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(In alto la galleria fotografica con le foto di Andrea Del Brutto)
di Marco Ribechi
(foto di Fabio Falcioni)
I bersaglieri di corsa conquistano Macerata. Si è concluso ai Giardini Diaz il raduno regionale dell’associazione d’arma che per due giorni ha fatto squillare le trombe delle sue fanfare nel centro della città. Tantissimi i curiosi presenti per ammirare i reggimenti e le uniformi in sfilata sotto i molteplici tricolori ad ornamento delle strade cittadine.
«Ringrazio l’arma dei bersaglieri – ha detto il sindaco Romano Carancini – che ha portato gioia e valori positivi in un momento in cui il tessuto sociale di Macerata sta cercando di ritrovarsi. Speriamo che in futuro avremo la possibilità di ospitare anche il raduno nazionale». Pronta la risposta dei militari, che hanno citato un motto bersaglieresco: «Se ogni mattina giungesse lo strepitio veloce e baldanzoso della Fanfara dei Bersaglieri nella giornata di ogni italiano ci sarebbe qualche lacrima in meno e qualche sorriso in più». E di sorrisi, al ritmo allegro delle trombe squillanti, ne hanno portati molti. Durante la mattinata infatti le fanfare presenti a Macerata hanno destato di buon ora gli abitanti del centro per poi radunarsi in piazza della Libertà dove il vescovo Nazzareno Marconi ha presieduto la messa. La sfilata ha attraversato corso Matteotti, via Garibaldi, Corso Cavour, via Morbiducci per arrivare ai Giardini Diaz dove i singoli gruppi hanno effettuato la caratteristica corsa. Presente anche un gruppo di bersaglieri a bordo delle campagnole, le famose biciclette.
Nella giornata di ieri invece, dopo il convegno alla biblioteca Mozzi Borgetti su i “I bersaglieri durante la Prima Guerra Mondiale” il gruppo si è spostato al Monumento dei caduti in piazza della Vittoria per effettuare l’alzabandiera alla presenza del presidente nazionale il generale Ottavio Renzi. Al monumento è stato suonato l’inno d’Italia, deposta una corona di alloro e sparate tre cariche di artiglieria. Poi tutti a palazzo Ciccolini dove è stata inaugurata una lapide con un’effige dei bersaglieri del 1917 e la scritta “Mai più guerre”. La lapide è stata scoperta da Gilda Coacci, presidente dell’associazione nazionale invalidi di guerra e Sandra Vecchioni, Nastro azzurro invalidi civili e di guerra. Ringraziamenti all’università di Macerata, al dottor Pertini e al professor Ermenegildo Pannocchia che ha collaborato allo studio per la realizzazione della stele. Durante la serata la fanfara La Marmora di Jesi e Ostra ha intonato alcune musiche in piazza della Libertà coinvolgendo tantissimi maceratesi e concludendo con l’inno d’Italia e diffondendo un forte spirito patriottico. Molti infatti anche i parenti di bersaglieri, oggi deceduti, che però hanno lasciato un segno indelebile nelle loro famiglie.
Alzabandiera e squilli di tromba, cerimonia dei bersaglieri in città
Romano Carancini
Romano Carancini
Pezzanesi
Betty Torresi
Corso Cavour
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Che bella occasione persa per qualcuno di attraversar le Alpi a passo di corsa e al suon della fanfara. E a Civitanova a qualcun che si aggregava, il saluto della città, urlante accompagnava. E all’Asola qualcuno mormorava, era ora che la coppia se ne andava. Ad Ancona poi la corsa rallentava e a viva forza gli altri due imbarcava. Cosi che finalmente, tutta la Regione veniva liberata.