Dipendenti al lavoro
nel mobilificio inagibile:
capannone sequestrato, due denunce

BLITZ della Guardia di finanza a Muccia: sull'edificio da 2.500 metri quadrati gravava un provvedimento del sindaco con categoria "E", la più grave. E' rimasto danneggiato dal sisma. Nonostante questo era aperto e puntellato con pericolosi "fai da te", mentre la produzione continuava. Nei guai i responsabili

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Al lavoro nel mobilificio inagibile a causa del terremoto: capannone sequestrato e due denunce. L’operazione è della Guardia di finanza della tenenza di Camerino, nell’ambito dell’attività di controllo finalizzata alla verifica del regolare assolvimento degli obblighi imposti dalla normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. L’immobile, da 2.500 metri quadrati, si trova a Muccia ed era stato dichiarato inagibile con un’ordinanza firmata dal sindaco con categoria “E”, la più grave, dopo il sisma del 2016. 

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Le puntellature “fai da te”

Il primo cittadino aveva disposto l’assoluto divieto di utilizzo per i proprietari, per gli occupanti a qualunque titolo, nonché per chiunque vi potesse accedere, sino al perdurare delle condizioni rilevate e comunque fino alla sua messa in sicurezza mediante l’esecuzione di tutte le opere necessarie.  Tuttavia, quando sono arrivati, i finanzieri hanno scoperto che il fabbricato non solo era aperto, ma dentro c’erano anche dipendenti intenti alla lavorazione del legno. Inoltre gli uomini delle fiamme gialle hanno notato che la struttura era sorretta, nei suoi punti nevralgici, ovvero sulle intersezioni delle travi portanti e al centro dell’edificio, da pericolosissimi puntellamenti “fai da te”, ovvero sostegni in legno apposti in maniera approssimativa. In un punto, in particolare, era stata sistemata una pila di tavole in legno poste una sopra l’altra fino al soffitto, per sostenere la travatura del capannone. Mentre l’amministratore dell’impresa ed il proprietario dello stabile sono stati denunciati.

 

 

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