio cod.fiscale, quindi è nominativo, e pertanto solo il lavoratore può presentarsi al cambio del buono lavoro. Ora, se invece – io penso- nel voucher venisse scritto il valore nominale insieme a quello netto, è nel momento in cui viene presentato per la riscossione presso gli uffici e servizi preposti che al lavoratore verrebbe trattenuta la differenza per assistenza e contributi a suo favore, per cui , lui lavoratore andrà a percepire sempre il valore netto ,ma con la differenza che in questo modo la trattenuta c’è stata e alla fonte, cioè pagata dal datore di lavoro. A quel punto, si dovrebbe spezzare quel meccanismo di reciproca convenienza tra committente e prestatore d’opera, in quanto questo andrà a prendere comunque la stessa paga oraria sia che gli venga data in nero- contro il suo interesse- sia che la riceva in modo regolare; mentre al datore di lavoro per fare nero non conviene offrirgli più di quanto gli spetta l’ora in modo regolare. A meno che, per 50 centesimi di paga in più all’ora , che diventa 8 euro l’ora, o 9 euro , ma così il risparmio per l’impresa si assottiglierebbe al limite proprio, non ci siano lo stesso lavoratori disposti a rinunciare ai propri diritti. Oppure anche, non funzionerebbe come non hanno funzionato prima, per chi disposto a lavorare in nero a meno di 7,50 euro , fino a 3/4/5 euro l’ora. Ma qui si apre un’altra storia …e qui chiudo.
Finalmente uno spiraglio di commenti costruttivi. La mia insistenza Tamara è data dal fatto che se continuiamo ad attaccarci l un l altro facciamo proprio il gioco dei nostri rappresentanti che tu menzioni. E mentre noi ci scanniamo senza risolvere mai un c..o loro continuano a fare solamente i loro interessi. La tua prima ipotesi è la stessa a cui in passato avevo pensato anch’io,si potrebbe partire da qui.Visto mai che leggendo i commenti uno de sti geni dell economia provi un po’a risolvere sta situazione? Io non difendo a prescindere lo chalet in questione perché neanche li conosco,ho visto solo che hanno rischiato di chiudere per una str..ta di altri e comunque ora devono pagare