Thea Crudi al Politeama di Tolentino
Thea Crudi
di Marco Ribechi
Luminosa, positiva e terapeutica. L’artista italo-finladese Thea Crudi trasporta il Politeama in un viaggio alla scoperta delle primordiali vibrazioni dell’essere. Il teatro di Tolentino ha saputo offrire uno spettacolo prezioso e raro, ricco di contenuti e di spunti di riflessione, trasformandosi in un luogo ideale per la scoperta e la sperimentazione. Il pubblico presente in sala, attraverso il suono delle campane tibetane, dell’harmonium indiano e dell’angelica voce dell’esecutrice, ha assistito non ad un semplice appuntamento musicale ma ad una vera e propria indagine nei luoghi più profondi della propria intimità. Una selezione di mantra indiani e tibetani ha rapito i sensi degli spettatori che hanno potuto approfittare di un incontro insolito, capace di lasciare un segno tangibile in ognuno di loro. Thea Crudi ha raccontato la sua ricerca musicale e spirituale con parole semplici, comprensibili e toccanti. Accompagnata fin da bambina dall’amore della musica e dotata di una voce delicata e commovente, dopo una formazione nei più prestigiosi ambienti del jazz ha deciso di utilizzare quello che lei stessa ha definito come un “dono” per esplorare mondi sonori inizialmente inimmaginabili. Grazie all’incontro con maestri di vita e con la tradizionale musica Gamelan dell’isola di Java la cantante (leggi l’articolo) ha sviluppato una profonda sensibilità che con successo riesce a trasmettere durante i suoi concerti.
Thea Crudi durante l’esecuzione di un mantra con l’uso di campane tibetane
I mantra, parola di origine sanscrita che significa “liberazione della mente”, hanno lo scopo di riequilibrare e purificare i pensieri di chi li recita e di chi li ascolta. Ecco quindi che l’aspetto musicale, fatto di note semplici ma profondamente toccanti, vuole creare armonia e trasformare gli elementi negativi in qualcosa capace di sintonizzare le coscienze. Thea Crudi, con coraggio, ha cercato di inviare questo messaggio sia a parole, intervallando le esecuzioni con brevi e puntuali spiegazioni, sia in maniera ancora più efficace con l’azione del suo canto. Non sono mancati momenti puramente meditativi guidati dalla stessa artista che ha invitato il pubblico, ora a chiudere gli occhi, ora a ripetere le formule ad alta voce, fino a salutarsi con profondi abbracci per riconoscere in maniera chiara le persone che ognuno aveva attorno a sè. Dall’India, tesoro millenario di spiritualità e saggezza, a Tolentino il passo è stato breve. Lo spettacolo organizzato in collaborazione con Sibilla Laenza si è dimostrato una scommessa vinta anche dal direttore artistico del Politeama Massimo Zenobi che ha sicuramente osato nel proporre qualcosa di assolutamente differente dal normale panorama musicale e artistico della provincia.
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